Accordo di partenariato Ue-Indonesia, la svolta dopo 10 anni di negoziati: cosa c’è dietro

Bruxelles e Giacarta firmano l'intesa politica sul libero scambio: mentre Trump minaccia entrambe coi super-dazi, l’Europa punta su nuovi partner nel segno del multilateralismo pragmatico
13 ore fa
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Il presidente indonesiano Prabowo Subianto
Il presidente indonesiano Prabowo Subianto (Afp)

Mentre il presidente Usa Donald Trump minaccia dazi al 30% per l’Europa e i negoziati vanno avanti con sempre maggiore tensione, l’Unione europea prosegue la ricerca di nuovi mercati. E lo fa (anche) continuando a guardare nell’area dell’Indo-Pacifico: ieri Ue e Indonesia hanno raggiunto un'”intesa politica” per la conclusione di un accordo di libero scambio. Ma in ballo non c’è solo l’economia.

“Viviamo in tempi turbolenti. E quando l’incertezza economica incontra la volatilità geopolitica, partner come noi devono stringere rapporti più stretti. Quindi oggi stiamo compiendo un grande passo avanti in questo partenariato”, ha dichiarato la presidente della Commissione Europea von der Leyen nel corso di una conferenza stampa congiunta a Bruxelles con il presidente indonesiano Prabowo Subianto.

“Una svolta” che arriva dopo una trattativa decennale

L’Accordo di partenariato economico globale tra Indonesia e Unione europea (IEU-CEPA), “fondamentalmente un accordo di libero scambio” come ha sottolineato Prabowo, è stato definito dalle due parti “una pietra miliare decisiva”, “una svolta” che arriva dopo una trattativa decennale.

“L’Europa e l’Indonesia stanno scegliendo una strada di apertura, partenariato e prosperità condivisa. L’accordo aprirà nuovi mercati e creerà maggiori opportunità per le nostre imprese. Contribuirà inoltre a rafforzare le catene di approvvigionamento di materie prime essenziali per l’industria europea delle tecnologie pulite e dell’acciaio”, ha affermato von der Leyen.

Il presidente indonesiano ha chiarito a sua volta che “per l’Indonesia, il CEPA non riguarda solo il commercio, ma anche l’equità, il rispetto e la costruzione di un futuro solido insieme. L’accordo deve sostenere i nostri sforzi per far crescere le nostre industrie, creare posti di lavoro e rafforzare i nostri obiettivi di sviluppo sostenibile (…), , in modo che entrambi i nostri popoli ne traggano beneficio“.

Commercio e materie prime critiche

Il focus dell’accordo dunque è innanzitutto sul commercio e gli investimenti, con l’obiettivo di sviluppare nuove opportunità in settori chiave come quello agricolo, automobilistico e dei servizi.

Von der Leyen ha ricordato il potenziale inutilizzato delle relazioni commerciali fra le due parti: “L’Indonesia è una delle maggiori economie del mondo, con un Pil di 1.200 miliardi di euro; è un fornitore leader di beni vitali per la transizione digitale e verde; rappresenta un mercato in crescita di oltre 287 milioni di persone. Tuttavia, oggi è solo il quinto partner commerciale dell’Ue nella regione e il quinto destinatario di investimenti diretti esteri dell’Ue tra i paesi Asean”.

“L’Unione Europea e l’Indonesia rappresentano insieme un mercato di oltre 700 milioni di consumatori.
L’Indonesia è una delle economie in più rapida crescita al mondo. E per noi, è chiaramente uno dei partner globali più importanti e vogliamo accrescere e rafforzare le nostre relazioni. L’Indonesia è una potenza importante e la più grande democrazia del Sud-est asiatico. L’Indonesia è un pilastro fondamentale dell’Asean (Associazione delle Nazioni del Sud-est asiatico, ndr) e un Paese la cui voce ha un peso sempre maggiore negli affari globali“, ha poi evidenziato il presidente del Consiglio europeo António Costa, rivelando le motivazioni strategiche oltre che economiche alla base dell’accordo.

