Cosa significa l’ok di Bruxelles al finanziamento italiano da 1,3 miliardi di euro per Silicon Box

La Commissione Europea ha approvato gli aiuti di Stato: a Novara arriva il primo impianto europeo di packaging avanzato per semiconduttori
1 giorno fa
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Un Semiconduttore Canva
Un semiconduttore da Cpu_Canva

Che il Giappone scelga l’Europa per investire sui semiconduttori è una buona notizia. Che scelga l’Italia, poi, è ancora più sorprendente. Nelle ultime ore, la Commissione Europea ha approvato gli aiuti di Stato italiani pari a 1,3 miliardi di euro per sostenere Silicon Box, con sede a Singapore, nella realizzazione di un nuovo impianto di packaging avanzato per semiconduttori in Piemonte. La giapponese Silicon Box mette sul piatto un investimento complessivo da oltre 3 miliardi.

Quella che sorgerà a Novara, riporta la casa madre, sarà la prima fabbrica europea di advanced packaging e chiplet integration.

Il sito piemontese contribuirà a soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori, principalmente nel mercato europeo, fondamentali per le nuove tecnologie, a partire dall’Intelligenza artificiale e i veicoli elettrici, due campi cruciali per la competitività del presente e del futuro.

“I recenti sconvolgimenti globali dimostrano con chiarezza quanto sia fondamentale costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa”, commenta il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, che spiega: “Per questo, il governo ha posto i chip e la microelettronica al centro delle sue priorità strategiche, consapevole che rappresentano un pilastro imprescindibile per garantire la sicurezza e la competitività del nostro sistema industriale”.

In tal senso, la notizia si aggiunge all’investimento da 4,3 miliardi di euro che Microsoft ha destinato al Belpaese per lo sviluppo dell’Ai e delle relative competenze.

I chips, l’Italia e l’Ue

Il finanziamento è stato approvato dall’Ue perché il progetto di Silicon Box rientra nel quadro del Chips Act dell’Unione Europea, che prevede il finanziamento pubblico principalmente da parte dei governi nazionali, mentre la valutazione dei progetti è affidata a Bruxelles.

Entusiasta il ministro Urso che ha commentato: “La decisione della Commissione Europea rafforza il nostro ruolo nel settore dei semiconduttori, delle alte tecnologie e per l’autonomia strategica dell’Ue. L’Italia è finalmente al centro della sfida tecnologica europea”.
Quello appena approvato dall’esecutivo comunitario è il terzo investimento italiano nel settore dei chip approvato dalla Commissione Europea, su un totale di cinque progetti. In Italia figurano anche:

  • STMicroelectronics: la Commissione Europea ha approvato un finanziamento pubblico per sostenere l’espansione delle capacità produttive di STMicroelectronics in Italia. Questo investimento mira a rafforzare la produzione di semiconduttori avanzati, contribuendo alla resilienza e all’autonomia tecnologica dell’Europa;
  • Intel: l’Italia ha negoziato con Intel l’installazione di un impianto di confezionamento e assemblaggio di semiconduttori sul territorio nazionale. Questo progetto fa parte di un più ampio piano di investimenti di Intel in Europa, volto a potenziare la capacità produttiva e l’innovazione nel settore dei chip.

Per il ministro Urso si tratta di “Un’ulteriore importante conferma della solidità del nostro piano strategico sulla microelettronica, che ha innescato un effetto volano negli investimenti portando il settore in Italia a superare i 9 miliardi di euro nel solo 2024, posizionandoci al secondo posto in Europa dopo la Germania”.

Il Chips Act Ue

L’investimento di Silicon Box rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e l’autonomia tecnologica dell’Europa nel settore dei semiconduttori, in linea con gli obiettivi delineati dal Chips Act europeo e nelle Linee guida politiche della Commissione Europea 2024-2029.

Il Chips Act europeo è una normativa che mira a rafforzare l’ecosistema dei semiconduttori nell’Unione Europea, con l’obiettivo di raddoppiare la quota di mercato globale dell’UE nel settore dei chip entro il 2030, passando dal 10% al 20%.

Gli obiettivi principali del Chips Act includono:

  • Sostenere la ricerca e l’innovazione: attraverso l’iniziativa “Chips for Europe”, il Chips Act promuove lo sviluppo di tecnologie avanzate e la loro applicazione industriale, colmando il divario tra ricerca e produzione;
  • Potenziare la capacità produttiva: come accennato, il Chips Act prevede la mobilitazione di investimenti pubblici e privati per incrementare la produzione di semiconduttori nell’UE, con un impegno finanziario complessivo di 43 miliardi di euro;
  • Garantire la sicurezza dell’approvvigionamento: la normativa mira a ridurre la dipendenza dell’Ue da fornitori esterni, assicurando una fornitura stabile di semiconduttori per le industrie europee;
  • Creare un quadro normativo favorevole: il Chips Act stabilisce misure per facilitare gli investimenti e la costruzione di impianti di produzione, semplificando le procedure amministrative e promuovendo la cooperazione tra Stati membri.

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