Oggi si sta tenendo a Bruxelles un dialogo strategico sull’acciaio per rispondere ai dazi imposti da Donald Trump. L’obiettivo è arrivare a un piano d’azione che sarà svelato il prossimo 19 marzo, ma ci sono già diversi indizi per capire come vuole muoversi l’Ue nei confronti di Usa (e Cina).
Annunciando l’incontro odierno, la presidente della Commissione europea ha dichiarato: “L’industria siderurgica è un settore chiave del nostro mercato unico europeo. Allo stesso tempo, questo comparto è di fondamentale importanza nella nostra lotta contro il cambiamento climatico. Il dialogo strategico contribuirà a sviluppare un piano d’azione concreto per affrontare le sfide uniche di questo settore nella transizione industriale pulita. Vogliamo garantire che l’industria siderurgica europea sia competitiva e sostenibile nel lungo termine”.
All’incontro di oggi sono stati invitati rappresentanti chiave dell’intera filiera siderurgica, tra cui produttori di acciaio, fornitori di materie prime, clienti industriali, oltre a rappresentanti delle parti sociali e della società civile. Il dialogo terrà conto della recente bussola per la competitività dell’Ue e del Clean Industrial Deal europeo.
I numeri dell’acciaio in Europa
Come spiega Bruxelles in un comunicato stampa, con circa cinquecento impianti produttivi distribuiti in 22 Stati membri, il settore siderurgico contribuisce per circa 80 miliardi di euro al Pil dell’Ue e garantisce oltre 2,5 milioni di posti di lavoro. Fornisce input essenziali a settori critici come l’automotive, l’edilizia, la difesa, le tecnologie per la neutralità climatica, i veicoli elettrici e le infrastrutture strategiche. Molti di questi settori sono a loro volta oggetto di forti pressione geopolitiche, come la battaglia commerciale con Pechino sulle auto elettriche e l’evoluzione della guerra in Ucraina che spinge l’Europa a investire pesantemente nella difesa comune. Proprio in queste ore, von der Leyen ha annunciato un piano da 800 miliardi di euro per riarmare l’Europa e difenderla dalla ‘canaglia‘ russa.
I numeri confermano le difficoltà del settore siderurgico europeo già prima dei dazi trumpiani: al novembre 2024 la produzione di acciaio europeo è precipitata di 34 milioni di tonnellate rispetto al 2018, raggiungendo 126 milioni di tonnellate nel 2023. Allo stesso tempo le importazioni, che costituiscono il 27% del mercato dell’Ue, amplificano la decrescita produttiva di un’industria cruciale per l’economia europea.
I dazi di Trump e la risposta dell’Europa
I dazi Usa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio proveniente (anche) dall’Ue peggiorano il quadro. Come previsto dall’ordine esecutivo firmato dal presidente americano Donald Trump, le nuove tariffe entreranno in vigore il 12 marzo: “Ho stabilito che le importazioni di articoli in acciaio da questi Paesi minacciano di compromettere la sicurezza nazionale“, ha detto il tycoon annunciando i dazi.
La risposta europea è stata prima moderata: “Sono profondamente dispiaciuta per la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio. Le tariffe sono tasse: dannose per le imprese, e peggiori per i consumatori”, ha detto von der Leyen dopo l’ufficializzazione dei dazi da parte del presidente americano. Per The Donald, l’Unione europea, rea di esportare tanto e importare poco, è stata creata con l’obiettivo di “fregare” gli States.
Pronta la replica del presidente francese Emmanuel Macron: l’Ue introdurrà “dazi reciproci” su acciaio e alluminio e dovrà “rispondere” sugli altri prodotti colpiti dalla politica di Trump. “Se i dazi americani su acciaio e alluminio “vengono confermati, gli europei risponderanno e quindi ci saranno tariffe reciproche. “Dobbiamo proteggerci, dobbiamo difenderci”, ha detto il capo dell’Eliseo in una conferenza stampa a Porto con il primo ministro portoghese Luis Montenegro, dove ha spronato i colleghi europei: “Non dobbiamo mostrarci in qualche modo deboli di fronte a queste misure“.
Il piano d’azione per l’acciaio e i metalli, il ruolo della Cina
Il vice-presidente esecutivo Stephane Séjourné è stato inoltre incaricato di sviluppare un “Piano d’azione per l’acciaio e i metalli“, che verrà svelato il prossimo 19 marzo. Il comunicato stampa della Commissione lascia intendere che gli Usa non sono gli unici competitor da attenzionare.
Il dialogo strategico sull’acciaio che inizia oggi a Bruxelles tratterà questi punti:
- l’aumento della competitività;
- l’aumento della circolarità e della transizione ecologica;
- la decarbonizzazione e l’elettrificazione del settore;
- l’assicurazione di rapporti commerciali corretti con l’estero, che si tengano su un livello di parità internazionale.
Riguardo all’ultimo punto giova ricordare le parole di von der Leyen che, durante la visita alla presidenza di turno del Consiglio dell’Ue in Polonia, denunciò i rischi generati dalla “sovracapacità cinese che inonda i mercati europei”.
L’impatto della sovraccapacità sulle imprese europee si fa sentire soprattutto in settori come l’acciaio, i pannelli solari e i veicoli elettrici. Nel settore dell’acciaio, i produttori europei devono affrontare la concorrenza delle importazioni cinesi a basso costo, che minacciano la loro competitività e redditività europea. L’anno scorso le esportazioni di acciai finiti da parte della Cina hanno raggiunto il livello più alto degli ultimi nove anni. Secondo i dati dell’amministrazione generale delle dogane cinesi, i volumi hanno raggiunto nei dodici mesi 110,72 milioni di tonnellate, +22,7% in più rispetto al 2023.
Le tensioni sull’automotive hanno portato a una guerra commerciale tra l’Ue e il Dragone e all’imposizione di dazi europei sulle importazioni di auto cinesi. Per quanto riguarda l’acciaio, le prossime settimane diranno quale sarà la strategia di Bruxelles per rispondere ai dazi di Trump e allo strapotere di Pechino.