Addio ‘chat control’? La Danimarca ritira la proposta europea e punta sul controllo volontario

Copenaghen, che detiene la presidenza di turno del Consiglio europeo, ha deciso di lasciar cadere l’iniziativa, viste le critiche sollevate da governi, esperti e attivisti. Ma ci sono dubbi anche sull'alternativa
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Controllo Digitale

Addio chat control. La controversa proposta, che prevede un controllo preventivo sui messaggi inviati dai dispositivi per combattere la pedopornografia on line, è stata accantonata. La Danimarca, che fino a fine anno detiene la presidenza di turno del Consiglio europeo, organo che riunisce i governi dei Paesi dell’Unione, ha deciso di lasciar cadere l’iniziativa, viste le polemiche e le critiche sollevate dalle capitali come da esperti e attivisti.

L’ago della bilancia: il ‘no’ della Germania

La proposta di legge, dopo tre anni di limbo, era stata ripresa a giugno proprio da Copenaghen, però in questi mesi non solo non si è trovato un accordo, con le capitali divise sul tema, ma sono anzi esplosi i timori per la privacy.

A spostare l’ago della bilancia la Germania, che a inizio ottobre ha detto ‘no’ all’iniziativa, con la ministra della Giustizia tedesca Stefanie Hubig che ha definito il provvedimento un “controllo delle chat ingiustificato”.

Senza Berlino, non c’era la maggioranza necessaria per l’approvazione nel Consiglio europeo (almeno il 55% dei Paesi membri che rappresentino almeno il 65% della popolazione dell’Unione), e alla fine Copenaghen ha preferito fare marcia indietro.

Il regolamento chat control

Il regolamento in questione, detto Csar (Regulation to Prevent and Combat Child Sexual Abuse), punta come detto a combattere la pedopornografia on line, prevedendo di fatto un controllo generalizzato di conversazioni, audio, video e immagini alla ricerca di materiale sensibile e/o tentativi di adescamento prima che i messaggi vengano crittografati e inviati. Da qui il soprannome ‘chat control’ datogli dai critici per evidenziare i rischi per la privacy e la possibilità di arrivare a una sorveglianza di massa, senza contare i pericoli per la sicurezza derivanti dal creare un’’apertura’ nella crittografia end-to-end.

L’alternativa: un controllo volontario

La Danimarca ha comunque proposto un’alternativa, come ha chiarito il ministro della Giustizia Peter Hummelgaard: rinnovare la normativa attuale, in scadenza ad aprile 2026, che prevede che le aziende tecnologiche possano procede a rilevamenti di materiale pedopornografico in modo volontario.

Il 30 ottobre, Copenaghen ha diffuso un documento di discussione con le capitali, con l’obiettivo di raccogliere le loro opinioni sulla proposta aggiornata, e attenuata, rispetto al chat control. 

I dubbi sulla proposta danese

L’eurodeputato Patrick Breyer, ex membro del Parlamento europeo e – così si definisce – combattente per la libertà digitale, ha definito la decisione “una mezza buona notizia”. Se è positivo abbandonare il regolamento Csar, cosa che “proteggerebbe la crittografia sicura e quindi manterrebbe al sicuro i nostri smartphone”, la nuova proposta danese lascia appesi, sostiene, tre aspetti:

  • il controllo volontario da parte di fornitori come Meta, Microsoft o Google si tradurrebbe “in una sorveglianza di massa indiscriminata di tutti i messaggi privati ​​su questi servizi”;
  • gli utenti di età inferiore ai 16 anni non sarebbero più in grado di installare app comuni come “WhatsApp, Snapchat, Telegram o Twitter, Instagram, TikTok o Facebook, giochi come FIFA, Minecraft, GTA, Call of Duty e Roblox, app di incontri, app di videoconferenza come Zoom, Skype e FaceTime”;
  • gli utenti “non potrebbero più creare account di posta elettronica o di messaggistica anonimi o chattare in modo anonimo, poiché dovrebbero presentare un documento d’identità o il proprio volto (…). Ciò impedirebbe, ad esempio, le chat sensibili relative alla sessualità, le comunicazioni anonime sui media con fonti (ad esempio informatori) e l’attività politica”.

Breyer ha anche affermato che per combattere la pedopornografia ci sono alternative, come quella del Parlamento europeo, basata su app più sicure attraverso “Security by Design”, su una compensazione proattiva dei contenuti illegali online e su rapidi obblighi di rimozione”.

Chat private, aziende tech soddisfatte

Se in Consiglio si trovasse un compromesso sulla nuova proposta, il disegno di legge potrebbe procedere verso i negoziati a tre con anche il Parlamento. Le chat comunque, almeno per ora, rimangono private. Soddisfatte anche le aziende tech, che avevano minacciato di abbandonare il mercato europeo nel caso in cui il ‘chat control’ fosse stato approvato.