Bce verso ulteriore taglio dei tassi? Cipollone: “Dovremo essere meno restrittivi”

Il membro del comitato della Bce: “Le nostre proiezioni per l'inflazione suggeriscono che torneremo al nostro obiettivo del 2% nella seconda metà del 2025”
4 settimane fa
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Banca Centrale Europea Canva

Con i primi tagli dei tassi si spera che la Banca centrale europea (Bce) continui a “essere meno restrittiva”. Questo è ciò che si auspica Piero Cipollone, membro del comitato esecutivo della Bce, che in un’intervista al quotidiano francese ‘Le Monde’ ha espresso il proprio parere in merito. “I dati più recenti, come la fiducia dei consumatori e gli indicatori di attività come il Pmi, in particolare per il settore manifatturiero, non sono stati così incoraggianti“, ha raccontato Cipollone.

“Ciò rappresenta un rischio per le prospettive di crescita dell’eurozona. Gli investimenti – ha aggiunto – rimangono deboli, il che suggerisce che le aziende non credono in una forte ripresa. Ciò indebolisce anche il nostro potenziale di crescita futuro riducendo la capacità della nostra economia di sviluppare e adottare nuove tecnologie per aumentare la produttività”.

La Bce si riunirà il prossimo 12 settembre 2024 e una nuova sforbiciata dei tassi dopo quella di giugno, potrebbe essere a tutto vantaggio di mutui e prestiti.

Inflazione a rischio

Piero Cipollone, nell’intervista a Le Monde, ha poi contestato l’ipotesi che la debolezza dell’economia europea derivi dal fatto “che la Bce sta mantenendo i tassi troppo alti. Le nostre proiezioni per l’inflazione suggeriscono che torneremo al nostro obiettivo del 2% nella seconda metà del 2025. Fino ad allora, i dati sull’inflazione oscilleranno, ma siamo sostanzialmente sulla buona strada”.

Ma un eccessivo prolungamento della stretta monetaria comprometterebbe i processi di crescita? A sostenerlo sono le ultime previsioni del Fondo monetario internazionale che indicano un debole aumento del PIil dell’Eurozona (+0,9%), dinamica appesantita dalla stagnazione (+0,2%) della Germania. Come evidenziato nella recente analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato, anche in Italia si delineerà un quadro congiunturale debole.

Le stime future sul mercato italiano tra tassi e inflazione

La decisione che si prenderà il 12 settembre sul taglio dei tassi è di particolare rilievo per le imprese italiane. Molte di esse, come emerge dallo studio, “sono maggiormente penalizzate dal caro-tassi durante la stretta monetaria, sia per le scelte di investimento che per i maggiori oneri finanziari”, come ha evidenziato dall’intervento del Presidente di Confartigianato Marco Granelli.

“A luglio 2024 il costo del credito per le imprese è del 5,34% (era 5,33% a giugno), superiore di 28 punti base al tasso medio di 5,06% (era 5,07% a giugno) rilevato nell’Eurozona e risultando superiore al costo registrato nei maggiori Paesi europei – si legge nello studio di Confartigianato -. Nei due anni di stretta monetaria le imprese italiane hanno visto salire gli oneri finanziari sui prestiti di 371 punti base, 48 punti in più dell’incremento di 323 punti registrato in Eurozona”.

Le tensioni sul costo del credito riducono la domanda di prestiti delle imprese, i quali in Italia a luglio sono in flessione del 4,1% su base annua, mentre nell’Eurozona si rileva un aumento dello 0,6%.

In parallelo, lo studio ha evidenziato che gli investimenti delle imprese nel primo trimestre del 2024 calano del 2,7% su base annua, mentre nel secondo trimestre del 2024 gli investimenti in impianti e macchinari, privati e pubblici, scendono del 2,8%. Una frenata, questa, che rallenterà la transizione digitale e del green.

Tajani: “Serve riforma, mi auguro ci sia taglio”

“Dobbiamo fare una riforma che riguarda anche la Banca centrale europea, che non può essere soltanto garante della lotta all’inflazione ma deve essere gestore di una moneta che deve favorire la crescita e l’economia reale”. A dichiararlo è stato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani, intervenendo al Forum Ambrosetti a Cernobbio, in corso alla Villa d’Este sul lago di Como

“Non possiamo pensare di avere una nuova politica industriale europea, finalmente, senza il sostegno della Banca centrale europea”, ha aggiunto. “Fortunatamente – ha poi sottolineato – adesso è calato il valore dell’inflazione, io mi auguro che le prossime decisioni portino un taglio del costo del denaro, perché questo garantisce la competitività. Mi auguro che ci sia un taglio non dello 0,25 ma almeno un taglio dello 0,50 per dare un segnale ai mercati e all’economia reale, sia essa industria, sia essa agricoltura”.