Bruxelles ha messo in moto un’importante iniziativa, ribattezzata “Unione del risparmio e degli investimenti“, con l’obiettivo di utilizzare al meglio i 10.000 miliardi di euro di risparmi depositati sui conti correnti dei cittadini europei.
Il progetto mira a vincolare i bacini di capitale nazionali, considerati spesso frammentati, per garantire che le imprese europee possano reperire i fondi necessari per crescere e innovare senza dover ricorrere necessariamente a fondi internazionali.
“Un tesoro dormiente”
Storicamente, gli europei hanno risparmiato una percentuale del loro reddito superiore rispetto a quanto fatto dai cittadini americani. A causa di una combinazione di generosi sistemi di welfare, scarsa alfabetizzazione finanziaria e un mosaico di incentivi, quasi la metà della ricchezza delle famiglie nell’Ue, però, resta depositata in conti bancari senza trasformarsi in incentivi. In periodi di elevata inflazione, questa ricchezza depositata perde valore.
Inoltre, il coinvolgimento diretto nei mercati dei capitali è limitato: solo circa un terzo degli europei detiene azioni, un dato che contrasta nettamente con oltre la metà delle famiglie negli Stati Uniti.
Maria Luís Albuquerque, commissaria europea per i servizi finanziari, ha sottolineato in un’intervista al Financial Times l’obiettivo dell’Ue: “Vogliamo dare ai nostri cittadini gli incentivi per far fruttare davvero i propri risparmi”. E ha aggiunto che in questo modo si potranno indirizzare più fondi verso i mercati dei capitali, offrendo maggiori opportunità alle aziende europee, che saranno in grado di crescere, innovare e creare posti di lavoro migliori.
Conti di investimento semplificati
La Commissione ha adottato una raccomandazione che chiede ai governi nazionali di introdurre Conti di Risparmio e Investimento (Sia) fiscalmente agevolati. Questi conti, progettati per essere semplici e accessibili, consentirebbero agli investitori di usare le proprie finanze nei mercati dei capitali in modo intuitivo.
Bruxelles raccomanda agli Stati membri di creare tali conti utilizzando deduzioni, differimenti o esenzioni, garantendo un trattamento fiscale favorevole per i beni detenuti al loro interno. Questi strumenti dovrebbero inoltre offrire l’accesso ad azioni, obbligazioni e fondi di investimento senza costi di ingresso o importi minimi richiesti.
Tali conti dovrebbero fare affidamento ad un ampio bacino di fornitori di servizi finanziari autorizzati, dalle banche alle società di investimento. Secondo la Commissione, l’esperienza utente dovrebbe essere semplice e accessibile “per rendere l’acquisto e la vendita di asset” agevolata. Inoltre, agli investitori al dettaglio dovrebbe essere consentito di aprire più conti con diversi fornitori, senza commissioni eccessive o processi macchinosi quando trasferiscono i loro portafogli. Incentivi fiscali e tassazioni semplificate, infine, contribuirebbero al processo.
Alfabetizzazione finanziaria
Ma non solo. Il secondo pilastro cruciale della strategia europea si basa sull’educazione finanziaria. Secondo un recente sondaggio, meno del 20% dei cittadini dell’Ue ha un elevato livello di alfabetizzazione finanziaria. La Commissione sostiene che c’è una forte correlazione tra bassi punteggi di alfabetizzazione e la detenzione di denaro nei conti bancari.
Per questo, sta portando avanti una strategia per migliorare la consapevolezza finanziaria in tutte le fasi della vita, attraverso il coordinamento e la condivisione delle migliori pratiche nazionali, campagne di sensibilizzazione a livello Ue, e finanziamenti per iniziative e ricerche.
Ostacoli e prospettive
Il progetto dell’Unione dei mercati dei capitali, ribattezzata Unione dei risparmi e degli investimenti, è stato fermo almeno dal 2017. Lo ha confermato a Bruxelles il commissario europeo al Clima, che ha anche la delega al Fisco, l’olandese Wopke Hoekstra.
“Ho esattamente la stessa opinione, in una nuova veste – risponde – di quella che avevo come ministro delle Finanze, ovvero che l’Europa ha davvero bisogno di un’Unione dei mercati dei capitali a pieno titolo, senza eccezioni, e che questa sarà di gran lunga la soluzione migliore per le nostre aziende e i nostri cittadini”. Per Hoekstra, “la tragedia è che prima che Maria Luisa Albuquerque iniziasse il suo grande lavoro su questo, la situazione dell’Unione dei mercati dei capitali era più o meno allo stesso stadio di quando ho avuto il mio primo Eurogruppo da ministro, nell’ottobre 2017. È un intervallo di anni sprecato. Quindi assicuriamoci di fare tutti i passi che sono assolutamente necessari”, ha concluso.