World Health Summit, come l’Ue ridisegna il futuro sanitario mondiale: vaccini, investimenti e cooperazione

La Commissione stanzierà 250 milioni di euro per l'Organizzazione Mondiale della Sanità. Bill Gates: "Le sfide globali richiedono soluzioni globali"
20 ore fa
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Un momento della prima giornata del World Health Summit (credit: World Health Summit)

Cooperazione, strategia sanitaria globale e Global Gateway saranno al centro dell’azione dell’Unione europea per la salute nel prossimo futuro. Lo ha detto la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, intervenuta ieri sera in video al World Health Summit in corso a Berlino col tema “Building Trust for a Healthier World”.

Una dichiarazione di intenti, quella della tedesca, che si inserisce in un percorso iniziato già a seguito della pandemia da covid 19, la quale, ha sottolineato la presidente della Commissione, “ci ha messo alla prova tutti”. “Ed è stato insieme che siamo riusciti a superarlo, grazie a investimenti sanitari e alla cooperazione transfrontaliera. Insieme, abbiamo sviluppato e distribuito vaccini al mondo in tempi record. Insieme abbiamo dimostrato il potere della solidarietà e dell’unità nella salute globale”, ha evidenziato ancora.

All’Oms 250 mln di euro dall’Unione europea

Per far seguire i fatti alle parole, von der Leyen ha annunciato che la Commissione stanzierà 250 milioni di euro per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che “è stata e rimane il nostro fedele partner. La nostra prima linea di difesa collettiva contro le crisi sanitarie e le disuguaglianze”.

L’obiettivo è ottenere sistemi sanitari forti e resilienti, che “dovrebbero essere la norma ovunque”, e per farlo occorre affrontare insieme “le disuguaglianze sanitarie”, promuovendo “la copertura sanitaria universale”.

Un discorso più attuale che mai pensando alla lotta al mpox e al Marburg e al contenimento del colera: “Abbiamo promesso oltre 560mila dosi di vaccino mpox per l’Africa, e ne abbiamo già consegnate più di 200mila. Queste sono le prime dosi ad arrivare nella Repubblica Democratica del Congo per aiutare a contenere l’epidemia. Oggi ci impegniamo a stanziare altri 20 milioni di euro per sostenere la Repubblica Democratica del Congo in questa lotta”, ha affermato von der Leyen.

Non solo, ha spiegato la presidente della Commissione: “Stiamo investendo oltre 75 milioni di euro nel polo tecnologico mRNA dell’OMS in Sud Africa. E tutto il nostro lavoro ci avvicina sempre di più alla realizzazione di una copertura sanitaria universale in Africa, America Latina e Asia”.

La strategia dell’Unione si incentra nella più ampia visione del Global Gateway, citato dalla tedesca come pietra angolare sui cui puntare: si tratta infatti di un programma di contributi dell’Ue finalizzati a ridurre il divario globale degli investimenti. Nella sua cornice, nel 2023 l’Unione ha avviato 90 progetti in tutto il Pianeta nel settore digitale, energetico e dei trasporti per rafforzare i sistemi sanitari, di istruzione e di ricerca a livello mondiale.

Un round di investimenti per lOms

La donazione rientra nell’ambito dell’evento di investimenti ‘All for Health, Health for All: Signature Event for the WHO Investment Round’ che si è tenuto ieri sera e durante il quale sono stati assunti impegni per un totale di 700 milioni di dollari Usa. Cifra che si aggiunge a quelli annunciati dall’Unione Europea e dall’Unione Africana, che erano già stati impegnati in anticipo, portando l’importo totale promesso a 1 miliardo di dollari.

Il round di investimenti dell’Oms aveva lo scopo di aiutare l’organizzazione ad adempiere al suo mandato ‘Salute per tutti’. Con i fondi raccolti, l’Oms punta a prevenire 40 milioni di decessi evitabili causati da malattie nei prossimi quattro anni.

