Ragazzi di 14 e 15 anni coinvolti nella produzione di droni kamikaze utilizzati per colpire i civili ucraini. Le immagini pubblicate dal New York Post documentano la strategia del Cremlino che trasforma i giovani russi in ingranaggi della macchina bellica di Putin.
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La fabbrica di Yelabuga: quando i sogni diventano armi
Nelle riprese trasmesse dal canale televisivo militare Zvezda, e poi rilanciate dal Ny Post, si vede la struttura di Yelabuga, definita dalle autorità moscovite come la “più grande fabbrica di droni al mondo”, mentre ospita studenti che assemblano i letali Geran-2 e apprendono il funzionamento dei componenti interni.
Il programma prevede che i ragazzi studino e lavorino contemporaneamente nell’impianto, creando un percorso che li porterà a essere impiegati stabilmente nella produzione di droni una volta completata l’istruzione superiore. Una strategia che si allinea perfettamente con l’obiettivo di Putin di intensificare l’offensiva contro l’Ucraina.
I Geran-2, l’evoluzione mortale dei droni iraniani
I filmati mostrano la catena di montaggio che produce i droni dall’inizio alla fine, con sequenze che ritraggono i velivoli senza pilota decollare dal retro di pickup americani Ram. Questi Geran-2, ispirati ai droni suicidi iraniani Shahed, sono diventati l’arma principale per colpire obiettivi in profondità nel territorio ucraino. Il costo relativamente contenuto – stimato tra i 20.000 e i 50.000 dollari per unità – rende questi droni uno strumento ideale per i bombardamenti intensi che hanno caratterizzato gli ultimi mesi del conflitto. Con un’autonomia di volo fino a 932 miglia, i Geran-2 rappresentano il fulcro dell’intensificazione degli attacchi aerei russi dall’annuncio della produzione di massa nel 2023.
I droni e la “caccia umana”
I droni sono diventati l’arma predominante in questo conflitto che dura da oltre tre anni, con Ucraina e Russia che lanciano centinaia di velivoli senza pilota quotidianamente. Mosca è accusata di utilizzare sistematicamente questi ordigni contro civili e aree residenziali, con scuole e ospedali frequentemente sotto attacco. La strategia russa ha trasformato città come Kherson in quello che i residenti descrivono come una “caccia umana“, dove i droni inseguono deliberatamente i civili nelle aree aperte. Recentemente, un bambino di un anno e due mesi è stato ucciso in un attacco mirato con drone mentre giocava fuori casa.
L’infanzia rubata: 35.000 bambini ucraini scomparsi
Timur Shagivaleyev, direttore generale dell’impianto, ha dichiarato che la forza lavoro di Yelabuga ha prodotto decine di migliaia di nuovi droni – nove volte i “diverse migliaia di droni Geran-2” inizialmente promessi allo stato due anni fa. Tuttavia, Shagivaleyev non ha rivelato numeri specifici di produzione o l’output attuale della fabbrica e bisogna considerare la strategia comunicativa del Cremlino che punta sulla propaganda per intimidire i nemici.
La struttura, parte di una zona economica speciale, dispone anche di una propria area di test per i droni. L’impianto è già stato nel mirino dell’Ucraina: il mese scorso un drone ucraino è stato intercettato vicino al sito, causando la morte di una persona.
Mentre la Russia coinvolge i propri adolescenti nella produzione bellica, dall’altra parte del fronte emerge una tragedia ancora più drammatica. Secondo fonti ucraine, almeno 35.000 bambini ucraini risultano dispersi dall’inizio dell’invasione russa, vittime di programmi di “russificazione” forzata.
Questi minori, alcuni di appena quattro mesi, sono stati trasferiti in campi di “rieducazione” dove vengono indottrinati all’ideologia di Putin, costretti a parlare russo invece che ucraino e a cantare quotidianamente l’inno nazionale russo. Il Cremlino sostiene di aver “trasferito” ben 700.000 bambini ucraini dai territori occupati.
Un futuro ipotecato dalla guerra
Le immagini della fabbrica di Yelabuga raccontano di una generazione sacrificata sull’altare della guerra, dove l’educazione si fonde con la produzione di morte. Mentre Putin celebra i risultati dell’impianto e chiede che il suo successo sia replicato in tutto il Paese, migliaia di giovani vite vengono plasmate dal conflitto, da entrambi i lati del fronte.
La logica è spietata: da una parte adolescenti russi che costruiscono armi per uccidere, dall’altra bambini ucraini rapiti e indottrinati. Una tragedia che segnerà per generazioni il futuro dell’Europa orientale.