Letta all’Europarlamento: “O integriamo i mercati europei o diventiamo una colonia di Usa o Cina”

L'ex premier italiano ha presentato all’Europarlamento il suo Rapporto sul mercato unico e ha ribadito la necessità di integrare i mercati finanziari, delle telecomunicazioni e dell'energia
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Enrico Letta
L'ex premier italiano Enrico Letta (Arnaud Andrieu/SIPA/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

“Tutto si riduce a una domanda: se vogliamo diventare una colonia degli Stati Uniti o della Cina nei prossimi dieci anni”. Enrico Letta, ex premier italiano, ha sintetizzato così le sfide che attendono al varco l’Europa nel giro di dieci anni in campo economico, digitale, ambientale, e della competitività, presentando ieri sera all’Europarlamento in seduta plenaria il suo Rapporto sul mercato unico.

Se c’è un modo per evitare questo scenario di subalternità, Letta non ha dubbi su quale sia: “I mercati finanziari, dell’energia e delle telecomunicazioni devono essere integrati“. Attualmente, infatti, in questi settori l’Ue è solo “un’espressione geografica”, e questo sta presentando all’Europa un conto molto salato.

Punto di partenza: il mercato finanziario

Il punto di partenza è il mercato finanziario: l’ex presidente del Consiglio italiano nel suo discorso ha osservato come oggi questo sia caratterizzato dalla somma di 27 mercati finanziari separati, dando vita al paradosso di avere una moneta unica senza avere un mercato finanziario unico.

“La frammentazione dei mercati finanziari europei fa il gioco di altri attori globali, Usa e Cina”, ha aggiunto ricordando a titolo di esempio che attualmente anno 300 miliardi di risparmi europei vanno ad alimentare i mercati finanziari americani e la loro economia reale.

Serve perciò “un’unione degli investimenti e dei risparmi, una integrazione reale che non sia a beneficio del solo settore finanziario ma anche dei cittadini. Chiudere il gap con gli investimenti privati è cruciale”, ha sottolineato Letta.

Perché “senza un sistema finanziario integrato non saremo in grado di creare un nuovo paradigma per lo sviluppo economico, saremo incapaci di innovare e incapaci di garantire la nostra sicurezza e solo dopo aver unificato i mercati finanziari potremo finalmente investire nell’innovazione e sostenere l’economia reale”, ha continuato l’ex premier.

Il Green Deal rimane una priorità

Inoltre, un mercato finanziario integrato potrebbe consentire “di finanziare in modo efficace il Green Deal”, aspetto su quale Letta si è particolarmente soffermato: il Green Deal rimane una priorità ma va capito come raggiungerlo. La transizione digitale e verde infatti, ha sottolineato, dovrà puntare all’equità, alla sicurezza, alla promozione dell’occupazione, alla coesione e alla dimensione sociale: “Non possiamo permetterci che il Green Deal sia un lusso che solo i ricchi possono permettersi“.

“La dimensione sociale e quella economica del Green Deal sono essenziali. Se siamo impegnati per il Green Deal, dobbiamo delineare chiaramente come verrà finanziato, altrimenti rischiamo di fare solo dichiarazioni di intenti senza un piano concreto per finanziarlo e una reazione politica sarà inevitabile”, ha aggiunto spiegando che occorre “mobilitare il capitale privato“.

Due proposte concrete

Quanto all’applicabilità delle misure previste nel suo Rapporto, problema analogo a quello in cui si trova il Rapporto Draghi sulla competitività, anche qui Letta è stato molto chiaro: “Le proposte concrete contenute nel rapporto possono avere un impatto reale solo se quest’Aula le farà proprie e le porterà avanti. Ho viaggiato per tutta Europa: tutte le proposte contenute nel rapporto non richiedono cambiamenti di trattati. Sono molto concrete”.

E queste misure sono essenzialmente due: la prima è che quando le istituzioni europee legiferano su materie rilevanti per il Mercato Unico privilegino i regolamenti, piuttosto che le direttive, per dare maggiore certezza giuridica alle imprese, perché “la capacità di innovazione dell’Ue – ha affermato l’ex premier – dipende anche dalla creazione di un ecosistema in cui le imprese possano prosperare. Ecco perché la semplificazione delle regole del mercato unico è un tema centrale”.

“La seconda proposta – ha continuato Letta – è l’idea del 28esimo regime per operare all’interno del Mercato Unico: uno Stato virtuale, in cui le aziende potrebbero scegliere altre operazioni più pratiche a livello europeo. Entrambe queste proposte coprono aspetti normativi che aiutano a ridurre la burocrazia, senza in alcun modo minare le norme sociali sulle quali non vogliamo vedere alcuna corsa al ribasso”, ha evidenziato, riferendosi alla creazione di un codice europeo di diritto delle società: “Questo regime non sostituirebbe i codici nazionali ma potrebbe dare un’opzione ulteriore”.

Ora il prossimo passo sarà giovedì, quando, in una discussione separata, i deputati continueranno a parlare di questi temi, fondamentali per il futuro dell’Unione e dei suoi cittadini.