Verso l’Unione europea della Salute? Intanto (forse) nasce la Commissione parlamentare a Strasburgo

La pandemia ha dimostrato che l'Unione fa la forza, ma i partiti euroscettici e nazionalisti potrebbero remare contro l'ambizioso progetto
4 mesi fa
4 minuti di lettura
Salute

Si parla tanto di difesa, competitività e Green Deal, ma l’Unione europea ha anche altre priorità a cui pensare. Spinta dalle minacce globali, prima fra tutte la pandemia da covid 19, la salute è infatti tutt’altro che finita nel dimenticatoio. E ora – forse – l’Unione europea potrebbe avere una commissione ad hoc nell’Europarlamento.

Secondo quanto ha appreso Euractiv, infatti, l’Assemblea starebbe per scindere ENVI, la commissione per l’Ambiente e la Salute, allo stesso tempo rendendo la sottocommissione per la Salute pubblica (SANT) una commissione a tutti gli effetti.

ENVI al momento è composta da 92 MEP mentre SANT, peraltro creata a gennaio 2023, ne ha 30. Uno dei timori della maggioranza a trazione centrista è che in un comitato più piccolo i gruppi di estrema destra (ECR, Patriots for Europe, European Sovereign Nation) avrebbero più gioco e risalto.

Secondo Euractiv l’accordo giunge dunque alquanto inaspettato visto che ai primi di luglio sembrava tutto fallito, e in ogni caso occorrerà attendere la sua formalizzazione alla prossima plenaria dell’Europarlamento in autunno. Permangono infatti posizioni scettiche, in particolare tra i Verdi: “Temiamo che sarà solo un ‘comitato farmaceutico’ per le aziende”, ha detto a Euractiv la vicepresidente dei Verdi Kira Peter-Hansen.

Se la cosa andrà in porto, sarà la prima commissione ad essere creata dopo oltre un decennio. La spinta è venuta soprattutto dalla pandemia da covid 19, che da un lato ha posto sul tavolo la questione delle sfide legate alla sanità, e dall’altro ha dimostrato che di fronte a crisi di tale portata l’unione fa la forza.

In ogni caso, la creazione di una commissione ad hoc per la Salute rientrerebbe in un contesto di più ampia riorganizzazione delle materie in cui si articola il lavoro dell’Europarlamento, anche alla luce della composizione e dei portafogli della nuova Commissione, ancora non definiti e che a quanto pare avranno effetti anche sull’organizzazione dell’Assemblea parlamentare.

L’Unione fa la forza

Durante la pandemia il ruolo dell’Unione è stato determinante: grazie alla strategia messa in campo a livello comunitario, tutti i Paesi, e dunque i cittadini, hanno avuto accesso contemporaneamente e alle stesse condizioni ai vaccini contro il covid. Senza contare il sostegno alle attività economiche colpite dai lockdown, la digitalizzazione dell’assistenza medica e la creazione di strumenti per affrontare le crisi sanitarie.

Lo scorso maggio la Commissione ha diffuso un comunicato in cui si elencavano i risultati ottenuti a livello comunitario nella tutela della salute delle persone, mentre un’analisi voluta dal Parlamento europeo ha calcolato che il completamento dell’Unione sanitaria attraverso forniture comuni e una prevenzione migliore di quella dei singoli Stati membri potrebbe salvare ogni anno circa 109 mila vite umane.

La pandemia in poche parole ha dimostrato quanto sia importante il coordinamento tra i Paesi europei per tutelare la salute delle persone, sia durante le crisi sia in tempi normali, in cui è possibile occuparsi di questioni ordinarie, investire in sistemi sanitari solidi e formare il personale.

L’Unione europea della salute

Un’eurocommissione ad hoc, se realizzata, rientrerebbe perciò in un progetto molto ambizioso, quello di un’‘Unione della salute’ in cui, come sottolinea l’esecutivo europeo, “tutti gli Stati membri si preparino alle crisi sanitarie e le affrontino insieme, le forniture mediche siano disponibili, innovative e a buon mercato, e i Paesi lavorino insieme per migliorare la prevenzione, la terapia e la fase post-cure per malattie come il cancro”.

Un’unione in tale ambito punterebbe, nelle intenzioni della Commissione, a migliorare la protezione, la prevenzione e la risposta nei confronti dei rischi per la salute umana, secondo quattro azioni chiave:

preparazione alle crisi: per far fronte a (eventuali) future minacce per la salute a carattere transfrontaliero
riforma della legislazione farmaceutica dell’Ue: per ottenere medicinali a prezzi abbordabili, accessibili e innovativi
piano europeo di lotta contro il cancro: per la prevenzione, individuazione e percorsi di assistenza di qualità garantita
• approccio globale alla salute mentale: equiparandola a quella fisica

Tre le novità legislative importanti previste nell’ambito dell’Unione della Salute:

• il rafforzamento dell’Agenzia europea dei medicinali (EMA) per quanto riguarda la preparazione alle crisi e la gestione dei medicinali e dei dispositivi medici
• il rafforzamento del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) che non solo formulerà raccomandazioni agli Stati membri, ma ospiterà anche una nuova rete di eccellenza dei laboratori
• il regolamento sulle gravi minacce per la salute a carattere transfrontaliero, adottato dal Consiglio europeo il 24 ottobre 2022, che prevede tra le altre cose un sistema di sorveglianza più integrato, una migliore capacità di garantire un’accurata valutazione del rischio, l’adozione di misure comuni per affrontare le future minacce.

Prevista anche la nascita della nuova HERA, l’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie, che si propone di:

• migliorare il coordinamento dell’Ue in materia di sicurezza sanitaria prima e durante le crisi
• riunire gli Stati membri, l’industria e i portatori di interessi
• sviluppare, produrre, acquisire, immagazzinare e distribuire in modo equo contromisure mediche
• potenziare l’architettura globale di risposta alle emergenze sanitarie.

Infine, è previsto uno spazio europeo dei dati sanitari, un elemento fondamentale anche per quanto riguarda la trasformazione digitale dell’Ue, con l’obiettivo di:

• migliorare l’erogazione dell’assistenza sanitaria in tutta l’Ue, consentendo alle persone di controllare i propri dati sanitari in qualunque Paese dell’Unione
• offrire un quadro coerente, sicuro, affidabile ed efficiente per l’uso dei dati sanitari
• incoraggiare un autentico mercato unico per i servizi e i prodotti della sanità digitale.

Come si vede, si tratta di un progetto ambizioso, che tuttavia passa per un ostacolo non da poco: in base ai Trattati, infatti, la salute è una materia di competenza nazionale e non comunitaria. Un problema che non sarà facile risolvere, vista l’ascesa dei partiti di estrema destra, euroscettici e nazionalisti, dopo le ultime euro-elezioni.