La Commissione europea ha lanciato il patto per il Mediterraneo, concepito come un quadro per sviluppare i rapporti tra l’Unione e i Paesi del Mare Nostrum, rapporti spesso travagliati ma di elevata rilevanza strategica, anche per regolare i flussi migratori provenienti da questi Paesi, che sono spesso contemporaneamente di origine, di transito e talora anche di destinazione. Il piano, che dovrà essere tradotto successivamente in un piano d’azione, si articola su tre pilastri, con un’agenda incentrata sulle persone.
“Gli scambi commerciali tra l’Unione europea e il resto del Mediterraneo sono aumentati di oltre il 60% in soli 5 anni – ha spiegato la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen -. Le nostre catene del valore sono sempre più interconnesse. Quindi, i tempi sono maturi per una maggiore integrazione. Dovremmo semplificare le relazioni commerciali tra di noi. Dovremmo creare nuovi legami tra le nostre industrie, le nostre università, le nostre istituzioni. Per questo oggi facciamo una proposta chiara ai nostri vicini. Creiamo uno Spazio Mediterraneo Comune, con l’obiettivo di una progressiva integrazione tra di noi. Questa è l’essenza del Patto per il Mediterraneo”.
The Mediterranean has always been a bridge connecting the people around its shores. Our Pact will deepen this connection.
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) October 16, 2025
By bringing our people and economies together and tackling our common challenges.
Always with our shared Mediterranean home at heart https://t.co/NpAJdWRNcb
I tre pilastri del patto per il Mediterraneo
Il patto si basa su tre pilastri: “Il primo pilastro, il cuore del nostro lavoro – spiega von der Leyen – sono le persone. Il secondo è l’economia. E il terzo è il legame tra sicurezza, preparazione e migrazione. Per ogni pilastro, abbiamo individuato iniziative che produrranno un cambiamento reale sul campo: oltre 100 idee e azioni concrete”.
Nel dettaglio, il primo pilastro prevede iniziative nel campo dell’istruzione superiore, delle competenze, della formazione tecnica e professionale, dell’accesso al sostegno al lavoro, della società civile, della cultura dell’impegno, della tutela del patrimonio culturale, ma anche dell’utilizzo del patrimonio culturale per promuovere nuove opportunità di lavoro, nonché della tutela del territorio, dello sport e dell’emancipazione della società civile. Ci sono diverse iniziative di punta, prima di tutte l’Università Mediterranea e la creazione di un’assemblea dei giovani.
Il secondo pilastro si concentra sul rafforzamento delle economie nazionali, rendendole sostenibili e integrate. Lo scopo è modernizzare e rafforzare gli investimenti Ue nel commercio. Le energie rinnovabili e le tecnologie pulite sono un altro progetto di punta, per migliorare la produzione ‘green’ nella regione, oltre all’economia blu, connettività digitale, trasporti e supporto alle startup.
Infine, il terzo pilastro riguarda la sicurezza. L’Unione europea intende integrare il più possibile i Paesi della regione nei suoi meccanismi di preparazione, sia per quanto riguarda la Protezione Civile, sia per quanto riguarda la sicurezza alimentare. Così come il nodo dell’immigrazione clandestina: una “sfida comune”, dato che molti Paesi della regione sono diventati anche Paesi di destinazione, non solo di transito e di origine. Il Patto è aperto anche al dialogo con partner al di fuori del Mediterraneo meridionale, tra cui il Golfo, l’Africa subsahariana, i Balcani Occidentali e la Turchia.
Il piano d’azione e i finanziamenti
Il piano d’azione con il quale si tradurranno gli obiettivi in fatti è atteso nel primo trimestre 2025. Per quanto riguarda le risorse economiche, al momento non è chiaro ancora come e quanto sarà investito.
“Da parte europea – ha spiegato von der Leyen -, mobiliteremo i nostri strumenti finanziari con un approccio ‘Team Europe’. E, soprattutto, non lasceremo nulla di intentato per mobilitare investimenti privati. Vogliamo anche intensificare la cooperazione triangolare, in particolare con i paesi del Golfo. Collaborare con loro è essenziale per progetti come il corridoio India-Medio Oriente-Europa”.
E conclude: “Questo è un momento molto speciale per il Mediterraneo, ma anche per l’Europa, poiché entrambi condividono un futuro comune di pace e cooperazione, spesso accompagnato da sofferenze e perdite inimmaginabili. La devastante guerra a Gaza è finalmente giunta al termine, segnando un momento cruciale non solo per Gaza, ma anche per l’Unione europea e per il Mediterraneo in generale, segnando il momento in cui il futuro della regione viene riscritto. L’Europa ha interesse a plasmare un futuro di pace e prosperità. Perché questa è la nostra regione comune. E vogliamo fare la nostra parte come partner. È il nostro impegno per la nostra casa comune nel Mediterraneo”.