Asse Parigi-Dearborn: Renault costruirà le nuove auto elettriche di Ford (per salvare entrambe)

Ford sceglie la tecnologia francese di Ampere per due nuovi modelli nel 2028: l'alleanza per abbattere i costi e sfidare la Cina
2 ore fa
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Auto Elettrica
auto elettrica in ricarica (Canva)

Se la politica europea ha appena tirato il freno a mano sull’elettrico puro dal 2035, l’industria non può permettersi di smettere di pedalare. La conferma arriva da un annuncio che fino a pochi anni fa sarebbe sembrato fantascienza industriale: Ford e Renault uniscono le forze. Il colosso americano, simbolo dell’automobilismo di massa, ha deciso di affidare ai francesi il cuore tecnologico e la produzione delle sue future auto elettriche per il mercato europeo.

L’accordo, ufficializzato la scorse settimana, prevede che Renault sviluppi e produca nei suoi stabilimenti francesi due nuovi modelli a marchio Ford, in arrivo nel 2028. Non è una semplice fornitura, ma un’operazione di “sopravvivenza condivisa“: in un mercato stravolto dai prezzi aggressivi cinesi e da target ambientali ancora sfidanti (ovvero la riduzione delle emissioni prodotte dalle nuove auto al -90% rispetto al 2021), nessuno può più permettersi di correre da solo.

Come funziona l’accordo: cuore francese, vestito americano

Al centro dell’intesa c’è Ampere, la divisione specializzata nell’elettrico e nel software che l’ex Ceo di Renault e presidente di Acea, Luca de Meo, ha creato proprio per questo scopo: diventare una piattaforma tecnologica aperta anche ai concorrenti.
Ford utilizzerà la piattaforma “AmpR Small” – la stessa che dà vita alla nuova Renault 5 e alla futura Twingo – per lanciare due vetture compatte. La divisione dei compiti è chiara:

  • Renault mette a disposizione la tecnologia (batterie, motori, piattaforma) e le fabbriche. Le auto saranno assemblate nell’hub ElectriCity nel nord della Francia;
  • Ford disegnerà la carrozzeria (“top hat” in gergo tecnico), definirà gli interni e la dinamica di guida per garantire che, pur avendo un cuore francese, l’auto si guidi e appaia come una vera Ford.

Questa mossa permette a Ford di coprire il segmento delle auto piccole (B-segment) senza dover investire miliardi nello sviluppo di una piattaforma proprietaria che non avrebbe mai ammortizzato. Per Renault, significa saturare le linee di produzione francesi, abbattendo i costi fissi grazie ai volumi garantiti dagli americani.

Perché Ford “tradisce” Volkswagen?

La notizia ha un sapore agrodolce per Wolfsburg. Fino a ieri, il partner privilegiato di Ford in Europa era Volkswagen, che fornisce la piattaforma Meb per i Suv Explorer e Capri. Perché cambiare?
La risposta – ancora una volta – è nel portafogli dei consumatori. La piattaforma tedesca si è rivelata ottima per i Suv medi, ma troppo costosa per le utilitarie economiche, quelle “sotto i 25.000 euro” che il mercato chiede disperatamente. La piattaforma Ampere di Renault, invece, è nata proprio con l’ossessione della riduzione dei costi (grazie anche all’uso di batterie Lfp più economiche), rendendola l’unica opzione europea capace di competere con i listini di Byd e Mg.​​
Ford sta quindi diversificando i suoi partner: Volkswagen per i veicoli più grandi, Renault per le city car agili ed economiche necessarie per acquistare mercato nelle città europee.

L’obiettivo: sopravvivere al “nuovo” 2035

Questo accordo va letto in tandem con la recente revisione degli obiettivi Ue. Anche se Bruxelles ha revocato l’obbligo del 100% elettrico al 2035, il nuovo target del 90% costringe comunque i costruttori a vendere una marea di auto a batteria per compensare i motori termici che resteranno in listino.
Ford e Renault hanno fatto i calcoli sulla base del mercato attuale: per vendere auto elettriche in massa, devono costare meno. E per costare meno, bisogna condividere tutto. De Meo lo aveva preannunciato parlando di unAirbus dell’auto“: mettere insieme le risorse europee (e americane “europeizzate”) per creare una massa critica capace di reggere l’urto della Cina.

Il nodo dei furgoni e i prossimi passi

L’alleanza non riguarda solo le auto comuni. I due gruppi hanno firmato anche una lettera d’intenti per collaborare sui veicoli commerciali leggeri (Lcv), un settore dove entrambi sono leader ma dove la transizione elettrica sta incontrando resistenze fortissime da parte delle aziende clienti.
Se l’operazione andrà in porto, potremmo vedere presto furgoni Ford e Renault nascere dalle stesse linee, condividendo non solo i motori ma anche le complesse architetture software per la logistica.

Davanti alla minaccia esistenziale di perdere il mercato europeo a favore dei nuovi player asiatici, Ford e Renault hanno abbandonato la rivalità e scelto la via del pragmatismo: meglio un’auto condivisa che una fabbrica chiusa.

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