L’energia è da sempre un nodo strategico della politica globale, e il gas russo resta una delle questioni più controverse per l’Europa e gli Stati Uniti. La proposta dell’investitore americano Stephen P. Lynch di acquisire il Nord Stream 2 per ripristinare il flusso di gas russo in Europa ha riacceso il dibattito sulla sicurezza energetica del continente.
E mentre Washington valuta i potenziali benefici e rischi di tale operazione, Berlino è categoricamente contraria e Mosca continua a spingere per una ripresa delle esportazioni.
L’offerta di Lynch e le reazioni europee
Il magnate Stephen P. Lynch, noto per le sue operazioni nei mercati russi, ha proposto un piano per riattivare il Nord Stream 2 attraverso un’entità non direttamente legata alla Russia. L’investitore ha cercato di convincere alti funzionari economici tedeschi all’audace piano per acquistare il gasdotto sottomarino.
L’obiettivo sarebbe quello di garantire gas a basso costo all’Europa senza violare le sanzioni internazionali. Tuttavia, la proposta ha incontrato una forte opposizione: il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha ribadito la sua ferma contrarietà, dichiarando che farà “tutto il possibile” affinché il gasdotto non venga riattivato.
L’incognita americana: pragmatismo o ambizione geopolitica?
Il governo americano ha assunto una posizione ambigua sulla questione. Mentre alcuni funzionari vedono la riattivazione del Nord Stream 2 come un’opportunità per stabilizzare i mercati energetici e ridurre le tensioni con Mosca, altri temono che questo possa compromettere gli sforzi europei per diversificare le fonti energetiche e diminuire la dipendenza dal gas russo.
La presidenza Trump, in particolare, ha mostrato segnali di apertura verso la possibilità di una collaborazione energetica con la Russia, alimentando speculazioni su una possibile nuova era di accordi commerciali tra Washington e Mosca che rileghi l’Ue a mero soggetto passivo.
Dal fronte russo, Vladimir Putin ha sottolineato più volte che una rinnovata cooperazione energetica con gli Stati Uniti potrebbe garantire stabilità ai mercati globali. Funzionari russi e americani avrebbero discusso la possibilità di un accordo per facilitare la vendita di gas all’Europa tramite intermediari.
Le conseguenze per l’Europa e il futuro del Nord Stream 2
L’Unione europea – dopo lo scoppio della guerra tra Russia e Ucraina – ha intrapreso una politica di riduzione della dipendenza dal gas di Putin. La Roadmap europea include misure per:
- Gas: bloccare tutte le importazioni di gas russo entro la fine del 2027, migliorando la trasparenza, il monitoraggio e la tracciabilità del gas russo nei mercati dell’Ue. Saranno vietati nuovi contratti con i fornitori di gas russo e i contratti spot (con pagamento immediato) saranno sospesi entro la fine del 2025.
- Petrolio: adottare nuove misure per affrontare il problema della “flotta ombra” russa (navi impiegate dalla Russia per eludere le sanzioni) che trasporta petrolio.
- Nucleare: limitare i nuovi contratti di fornitura cofirmati dall’Agenzia di approvvigionamento dell’Euratom per l’uranio, l’uranio arricchito e altri materiali nucleari provenienti dalla Russia.
Tuttavia, il dibattito sulla riattivazione del Nord Stream 2 dimostra che la questione energetica è tutt’altro che risolta. Il prezzo elevato dell’energia e le pressioni industriali potrebbero spingere alcuni governi europei a rivalutare la loro posizione.