Le reti si espandono, i dati si muovono più velocemente della diplomazia, e la competizione tra potenze tecnologiche è ormai una partita a viso aperto. In questo scenario, l’Unione Europea smette di limitarsi al ruolo di regolatore interno e lancia la sua International Digital Strategy: un piano articolato per definire la postura dell’Europa nello spazio digitale globale. L’obiettivo è duplice: da un lato rafforzare la propria capacità tecnologica e di sicurezza, dall’altro offrire ai paesi partner un modello di cooperazione alternativo a quelli proposti da attori più aggressivi o meno trasparenti.
Dietro le dichiarazioni di principio si muove una strategia concreta: partnership digitali bilaterali, investimenti pubblico-privati, sostegno allo sviluppo di infrastrutture digitali sicure, promozione di standard condivisi e governance multilaterale. L’Europa non entra nella corsa alla supremazia tecnologica per imitare altri modelli, ma per rafforzare la propria posizione nel confronto globale su regole, valori e interessi. La posta in gioco non è soltanto l’innovazione, ma l’autonomia strategica nel mondo connesso.
Sì alle partnership digitali
Uno dei cardini della nuova strategia digitale internazionale dell’Unione europea è l’estensione e il rafforzamento delle partnership digitali esistenti, con l’aggiunta di nuove alleanze strutturate. L’obiettivo è costruire una rete coerente con i principi dell’Ue, basata su standard condivisi, sicurezza, interoperabilità e fiducia reciproca.
Attualmente l’Ue ha accordi digitali bilaterali con Giappone, Corea del Sud, Singapore e Canada. Con l’India, la cooperazione si sviluppa attraverso il Trade and Technology Council, ma sono più di 30 i paesi con cui Bruxelles intrattiene dialoghi strutturati su tecnologia, cybersicurezza e governance. La Commissione punta ora a un salto di scala, con la creazione di una Digital Partnership Network: una piattaforma multilaterale per unire i partner sotto obiettivi comuni e rafforzare la resilienza tecnologica collettiva.
Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la sovranità tecnologica, ha dichiarato:
“Paesi che padroneggiano l’intelligenza artificiale e le tecnologie avanzate non solo acquisiscono un vantaggio economico decisivo, ma rafforzano anche la loro sicurezza nazionale. Nessun paese o regione può guidare da solo questa rivoluzione”.
La strategia mira anche a offrire un’alternativa credibile nei mercati emergenti, soprattutto in Africa, America Latina e Asia. L’Ue propone una cooperazione fondata su trasparenza, qualità delle infrastrutture, protezione dei dati e rispetto dei diritti digitali, contrapponendosi a modelli più centralizzati o opachi. Il digitale, sempre più, è anche diplomazia.
L’offerta tecnologica dell’Ue
Cuore operativo della strategia è la cosiddetta Eu tech business offer, un pacchetto integrato di strumenti per sostenere la trasformazione digitale dei paesi partner. Si tratta di un’iniziativa che combina investimenti pubblici e privati, con focus su aree chiave: infrastrutture sicure (5g/6g, data center, cavi sottomarini), centri per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale (Ai factory), identità digitali e piattaforme per i servizi pubblici.
Questa proposta vuole posizionare l’Ue non solo come fornitore di tecnologie, ma come facilitatore di ecosistemi digitali sostenibili, in grado di generare benefici concreti sul lungo periodo. L’approccio è modulare, adattabile ai contesti locali e orientato alla creazione di soluzioni interoperabili.
“Nell’Ue abbiamo molte competenze e soluzioni da offrire, unite a una forte volontà politica di promuovere l’innovazione e la sicurezza, sia per noi sia per i nostri alleati. Oggi compiamo un passo decisivo per rafforzare le collaborazioni esistenti e cercarne di nuove” ha aggiunto Virkkunen.
Le Ai factory, in particolare, mirano a supportare la sperimentazione di applicazioni in settori strategici come sanità, mobilità, agricoltura e pubblica amministrazione. L’iniziativa punta anche ad agevolare l’internazionalizzazione delle imprese europee, offrendo loro accesso a mercati esteri attraverso partnership regolamentate e orientate alla fiducia reciproca.
Il ruolo dell’Ue nella governance digitale globale
Un aspetto centrale della strategia riguarda il ruolo dell’Ue nella definizione delle regole globali del digitale. Conflitti normativi, divergenze etiche e asimmetrie di potere rendono evidente la necessità di una governance condivisa e multilaterale, capace di garantire diritti, sicurezza e interoperabilità.
L’Unione europea si propone come promotrice di un ordine digitale basato su regole. Questo include la diffusione dei propri modelli regolatori già adottati internamente, come il regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) e il Digital Services Act. Il fine è duplice: tutelare i diritti fondamentali nel cyberspazio e creare un quadro normativo prevedibile e trasparente per cittadini e imprese.
Per Kaja Kallas, alto rappresentante per la politica estera e vicepresidente della Commissione, “l’Europa ha un grande potenziale per ampliare la sua influenza geopolitica sulle questioni digitali. Siamo pronti a collaborare più da vicino con i partner sulle sfide comuni, restando però fermi nella difesa dei diritti individuali e delle libertà fondamentali”.
La strategia prevede anche interventi specifici su temi sensibili come la trasparenza algoritmica, la protezione dei minori online, la lotta alla disinformazione e la moderazione dei contenuti. In parallelo, si promuovono identità digitali interoperabili e sistemi pubblici che rispettino criteri di sicurezza e responsabilità. L’obiettivo è creare fiducia nel cyberspazio, condizione imprescindibile per qualunque cooperazione.
Cooperazione per la resilienza e la difesa cyber
Nel contesto attuale, la sicurezza digitale non è più solo una questione tecnica, ma un tema strategico. Gli attacchi informatici a infrastrutture critiche, l’utilizzo militare dell’intelligenza artificiale, la manipolazione informativa e il furto di dati sono strumenti sempre più frequenti in scenari di conflitto ibrido. La strategia dell’Ue riconosce che rafforzare le difese cyber dei partner è anche un investimento diretto nella propria sicurezza.
L’Ue intende espandere la cooperazione nel settore attraverso programmi mirati di assistenza tecnica, scambio di competenze, esercitazioni congiunte e sistemi di allerta rapida. L’accento è posto sulla protezione dei settori chiave: energia, trasporti, finanza, sanità e pubblica amministrazione.
Kaja Kallas ha collegato direttamente il digitale alla sicurezza e alla difesa:
“Le tecnologie digitali sono centrali anche per la difesa. Lo vediamo sul campo, dall’intelligenza artificiale in Ucraina agli attacchi informatici sponsorizzati da Stati contro i membri dell’Ue. La nostra nuova strategia rafforza la capacità dell’Europa di difendersi dalle minacce digitali, promuovendo al tempo stesso l’innovazione tecnologica”.
Accanto alla difesa, la strategia promuove anche l’interoperabilità tra le infrastrutture digitali pubbliche, con l’obiettivo di semplificare la mobilità delle persone e facilitare il commercio transfrontaliero in un ambiente digitale sicuro e regolato. L’intento è costruire un ecosistema digitale europeo allargato, resiliente e basato su principi comuni.