Calo dei consumi, cambiamenti climatici, difficoltà nell’export e burocrazia: il settore vitivinicolo sta vivendo una grave crisi, e i dazi minacciati dal presidente Usa Donald Trump rischiano di dargli il colpo di grazia. Per ridare slancio e competitività al comparto, la Commissione europea ieri ha annunciato un atteso pacchetto vino, che rivede tre regolamenti in base a una serie di raccomandazioni presentate a dicembre da un Gruppo di alto livello sulla politica vitivinicola costituito ad hoc (High-Level Group on Wine Policy, HLG).
Un settore in crisi
Nonostante l’Unione sia ancora leader globale nella produzione (60%, con Italia, Francia e Spagna primi tre produttori mondiali), nel consumo (48%) e nel valore delle esportazioni di vino (60%), il settore affronta una crisi strutturale. Il consumo interno è al livello più basso degli ultimi tre decenni, penalizzato da tendenze salutistiche – soprattutto tra giovani e millennials – e dalla crescente concorrenza di bevande alternative analcoliche, cocktail e birra, considerati più ‘giovani’ e informali. All’estero, l’instabilità geopolitica e l’introduzione di dazi, come le tariffe del 200% minacciate dagli Stati Uniti, rendono più incerto l’accesso ai mercati tradizionali. La produzione, intanto, diventa sempre più vulnerabile agli eventi meteorologici estremi, amplificati dai cambiamenti climatici.
In questo scenario, il settore si trova a fare i conti con un paradosso: troppa offerta per una domanda che arretra, mentre i costi di produzione (vetro, manodopera, agrofarmaci) e le complessità burocratiche aumentano.
Hansen: “Oltre al peso economico, i vigneti fanno parte del nostro patrimonio culturale”
Il “Pacchetto Vino 2025” proposto dalla Commissione affronta tutti queste sfide, a partire dall’eccesso di produzione. La proposta della Commissione introduce misure mirate per aiutare il settore a gestire il potenziale produttivo, ad adattarsi all’evoluzione delle preferenze dei consumatori e a sbloccare nuove opportunità di mercato. Le misure dovrebbero contribuire inoltre a mantenere la vitalità delle zone rurali che dipendono dall’occupazione nel settore vitivinicolo.
Il vino dell’Unione è legato a valori quali tradizione, sostenibilità, tutela del paesaggio, cultura, gastronomia e turismo ed è fondamentale per la sostenibilità economica delle aree rurali, come ha sottolineato Christophe Hansen, commissario per l’agricoltura e l’alimentazione, presentando il pacchetto: “Oltre al peso economico del settore e al savoir-faire dei nostri produttori di vino, i vigneti fanno parte dei nostri paesaggi e del nostro patrimonio culturale. (…) Sono fiducioso che le nostre proposte contribuiranno a stabilizzare il mercato e consentiranno ai produttori di cogliere nuove opportunità e rispondere alle mutevoli aspettative dei consumatori”.
Ecco le misure previste dal pacchetto:
Eccesso produttivo
Il settore produce troppo: secondo i dati Ue, nel 2024 sono stati raggiunti circa 150 milioni di ettolitri, mentre il consumo è sceso a 95 milioni di ettolitri. In pratica, il mercato è saturo. Da qui la necessità di strumenti per ridurre la produzione in eccesso, senza compromettere la qualità, la tradizione e il valore culturale del vino europeo. Gli Stati membri potranno:
• limitare o sospendere il rilascio di nuove autorizzazioni per impianti di vigneti, anche fino allo 0%, nelle aree in surplus
• richiedere che le autorizzazioni concesse siano utilizzate nella stessa area geografica per evitare squilibri territoriali
• favorire l’estirpazione volontaria delle vigne (rimozione delle viti in eccesso) e la vendemmia verde (rimozione dell’uva acerba prima del raccolto), operazioni ora finanziabili anche al di fuori dei contesti di crisi.
Inoltre viene proposta:
• la possibilità per i viticoltori di rinunciare senza sanzioni alle autorizzazioni di piantagione ricevute prima del 1° gennaio 2025, se non utilizzate. Le sanzioni restano per le autorizzazioni successive a questa data, per contrastare le speculazioni
• l’estensione delle autorizzazioni di reimpianto fino a 8 anni, offrendo più margine di manovra agli operatori per adeguarsi alla domanda del mercato o alle mutevoli condizioni climatiche.
