La Cina ha stretto i controlli su terre rare, tecnologie e macchinari trasformando la dipendenza europea in leva geopolitica. Bruxelles risponde preparando contromisure e valutando l’uso dello scudo anti-coercizione: non per “fare la guerra dei dazi”, ma per creare la forza negoziale necessaria. Nel frattempo l’Ue accelera su alternative: accordi di fornitura, progetti di estrazione, raffinazione e riciclo previsti dal Critical raw materials act. La posta in gioco è immediata: tenere in piedi difesa, chip, auto elettriche ed energia mentre si riduce la dipendenza. Questa non è solo una disputa commerciale; è un test di sovranità economica europea.
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