Salute cardiovascolare, sperimentazioni cliniche, salute digitale. Questi i temi al centro dell’incontro ieri tra il commissario europeo per la Salute e il Benessere degli Animali Olivér Várhelyi e Robert F. Kennedy jr, segretario della Salute e dei Servizi Umani degli Usa.
Un colloquio che “apre nuovi orizzonti nella cooperazione sanitaria Ue-Usa”, ha commentato Várhelyi in un post su X nel quale ha anche menzionato “il rafforzamento dell’autonomia strategica”.
Anche Kennedy ha postato su X le foto dell’incontro, servito “per discutere di un impegno sanitario reciprocamente vantaggioso in materia di malattie non trasmissibili, innovazione sanitaria e intelligenza artificiale, nonché resilienza della catena di approvvigionamento medico”.
Non è stato dunque trattato l’argomento ‘vaccini’, un tema delicato che rischiava di complicare l’incontro, viste le note posizioni no-vax di Kennedy. È notizia di pochi giorni fa che il segretario Usa ha nominato 8 nuovi consulenti anti-vaccinisti per il Comitato che programma le raccomandazioni sui vaccini dei Centers for Disease Control and Prevention, dopo aver licenziato l’intero gruppo precedente di 17 consulenti. Il segretario statunitense recentemente si è anche impegnato nella lotta contro le scie chimiche.
Tuttavia i vaccini sono una sorta di ‘kryptonite’ anche per l’Unione europea, vista la sentenza la Corte di giustizia dell’Ue sul caso Pfizergate, che a maggio ha stabilito che von der Leyen ha violato le le norme sulla trasparenza non rendendo pubbliche le chat scambiate con il ceo di Pfizer Albert Bourla prima del maxi appalto concesso all’azienda farmaceutica.