Le tensioni commerciali tra l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno raggiunto un nuovo livello di complessità con la proposta dell’ex presidente americano Donald Trump di imporre dazi doganali reciproci. L’Unione Europea non rifiuta il principio della reciprocità, ma sottolinea la necessità che tale meccanismo sia vantaggioso per entrambe le parti. Il commissario europeo al Commercio, Maros Šefčovič, in missione a Washington D.C. proprio per parlare dei dazi minacciati dall’amministrazione Trump, ha ribadito l’importanza di un approccio bilanciato. Il viaggio nella capitale statunitense aveva l’obiettivo di negoziare un punto di equilibrio tra le due potenze economiche, evitando una spirale di ritorsioni tariffarie che potrebbe destabilizzare il commercio globale.
Il tema dei dazi ha acceso il dibattito su entrambi i lati dell’Atlantico, con gli Stati Uniti che mirano a ridurre il proprio deficit commerciale, spesso additato come uno dei principali squilibri economici tra le due regioni. Šefčovič, tuttavia, ha sottolineato che la bilancia commerciale tra Ue e Usa non è così sfavorevole come sostenuto dal presidente Trump. Infatti, sebbene l’Europa goda di un surplus di circa 150 miliardi di dollari in beni, gli Stati Uniti compensano con un surplus di oltre 100 miliardi nel settore dei servizi. La reale differenza si attesterebbe dunque attorno ai 50 miliardi di dollari, una cifra significativa ma non tale da giustificare un’escalation protezionistica.
Le trattative sui dazi
Uno dei punti focali delle trattative riguarda i dazi sulle automobili, un settore particolarmente sensibile per entrambi i blocchi economici. Šefčovič ha smentito le voci secondo cui l’Unione Europea avrebbe accettato un abbassamento unilaterale dei dazi sulle auto importate dagli Usa, pur dichiarandosi aperto a un negoziato più ampio. La disponibilità europea si estenderebbe anche all’eventualità di ridurre le tariffe d’importazione su altri prodotti, purché vi sia una controparte statunitense disposta a fare lo stesso, in particolare sui pick-up e sugli autocarri, attualmente soggetti a tariffe comprese tra il 20% e il 25%.
L’approccio proposto da Bruxelles riflette una strategia di apertura commerciale che mira a salvaguardare gli interessi delle imprese e dei consumatori su entrambe le sponde dell’Atlantico. Un abbassamento bilaterale dei dazi, infatti, potrebbe favorire la competitività delle aziende e garantire ai consumatori un accesso più ampio a beni a prezzi più competitivi. Tuttavia, le trattative rimangono complesse, poiché gli Stati Uniti, sotto l’amministrazione Trump, hanno spesso adottato una politica commerciale più aggressiva, con l’obiettivo dichiarato di proteggere il mercato interno e rilanciare la produzione nazionale.
L’impatto globale delle dispute commerciali
Il commercio transatlantico rappresenta oltre il 30% del commercio mondiale, rendendo qualsiasi tensione tra Ue e Usa un fattore di instabilità economica globale. La possibilità di non trovare un accordo rischia di generare effetti negativi non solo per le due economie coinvolte, ma anche per il sistema commerciale internazionale nel suo complesso. Le aziende, in particolare quelle manifatturiere e dell’export, sarebbero tra le prime a subire le conseguenze di un’eventuale guerra commerciale, con una riduzione degli scambi, un aumento dei costi di produzione e una diminuzione della competitività.
Oltre alle questioni tariffarie, una delle principali preoccupazioni sollevate dall’Ue riguarda la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi su acciaio e alluminio a partire dal 1° marzo. Šefčovič ha esortato la controparte americana a evitare un’escalation sulle materie prime, ricordando che l’industria siderurgica europea è altamente specializzata e fornisce componenti essenziali alle aziende americane. Il commissario europeo ha invece suggerito un approccio cooperativo per affrontare la sovraccapacità produttiva globale, stimata in oltre 600 milioni di tonnellate, indicando implicitamente la Cina come il principale attore responsabile dell’eccesso di offerta sul mercato.
Verso una soluzione?
Nonostante le tensioni, l’Unione Europea si dichiara determinata a trovare una soluzione positiva che eviti il deterioramento delle relazioni commerciali con Washington. L’obiettivo è promuovere un modello di commercio equo e vantaggioso per entrambe le parti, evitando misure unilaterali che potrebbero generare instabilità economica a livello globale.
Un eventuale accordo dovrà tenere conto degli interessi reciproci, bilanciando le esigenze delle industrie europee e americane. La disponibilità dell’Ue a negoziare una riduzione delle tariffe sui veicoli rappresenta un passo nella giusta direzione, ma è necessario un impegno congiunto per affrontare le problematiche strutturali, come la sovraccapacità produttiva. Se Bruxelles e Washington riusciranno a trovare un’intesa, potranno rafforzare il loro ruolo di leader globali nel commercio internazionale, garantendo stabilità e crescita economica.
Tuttavia, il rischio di un’escalation rimane concreto. Se Trump dovesse insistere su una politica di dazi unilaterali, l’Ue potrebbe trovarsi costretta a rispondere con misure di ritorsione, innescando una spirale negativa. In uno scenario del genere, a pagare il prezzo più alto sarebbero le imprese e i cittadini di entrambi i continenti, con un impatto potenzialmente devastante sull’economia mondiale.