AI e competitività, cosa chiedono le imprese? La risposta del Mimit

Tra supercomputer, AI factory e risorse messe in campo, le nuove tecnologie possono essere nuovi fattori di sviluppo. Fondamentale la formazione, intesa anche come cambio di mentalità organizzativa
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Eva Spina
Spina

Sostegno al trasferimento tecnologico, sviluppo delle infrastrutture e finanziamenti. Ecco quello che chiedono le imprese in tema Intelligenza Artificiale, come ha spiegato oggi Eva Spina, capo Dipartimento digitale, connettività e nuove tecnologie del Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), intervenendo al convegno Adnkronos Q&A dal titolo ‘Ai: intelligenza umana, supporto artificiale’ organizzato al Palazzo dell’Informazione a Roma.

L’AI è ormai una tecnologia matura, per cui è fondamentale sostenere le imprese nella sua implementazione nel miglior modo possibile”, ha continuato la funzionaria, che ha poi approfondito le tre linee di attività del Mimit.

Capacità tecnica ma anche cambio di mentalità

Come anticipato, la prima direzione d’azione è il sostegno al trasferimento tecnologico. Spina ha precisato che per formazione si intende sia “la capacità tecnica nel gestire lo strumento sia la mentalità organizzativa, che deve cambiare nell’ambito delle strutture produttive per far sì che la nuova tecnologia potesse essere implementata”. Questa necessità è emersa come quella principale da un’analisi condotta dal Ministero, anche “più importante del supporto finanziario”, ha sottolineato la dirigente pubblica.

Nel concreto, il Mimit supporta strutture e fondazioni che aiutano le pmi in questo senso. Spina ne ha citate alcune: “La Fondazione di Torino, Icon Industry, l’IT di Genova specializzato nella robotica, la fondazione chips.it di Pavia e il Tecnopolo di Bologna che ha anche il supercomputer Leonardo“.

Supercomputer e AI factory: l’Italia che non ti aspetti

E qui Spina si è connessa alla seconda direttrice, ovvero lo sviluppo delle infrastrutture, dove ha rivelato un’Italia inaspettata. “Forse non è molto noto, ma l’Italia si trova come capacità computazionale nel ristretto club del G4, ovvero a livello mondiale gli Stati che hanno una capacità computazionale elevata sono gli Usa, la Cina, il Giappone e noi”. Non solo, ha aggiunto: “Il Bel Paese ha nella top 10 due supercomputer: uno è quello di Bologna e l’altro è quello che si trova vicino a Pavia, l’HPC6, mentre a settembre è stata inaugurata ufficialmente l’AI Factory”.

Un’iniziativa, questa, realizzata nel solco dell’iniziativa lanciata mesi fa dall’Unione europea “per sostenere la nascita, la struttura di capacità computazionale e il possibile passaggio poi delle competenze alle piccole e medie imprese”, ha raccontato Spina, aggiungendo che l’Ue “sta rilanciano con un nuovo bando previsto tra gennaio e febbraio per creare AI giga factory”.

Anche qui, “l’Italia sta costituendo, con il settore privato in interazione con il mondo pubblico, un consorzio per poter rappresentare tutti gli aspetti necessari per creare una giga factory, sia dal punto di vista hardware che tecnologico”, ha fatto sapere la funzionaria del Ministero.

730 milioni di euro per progetti a forte impatto tecnologico

Infine, c’è l’aspetto dei capitali. “Sulle nuove tecnologie l’Italia sta investendo tanto e il 14 gennaio il Mimit aprirà uno sportello per sostenere con accordi di innovazione dei progetti che hanno un forte impatto tecnologico. Ci saranno disponibili circa 730 milioni di euro e uno dei fattori premiali sarà il coinvolgimento di una piccola e media impresa”, ha avvisato la dirigente del Mimit.

Alla base di tutto, una consapevolezza: “Le nuove tecnologie possono dare nuovi fattori di sviluppo e proprio in questa direzione noi stiamo guardando, anche alla proiezione internazionale delle imprese italiane”, ha concluso Spina.