Un quarto dei consumatori dell’Eurozona non acquista più prodotti americani. A rilevarlo è un sondaggio della Banca centrale europea, secondo la quale il 16% dei consumatori europei ha persino ridotto la propria spesa complessiva a causa dei dazi prima annunciati, e poi confermati, dal presidente statunitense Donald Trump.
L’accordo commerciale sta “influenzando significativamente il comportamento e le aspettative” delle famiglie nella regione, ha affermato la Bce in un documento pubblicato lunedì 22 settembre. “Questi risultati evidenziano gli effetti tangibili delle tensioni commerciali sul comportamento e sulle aspettative economiche dei consumatori europei“, ha affermato la Bce. “Alterano le aspettative di inflazione e crescita e provocano cambiamenti nei comportamenti di spesa. I dazi hanno introdotto un livello di incertezza che sta influenzando sia le decisioni delle singole famiglie sia, probabilmente, gli sviluppi economici futuri”.
L’effetto dazi sulle scelte di acquisto
I dati sono stati raccolti nel mese di giugno, prima che si verificasse l’accordo tariffario tra l’Unione europea e gli Stati Uniti, di conseguenza rappresentano una fotografia di quanto i dazi già stessero influenzando le politiche di acquisto delle famiglie europee. Ciò che è emerso dall’indagine è che un 40% degli intervistati ha ritenuto che i dazi siano inflazionistici, il 13% che abbiano un impatto negativo sulle proprie finanze e il 24% che i dazi freneranno la crescita economica.
“I dazi sono inflazionistici”
Secondo i consumatori che considerano i dazi inflazionistici si dovrebbe verificare un rialzo delle proprie aspettative di inflazione. I dati raccolti dalla Bce, infatti, mostrano che, per questo gruppo, nell’indagine di giugno 2025, anche le aspettative di inflazione sono aumentate rispetto a gennaio 2025, di circa 0,2 punti percentuali per l’orizzonte temporale di un anno, di 0,13 punti percentuali per quello di tre anni e di 0,06 punti percentuali per quello di cinque anni.
“Il lieve aumento delle aspettative di inflazione a lungo termine tra gli intervistati che considerano i dazi inflazionistici suggerisce che l’impatto percepito dei dazi sull’inflazione potrebbe non essere transitorio”, si legge nel documento della Bce.
Preoccupazioni sulla crescita economica
Ma a preoccupare non è solo l’inflazione. Dal sondaggio è emerso che anche le previsioni di crescita economica sono riviste al ribasso tra coloro che ritengono i dazi recessivi.
“I consumatori che percepiscono i dazi come recessivi hanno ridotto le loro aspettative di crescita economica nei prossimi 12 mesi di 0,4 punti percentuali da gennaio 2025, rispetto a una diminuzione di soli 0,2 punti percentuali tra gli altri intervistati – continua la Bce -. Questi risultati riecheggiano il messaggio secondo cui le tensioni commerciali stanno determinando un peggioramento delle prospettive economiche tra le famiglie”. Una prima conseguenza? I consumatori stanno modificando notevolmente le proprie abitudini di spesa. Circa il 26% degli intervistati ha dichiarato di aver abbandonato i prodotti statunitensi prediligendo quelli locali o provenienti da altri Paesi extra Ue, mentre circa il 16% ha dichiarato di aver ridotto la propria spesa complessiva.
“Questi cambiamenti comportamentali variano a seconda delle fasce di reddito – spiegano i ricercatori della Banca -: le famiglie ad alto reddito sono più propense ad abbandonare i beni statunitensi, mentre le famiglie a basso reddito sono più inclini a ridurre la spesa complessiva.
Secondo un’altra ricerca della Bce che risale a maggio 2025, molti consumatori erano già disposti ad abbandonare i prodotti statunitensi prima dell’annuncio dei dazi da parte dell’amministrazione statunitense nell’aprile 2025. Nell’ultima indagine, a fare la differenza è l’educazione finanziaria: maggiore è l’educazione finanziaria dei consumatori maggiore era la propensione a dichiarare di aver abbandonato i prodotti statunitensi; “mentre quelli con una minore educazione finanziaria erano più propensi a dichiarare di aver ridotto i loro consumi complessivi”, scrive la Bce.
“Questi risultati evidenziano gli effetti tangibili delle tensioni commerciali sul comportamento e sulle aspettative economiche dei consumatori europei. Alterando le aspettative di inflazione e crescita e provocando cambiamenti nei comportamenti di spesa, i dazi hanno introdotto un livello di incertezza che sta influenzando sia le decisioni delle singole famiglie sia, probabilmente, gli sviluppi economici più ampi”, ha concluso l’indagine.