La Commissione Ue riapre l’indagine sugli aiuti di Stato tedeschi a Lufthansa

Bruxelles aveva approvato il pacchetto da 6 miliardi di euro in piena pandemia, ma ora ha delle nuove perplessità sui finanziamenti
2 mesi fa
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Carsten Spohr, Ceo di Lufthansa

La Commissione europea ha aperto un’indagine approfondita sugli aiuti di Stato tedeschi a Lufthansa durante la pandemia. Questo intervento arriva dopo l’ok dell’esecutivo europeo al pacchetto di aiuti di sei miliardi di euro da parte del governo tedesco per sostenere la compagnia aerea.

Gli aiuti di Stato a Lufthansa

Nell’estate del 2020, in piena pandemia, Berlino ha fornito un sostegno finanziario a Lufthansa per ripristinare il bilancio e la liquidità della compagnia aerea. Questo pacchetto di aiuti era inizialmente stato approvato dalla Commissione europea, poiché considerato in linea con le norme Ue sugli aiuti di Stato, allargati sia nei singoli Stati che a livello comunitario nel quadro di riferimento temporaneo della pandemia.

Il pacchetto di ricapitalizzazione approvato da Bruxelles il 25 giugno 2020 consisteva in una componente azionaria di 306 milioni di euro e in due componenti di strumenti ibridi, uno di 4,7 miliardi di euro e l’altro di 1 miliardo di euro.

Le condizioni chieste alla compagnia

L’ok al pacchetto di aiuti pari a circa 6 miliardi di euro poneva delle condizioni in capo alla compagnia tedesca.
Le garanzie richieste dalla Commissione a Lufthansa erano il divieto di distribuire dividendi; una rigorosa limitazione della remunerazione dei dirigenti aziendali; e la cessione di slot da parte di Lufthansa (fino a 24 slot al giorno) negli aeroporti di Francoforte e Monaco per consentire alle compagnie concorrenti di stabilirvi una base.

Il parere della Corte di Giustizia

Queste condizioni sembravano porre fine alla questione, ma un ricorso di Ryanair alla Corte di Giustizia europea ha riaperto tutto. Analizzando la richiesta della compagnia low cost, il 10 maggio 2023, i giudici di Lussemburgo hanno annullato l’approvazione della Commissione, che, secondo il tribunale europeo, aveva “commesso diversi errori, in particolare ritenendo che Lufthansa non fosse in grado di ottenere finanziamenti sui mercati per la totalità del suo fabbisogno”. Inoltre.

Il passo indietro dell’Ue è stato motivato su più fronti dai giudici della Cgue:

  • Valutazione della flotta di Lufthansa: la Corte ha sottolineato che la Commissione aveva fatto uno sforzo limitato per indagare sulle entrate alternative che la flotta di aerei avrebbe generato per Lufthansa. La Corte ha sottolineato che la compagnia possiede l’86% della flotta utilizzato, e che l’87% della flotta di proprietà non sarebbe stato in servizio commerciale nel giugno 2020. Le prove fornite alla Corte indicavano che questa flotta avrebbe avuto un valore approssimativo di 10 miliardi di euro. La Corte è stata convinta dalle prove fornite dagli economisti che Lufthansa avrebbe potuto sfruttare la flotta di loro proprietà come garanzia per ottenere finanziamenti nei primi mesi della pandemia;
  • Valutazione del Potere di Mercato Significativo (Smp): la Corte è stata convinta che la Commissione avesse commesso un errore nel suo approccio alla valutazione del valore relativo quantificabile che poteva essere indotto in virtù delle dimensioni del ‘Potere di Mercato Significativo’ (SMP) di Lufthansa in certi aeroporti. In particolare, in alcuni aeroporti l’approccio della Commissione al Smp riguardava solo metriche come gli slot di decollo controllati da Lufthansa, mentre in altri aeroporti il Smp veniva valutato in combinazione con la quantità di aerei che Lufthansa aveva stazionato in quel particolare aeroporto;
  • Finanziamento sui mercati: secondo i giudici, l’esecutivo Ue aveva “commesso diversi errori, in particolare ritenendo che Lufthansa non fosse in grado di ottenere finanziamenti sui mercati per la totalità del suo fabbisogno”;
  • Mancanza di un meccanismo di incentivazione: i giudici hanno anche sottolineato che la Commissione non aveva richiesto l’inclusione di alcun meccanismo “che avrebbe incentivato Lufthansa a riacquistare la quota della Germania il più presto possibile”.

La compagnia tedesca ha presentato un ricorso, ancora pendente, contro la sentenza Ue.

La nuova indagine della Commissione

Mentre si attendono sviluppi sul ricorso di Lufthansa, la situazione si complica perché anche la Commissione ha deciso di riesaminare la misura di capitalizzazione.
Da Bruxelles spiegano in una nota che l’indagine si concentrerà su questi elementi:

  • ammissibilità di Lufthansa agli aiuti di Stato;
  • necessità di un cosiddetto meccanismo “step-up” per incentivare l’uscita dello Stato dal capitale della società;
  • prezzo delle azioni al momento di una potenziale conversione della Silent Participation II in azioni;
  • esistenza di un significativo potere di mercato in aeroporti diversi da Francoforte e Monaco, almeno a Dusseldorf e Vienna;
  • specifici impegni strutturali richiesti a Lufthansa.

Ora la compagnia tedesca aspetta novità da Bruxelles. Di certo, è durata poco la quiete per Lufthansa che solo sei giorni fa aveva ricevuto l’ok della Commissione all’acquisizione di Ita dopo un percorso molto travagliato.