Sostegno all’innovazione e alla sostenibilità
Il pacchetto potenzia il sostegno agli investimenti legati all’adattamento climatico:
• l’assistenza finanziaria dell’Ue potrà coprire fino all’80% dei costi ammissibili
• viene promossa la ristrutturazione dei vigneti per migliorare efficienza e sostenibilità, evitando l’aumento della resa produttiva.
Apertura a nuovi segmenti di consumo
Per diversificare il mercato e intercettare la crescente domanda di prodotti a basso tenore alcolico, saranno:
• armonizzati i termini per etichettare i vini “analcolici” e “low-alcohol” (es. “Alcohol Light” sotto il 2,8%, “Alcohol Zero” sotto lo 0,5%). Nell’Ue il vino normale ha un minimo dell’8,5%
• modificate le norme tecniche per consentire la produzione di vini spumanti dealcolati e vini spumanti gassati direttamente da vini fermi dealcolati o parzialmente dealcolati, rispettivamente mediante una seconda fermentazione o l’aggiunta di CO2
• cambiate le norme sulla produzione e l’etichettatura dei vini aromatizzati ” Glühwein” prodotti combinando vino rosso e bianco o uno qualsiasi di questi con vino rosato in modo da consentire l’ uso del termine ‘vino rosato’.
Etichettatura elettronica semplificata
Per ridurre la frammentazione del mercato interno e agevolare l’export, viene proposta:
• un’etichettatura digitale unificata tramite QR code, anche senza testo, per fornire ingredienti, valori nutrizionali, tasso alcolico
• una piattaforma armonizzata per tutti i prodotti vitivinicoli e aromatizzati, riducendo la burocrazia e i costi per i produttori.
Il pacchetto non prende in considerazione la proposta di introdurre avvertimenti sul cancro, che la DG SANTE voleva avanzare durante l’ultimo mandato della Commissione ma che è stata abbandonata per l’ostilità di Paesi produttori come Italia, Francia e Spagna. Solo l’Irlanda ha adottato la legge.
Rafforzamento delle misure di promozione
• viene estesa da 3 a 5 anni la durata delle campagne promozionali nei mercati extra-Ue
• inclusione di azioni per sostenere l’enoturismo nelle aree DOP e IGP, a beneficio delle economie rurali
• le organizzazioni di produttori potranno accedere al massimo tasso di cofinanziamento europeo, equiparato a quello delle pmi.
L’Italia tra opportunità e cautela
“il pacchetto di misure annunciate oggi da un lato rafforza i diritti delle imprese e snellisce le procedure, riconoscendo la necessità di adattamento a crisi strutturali e climatiche, dall’altro dimostra di voler abbracciare innovazione e nuovi mercati, senza tradire l’identità del settore”, ha commentato Luca Rigotti, presidente del settore vitivinicolo di Fedagripesca Confcooperative, che allo stesso tempo auspica “che Consiglio e Parlamento europeo procedano speditamente ad una approvazione, introducendo un’adeguata flessibilità finanziaria, oggi necessaria per il settore”.
“Ad una prima lettura riteniamo positiva l’introduzione di alcuni elementi, come chiesto da Confagricoltura, a favore di una maggiore flessibilità nella gestione del potenziale produttivo, per ridurre le eccedenze, e di potenziamento degli investimenti che perseguono l’obiettivo di mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici”, ha affermato Massimiliano Giansanti, presidente di Confagricoltura. “Occorre ancora lavorare su vari aspetti: chiediamo che ci sia maggiore flessibilità finanziaria per un utilizzo ottimale delle risorse dell’Ocm Vino”, ha sottolineato.
Reazioni e prossimi passi
Anche a livello europeo le associazioni del settore hanno accolto positivamente l’intervento della Commissione, pur sottolineando la necessità di rafforzare alcuni strumenti e garantire un maggiore coordinamento tra politiche agricole, commerciali e ambientali. La proposta dovrà ora essere approvata dal Consiglio e dal Parlamento europeo.
Il tempo è però un fattore critico: senza interventi rapidi, molte aree viticole rischiano l’abbandono, con conseguenze economiche, occupazionali e paesaggistiche rilevanti.