Ma costruire una resilienza duratura richiede di più, ha spiegato von der Leyen: “Significa investimenti strutturali e capacità di costruire per prepararsi meglio e rispondere alle minacce per la salute”.

Il rapporto Gpmb: “Solo nel 2024 già 17 epidemie. Cresce il rischio di una nuova pandemia”

Minacce tutt’altro che distanti da noi, come il covid 19 ha dimostrato e come sottolinea un rapporto del Global Preparedness Monitoring Board (Gpmb, iniziativa sostenuta dall’Oms e dalla Banca Mondiale) presentato ieri durante il summit. Secondo lo studio, “solo nel 2024 si sono già verificate 17 epidemie di malattie pericolose“, dall’ex vaiolo delle scimmie Mpox all’influenza aviaria H5N1 fino al virus Marburg: “cresce il rischio di una nuova pandemia“. E più aumentano i rischi “più aumenta la probabilità di nuove pandemie”.

Tutte sono “un duro promemoria della vulnerabilità del mondo“, avvertono gli esperti. “Ogni nuova epidemia evidenzia le faglie nell’attuale architettura di prevenzione e nella prontezza globale di risposta” a nuove minacce sanitarie, spiegano.

La prossima pandemia non aspetterà che perfezioniamo i nostri sistemi“, afferma Joy Phumaphi, co-presidente del Gpmb ed ex ministra della Salute del Botswana. “Dobbiamo investire ora in sistemi sanitari primari resilienti ed equi per resistere alle sfide di domani”, esorta.

A rincarare la dose Kolinda Grabar-Kitarović, co-presidente del Gpmb ed ex presidente della Croazia: “Abbiamo una stretta finestra di opportunità per ripensare alla preparazione globale” a una nuova pandemia, “per valutare i rischi che si estendono ben oltre il settore sanitario e per affrontarli in modo molto più proattivo e adatto a ogni contesto”. “Vigilanza, adattabilità e collaborazione“, aggiunge, sono le parole chiave da mettere in pratica adesso.

Il Gpmb delinea 15 fattori del rischio pandemico, classificati in 5 categorie: sociale, tecnologico, ambientale, economico e politico. “La mancanza di fiducia tra Paesi e al loro interno, le disuguaglianze, l’agricoltura intensiva, la probabilità di contaminazione uomo-animale” sono tra le principali minacce indicate dagli esperti, che identificano anche nuovi rischi, come “la connettività digitale“: se da un lato “ha permesso agli scienziati di sequenziare e condividere rapidamente i dati sui patogeni e di personalizzare le risposte sempre più rapidamente”, dall’altro “lascia esposti i sistemi sanitari e le società”.

Prepararsi bene, continua il board, significa adottare un approccio One Health che tenga insieme “salute umana, animale e ambientale”. Gli esperti sollecitano “una maggiore collaborazione tra questi settori”.

Bill Gates: “Le sfide globali richiedono soluzioni globali”

“Il lavoro dell’Oms va a vantaggio di tutti noi. Ciò di cui ha bisogno per questo lavoro è un finanziamento sostenibile che le dia la certezza di pianificare in anticipo e la flessibilità di reagire”, ha detto il cancelliere tedesco Olaf Scholz nel suo discorso al Summit.

Bill Gates, presidente della Gates Foundation, nel suo intervento ha sottolineato l’importanza di finanziare la salute globale per raggiungere un futuro più sano per tutti: “Le sfide globali richiedono soluzioni globali“. Le risorse devono essere messe in comune e le competenze intersettoriali e transnazionali devono essere riunite. Gates ha concluso: “Penso che questo sia il miglior denaro che abbia mai speso”.

“La pandemia di Covid-19 ha dimostrato che quando la salute è a rischio, tutto è a rischio“, ha dichiarato infine Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Oms, sottolineando: “Gli investimenti nell’Oms sono investimenti non solo nella protezione e nella promozione della salute, ma anche in società ed economie più eque, più stabili e più sicure”.