Il 2025 è un anno di profondi cambiamenti per i viaggi europei: dopo l’introduzione del passaporto e del sistema Eta per entrare in Uk (da aprile) e la rimozione del limite dei 100 ml per i liquidi nei principali aeroporti europei, dal 12 ottobre 2025 entra in vigore l’Ees (Entry/Exit System), il nuovo sistema digitale che archivierà ogni ingresso e uscita dei cittadini extra-Ue nell’area Schengen. Un passaggio atteso da anni e destinato a toccare milioni di viaggiatori ogni anno.
L’Ees sostituisce una serie di visti e timbri grazie a un controllo biometrico alla frontiera Schengen.
L’idea di una frontiera gestita digitalmente circola a Bruxelles da oltre un decennio. Ritardi tecnici, resistenze logistiche e la pandemia hanno spostato più volte la data di esordio, ma la Commissione europea ha fissato nel 12 ottobre 2025 l’inizio della graduale attuazione in 29 Paesi, compresi tutti quelli Schengen e alcuni associati come Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein.
Come funziona l’Ees e chi riguarda
L’Ees interesserà i cittadini di Paesi terzi (extra-Ue) diretti nello spazio Schengen per soggiorni brevi (fino a 90 giorni ogni 180). L’Ees viene presentato come motore di maggiore sicurezza e modernizzazione: consentirà analisi istantanee dei flussi, identificando chi supera i termini di soggiorno e contrastando movimenti sospetti attraverso i dati biometrici. I dati raccolti includono:
- informazioni anagrafiche,
- date e luoghi di ingresso e uscita,
- dati biometrici: fotografie del volto e impronte digitali.
Questo archivio digitale sostituisce i timbri fisici sui passaporti, consentendo controlli automatici e sistematici, l’individuazione istantanea di chi supera la durata di permanenza consentita e una lotta più efficace a frodi identitarie e migrazioni irregolari.
“Stiamo costruendo un quadro sicuro, efficiente e favorevole al viaggiatore che riflette l’impegno dell’Europa verso l’innovazione tecnologica”, ha detto Henna Virkkunen, vicepresidente della Commissione europea.
Conseguenze e prospettive: sicurezza, velocità e nuove criticità
Per i viaggiatori, il cambiamento sarà tangibile: progressivamente potranno saltare la fila per il timbro e passare attraverso gate automatizzati, ma occorrerà abituarsi a nuove procedure di scansione e a tempi di attesa che, almeno nella fase di avvio, potranno allungarsi, specie agli scali ferroviari e aeroportuali meno aggiornati. La Commissione prevede campagne informative capillari in aeroporto e ai valichi per preparare l’utenza alle novità.
Il rispetto della privacy rappresenta una delle priorità dichiarate: Bruxelles promette “i più alti standard europei in materia di protezione dei dati” e un accesso ai dati rigorosamente regolato.
Con l’Ees, inoltre, si apre la strada alla piena digitalizzazione delle frontiere:, mentre l’Europa prepara il varo del sistema Etias, l’autorizzazione elettronica per i cittadini extra-Ue già esenti da visto, prevista a partire dalla fine del 2026.
Implicazioni per il turismo, il business, la società
Il settore turistico si interroga sugli effetti concreti: se la promessa di viaggi più rapidi e sicuri si traduce in efficienza, l’Europa consoliderà la sua posizione come “destinazione di viaggio più avanzata al mondo”, come dichiara la Commissione. Il vero test, però, sarà la gestione del periodo di transizione: episodi di rallentamenti e incertezze logistico-tecniche potranno influire sulle scelte di viaggio almeno per qualche mese.
Allo stesso tempo, la digitalizzazione delle frontiere chiama in causa i lavoratori transfrontalieri, il mondo degli affari e chi opera tra più Paesi: le nuove procedure richiedono anche più interoperabilità tra i Paesi e dati più affidabili per le imprese e le amministrazioni doganali.
Il successo del nuovo corso dipenderà dalla capacità di bilanciare i tre pilastri degli spostamenti moderni: la necessità di controllo, il diritto alla mobilità e il diritto diritto alla privacy.