Nvidia, l’espansione europea. Tra “infrastruttura IA” e sovranità tecnologica

L'azienda di Jensen Huang promette all'Europa di costruire le fondamenta dell'economia del futuro. E l'Italia emerge come nodo cruciale in questo ecosistema, con progetti che potenziando ricerca, formazione e applicazioni industriali usando l'intelligenza artificiale
24 ore fa
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Jensen Hunag Vivatech Nvidia Europa
(Thibaud Moritz/AFP)

L’Europa si prepara a vivere una “nuova rivoluzione industriale”. Questa, perlomeno, è stata la promessa che l’amministratore delegato di Nvidia, il più importante produttore al mondo di chip per l’intelligenza artificiale, ha lanciato dal palco della conferenza VivaTech a Parigi. Nel pieno di un tour europeo partito lunedì da Londra, il “padrino dell’IA” Jensen Huang ha presentato la strategia di espansione nel continente europeo come un’occasione per i Paesi di dotarsi dei “mattoni” dell’economia del futuro, ma anche prendere il controllo di una tecnologia sempre più strategica.

“Oggi esiste una nuova industria, un’industria dell’IA, ed è ormai parte della nuova infrastruttura, l’infrastruttura dell’intelligenza, che sarà utilizzata da ogni Paese, da ogni società”, ha detto Huang, tracciando un parallelismo con la diffusione dell’elettricità e sostenendo che l’IA sia il “‘più grande equalizzatore” mai creato. La sua proposta per il Vecchio continente, che ambisce a tenere il passo di Usa e Cina, è di costruirla con gli ambitissimi chip Nvidia; sullo sfondo i controlli alle esportazioni Usa e il conseguente declino delle vendite in Cina, che non hanno ancora intaccato la performance stellare dell’azienda ma danno a Huang un’ottima ragione per guardare al mercato europeo.

Espansione capillare

Il suo piano di espansione si sviluppa su più fronti, ma parte da una vasta serie di alleanze con aziende partner in vari Paesi europei per costruire quelle che chiama infrastrutture IA, ossia servizi che Nvidia offre a terzi, e venti “fabbriche di IA” (AI factories), centri dati specializzati che le aziende possono costruire per il loro uso interno. In più l’azienda sta costruendo in Germania un “cloud industriale di IA” pensato per la manifattura europea: una mega-struttura forte di 10.000 chip Nvidia che può aiutare le aziende ad accelerare processi produttivi come progettazione, sviluppo e simulazione, passando per i gemelli digitali e la robotica.

In parallelo, Nvidia sta collaborando con governi europei, operatori di telecomunicazioni e fornitori di servizi cloud per implementare le proprie soluzioni tecnologiche in tutta la regione. E mira ad ampliare la propria rete di centri tecnologici in Europa, con nuovi hub in Finlandia, Germania, Italia, Regno Unito e Spagna, per accelerare lo sviluppo delle competenze e la crescita del settore quantistico che secondo Huang sta raggiungendo “un punto di svolta”.

La nuova economia dell’IA

La previsione del patron di Nvidia trasuda ottimismo e ambizione: secondo lui la capacità di calcolo AI europea targata Nvidia crescerà di dieci volte in due anni. Ma nella sua logica sarebbe impensabile non muoversi in questa direzione. A VivaTech ha descritto l’emergere di un nuovo paradigma economico: le fabbriche IA non sono semplici data center ma vere e proprie “fabbriche di intelligenza”, e i token (l’unità fondamentale dei modelli IA) sono diventati il prodotto.

Come in qualsiasi ambiente produttivo, la produttività equivale a valore. Quindi più l’infrastruttura è in grado di generare token velocemente (quelli di alta qualità diventano parole, immagini, azioni, ragionamenti, piani aziendali utilizzabili), maggiore sarà la capacità dell’azienda di scalare servizi, insight, automazione. In quest’ottica, l’infrastruttura IA passa da essere un asset tecnico a una piattaforma strategica per la generazione di ricavi: nelle parole di Huang “più token riesci a produrre, e più velocemente sai ragionare, più ricavi produce la tua fabbrica [IA]”.

La mappa dei progetti europei

Le aziende con cui Nvidia ha alleato alleanze strategiche formano una rete diffusa sulla cartina europea. Al gigantesco centro tedesco da 10.000 chip Blackwell per il “cloud industriale IA” si appoggeranno realtà come Bmw, Maserati e Mercedes-Benz. In Francia, il partenariato con la startup di IA Mistral (sostenuto dall’Eliseo) mira a realizzare una piattaforma cloud AI basata su 18.000 chip Nvidia che dovrebbe diventare il pilastro della sovranità digitale francese. E nel Regno Unito 14.000 unità verranno distribuite in svariati data center e nel centro tecnologico Nvidia UK per sostenere le ambizioni IA britanniche. Ma la mappa presentata da Huang indica l’esistenza di altri progetti in corso in Finlandia, Polonia, Spagna, Svezia e Svizzera.

E l’Italia?

Il Belpaese sta emergendo come uno dei protagonisti nel piano di espansione europea targato Nvidia. L’obiettivo condiviso tra istituzioni, aziende e università è creare una forza lavoro altamente qualificata per guidare l’innovazione e la competitività italiana nell’era dell’intelligenza artificiale sovrana, sottolinea il post del blog di Nvidia che enumera le cooperazioni in corso.

Si parte dall’accordo tra l’azienda di chip e la compagnia di telecomunicazioni Fastweb, che ha permesso a quest’ultima di accendere il primo supercomputer NVIDIA DGX H100 del Paese, utilizzato per sviluppare un modello linguistico italiano dedicato alle applicazioni di IA generativa. Si passa poi dalla startup Domyn (ex iGenius), che sta collaborando con l’azienda statunitense per realizzare una fabbrica IA, detto Colosseum, progetto sostenuto dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy e dagli emiratini di G42 che punta a rafforzare la sovranità tecnologica nazionale attraverso modelli di ragionamento avanzati e infrastrutture dedicate.

Non poteva mancare il titano italiano della difesa e dell’aerospazio Leonardo, che stando a quanto scrive Nvidia sul suo blog utilizza i chip Blackwell per accelerare la progettazione e simulazione di elicotteri, mentre la startup K2K sviluppa modelli visivi e linguistici per analisi video in tempo reale che potranno essere utilizzati per potenziare le “città intelligenti” e le infrastrutture pubbliche, dalla gestione del traffico a quella dei rifiuti.

La lista continua con Cineca, il consorzio interuniversitario italiano che gestisce il supercomputer Leonardo (oltre 15.000 chip IA) e ricopre un ruolo fondamentale nell’espansione delle capacità italiane, anche grazie all’aggiunta del supercomputer Lisa (altri 1328 chip) e alla selezione da parte di EuroHPC per la costruzione di un’altra fabbrica di IA, “IT4LIA”, operativa da quest’anno e destinata a ricerca e startup.

Infine, la collaborazione tra Nvidia e il consorzio universitario Cini Laboratorio Aiis (Artificial Intelligence and Intelligent Systems), a cui partecipano 50 università e istituti di ricerca, ha formato oltre 3.000 accademici e avviato più di 200 progetti IA attivi sul supercomputer Leonardo, accelerando drasticamente rispetto ai 20 progetti del 2020.