A partire dalle catene di approvvigionamento. Il CEPA infatti sosterrà la cooperazione sulle materie prime critiche, sempre più vitali per la transizione ecologica e quella digitale, due ‘rivoluzioni’ che, ha chiarito le presidente della Commissione, non devono lasciare indietro nessuno. “Vogliamo più di un semplice ‘approvvigionamento sicuro’, vogliamo un approvvigionamento responsabile“, ha spiegato aggiungendo che “ciò significa rispetto per l’ambiente, rispetto per le comunità locali e una chiara attenzione alla creazione di posti di lavoro di qualità e di valore a livello locale”.

Oltre il commercio, un ordine globale basato sulle regole

Ma oltre al commercio, von der Leyen e Prabowo hanno ribadito la loro visione comune per un partenariato bilaterale più ampio, fondato su un impegno comune per una cooperazione aperta e basata sulle regole, sulla fiducia, sulla reciprocità, sulla trasparenza e sui valori condivisi di democrazia, diritti umani e stato di diritto, nel segno di un “reciproco vantaggio”.

Visti Schengen a ingressi multipli per Giacarta

Infine, le persone: la Commissione europea ha adottato una decisione a cascata sui visti per Giacarta: i cittadini indonesiani che visitano l’Unione per la seconda volta potranno beneficiare di visti Schengen a ingressi multipli. Questo renderà più facile visitare, investire, studiare e relazionarsi. L’obiettivo, ha spiegato von der Leyen, è “costruire un ponte tra le nostre società”.

Limitare l’influenza cinese nell’Indo-Pacifico

“Nei momenti difficili, alcuni si chiudono in se stessi, verso l’isolamento e la frammentazione. Europa e Indonesia stanno scegliendo una strada diversa: quella dell’apertura, del partenariato e delle opportunità condivise”, ha concluso la tedesca, con un poco velato riferimento alle politiche internazionali e commerciali di Trump.

Ma la presenza dell’Ue nell’Indo-Pacifico risponde anche ad ulteriori obiettivi strategici, ovvero limitare l’influenza cinese nella zona. L’Ue si sta muovendo da tempo in tal senso: ha accordi con India, Singapore, Corea del Sud e Vietnam e punta a un’intesa interregionale Ue-Asean, nel segno di un multilateralismo flessibile e pragmatico, basato sulle necessità strategiche e in cui si valorizzano le similitudini anche nei rapporti con chi la pensa diversamente.

Il tema è stato trattato recentemente anche in occasione della conferenza della ‘Nato Defense College Foundation’ a Roma, in cui si è affrontata l’importanza strategica dell’aerea indo-pacifica. In quell’occasione Giulia Tercovich, vice direttrice del Centre for Security, Diplomacy and Strategy di Bruxelles, aveva spiegato ai microfoni di Giorgio Rutelli, vice direttore di Adnkronos, che “l’Ue ha capito che deve fare partnership non solo commerciali ed economiche ma anche strategiche”.

Un multilateralismo pragmatico

Tuttavia, aveva precisato l’esperta, “la sfida è allargare le partnership a Paesi con cui non necessariamente condividiamo tutti i valori ma con cui è importante relazionarsi nel nuovo contesto di competizione tra grandi potenze, Usa e Cina, nel quale l’Europa e l’Indo-Pacifico stanno cercando di ricavarsi un proprio spazio e una propria autonomia”.

Nel caso specifico, l’Indonesia è una delle democrazie più popolose al mondo e, come ha ricordato Ursula von der Leyen, condivide con l’Unione europea il motto “Uniti nella diversità”, ma le differenze di vedute e di approccio non mancano. A partire dalla legge sulla deforestazione, che Giacarta ha avversato, passando per la recentissima ‘battaglia’ sul nichel, fino agli alti standard ambientali europei che cozzano con i modelli produttivi del Paese del Sud-Est asiatico, peraltro quest’anno entrato a far parte dei Brics.

L’accordo di ieri, che “arriva al momento giusto”, ha affermato von der Leyen, sembra dunque superare le divergenze che finora hanno prolungato le trattative. La conclusione definitiva del negoziato, tra il commissario Ue per il Commercio, Maroš Šefčovič, e il ministro dell’Economia indonesiano, Airlangga Hartarto, è prevista entro il prossimo settembre.