Il settore vinicolo europeo è in fermento. Non parliamo del normale processo chimico-fisico che permette ai produttori di ottenere il loro vino, ma delle proteste contro Bruxelles che studia una nuova stretta al settore. Due le direttive al vaglio della Commissione: obbligare le imprese a esporre un’etichetta che espliciti chiaramente i rischi di salute correlati al consumo di alcool, la possibilità di imporre delle aliquote sul vino e su altri prodotti alcolici prodotti in Ue.
Nuove regole vino, cosa prevede il testo
Le nuove regole europee proposte dall’esecutivo comunitario fanno parte del piano Beating Cancer e si basano sulla letteratura scientifica, sempre più ampia, che dimostra i rischi per la salute correlati all’uso di alcool, incluso l’aumento di sviluppare tumori.
Nel documento la Commissione ricorda che la quota minima di accisa per il vino e le bevande fermentate oggi è pari a zero e ritiene necessaria una valutazione approfondita della Direttiva sulle aliquote dell’imposta sull’alcool. L’esecutivo spiega che la revisione delle norme che regolano l’acquisto transfrontaliero di prodotti alcolici e in particolare delle accise è in corso. L’aumento delle accise e gli oneri derivanti dalle nuove etichette potrebbero portare a un incremento dei prezzi al consumo. D’altronde il fine dell’esecutivo è quello di ridurre al massimo le esternalità negative subite dai cittadini europei per il consumo di vino e altri alcolici.
Il messaggio è chiaro: finora si sono completamente ignorati i rischi legati al consumo di alcool e, quindi, ora la comunicazione di marketing non può più essere deregolamentata. Per questo, la Commissione propone di introdurre avvertenze sanitarie sulle etichette delle bevande alcoliche analogamente a quanto già avviene per i pacchi di sigarette e di tabacco.
Le reazioni dei produttori
L’Unione Italiana Vini (Uiv) ha espresso forte preoccupazione, parlando di un “duro colpo per la competitività del settore vinicolo europeo“. Il segretario generale di Uiv, Paolo Castelletti, ha mostrato il suo disappunto per le nuove norme al vaglio di Bruxelles: “Speravamo che la nuova Commissione si concentrasse su misure di supporto alle imprese, invece vediamo un inasprimento delle tasse e nuove distorsioni del mercato unico”. L’Unione chiede un intervento deciso da parte degli Stati membri e degli Europarlamentari italiani per bloccare il documento in sede di Consiglio e Parlamento Ue.
Centinaio: “Occorre tutelare i produttori Ue”
Anche il vicepresidente del Senato italiano, Gian Marco Centinaio, si è detto contrario all’iniziativa di Bruxelles: “Sembra che la nuova Commissione europea si stia preparando a una nuova crociata contro il vino, fatta di tasse, etichette allarmistiche e limiti al commercio. Se queste sono le premesse, siamo pronti ancora una volta a dare battaglia contro decisioni che non avrebbero alcun fondamento scientifico e finirebbero solo per penalizzare uno dei prodotti di maggior prestigio e qualità del nostro export
agroalimentare”, ha dichiarato il senatore della Lega.
“Mi auguro che il Commissario europeo alla Salute Olivér Várhelyi fermi sul nascere questo blitz e mantenga le sue promesse per quanto riguarda ad esempio gli health warning, che ha detto di non considerare prioritari. Basta con l’Europa matrigna che danneggia i produttori senza motivi validi. Abbiamo bisogno che l’Ue difenda invece i nostri prodotti agroalimentari a testa alta, evitando l’imposizione di dazi dagli Usa e impedendo l’invasione dal Mercosur di merci con scarsi standard
di sicurezza”, ha concluso il vicepresidente del Senato.
Cosa dice la scienza
Negli anni si sono moltiplicati gli studi che dimostrano la pericolosità dell’alcol. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha confermato che il consumo di alcol è associato a oltre 200 problemi di salute, tra cui malattie infettive, cancro, disturbi mentali e comportamentali. Il Fondo mondiale per la ricerca sul cancro (Wcrf) è stato ancora più severo, affermando che “per la prevenzione del cancro, è bene non bere alcolici”, smentendo i benefici del vino rosso che anche l’Istituto Superiore di Sanità annovera tra i falsi miti legati all’alcol.