L’energia sostenibile non è più solo una scelta etica o ambientale, ma un pilastro strategico per la competitività e la sicurezza dell’Unione Europea. Su questo asse è incentrata l’European Sustainable Energy Week 2025 in corso a Bruxelles fino al 12 giugno. Dopo le crisi energetiche scatenate nel 2022 dalla guerra in Ucraina, la Commissione ha messo in campo un piano senza precedenti per accelerare la transizione verso fonti rinnovabili, migliorare l’efficienza e ridurre la dipendenza da fornitori esterni. A distanza di tre anni, i risultati cominciano a materializzarsi.
Il 47% dell’elettricità consumata nell’Ue proviene oggi da fonti rinnovabili. È una cifra che parla da sola e che dà sostanza agli obiettivi ambiziosi del pacchetto REPowerEU. Le nuove regole sullo stoccaggio del gas, l’azione congiunta sui mercati globali tramite l’Eu Energy Platform, e l’intensificazione degli accordi internazionali per diversificare le forniture segnano un cambio di paradigma nella strategia energetica comunitaria.
Nel 2023, la revisione della Direttiva sulle Energie Rinnovabili ha portato l’obiettivo vincolante per il 2030 al 42,5%. Quasi il doppio della quota attuale. Ma il salto di qualità richiesto non si limita alla quantità. Coinvolge anche la qualità delle soluzioni adottate, il grado di partecipazione dei territori e la capacità di innovare nei sistemi di accumulo, nella distribuzione e nell’accessibilità dell’energia.
Eusew 2025 – sotto il tema “Powering a fair and competitive green transition” – si posiziona in questo quadro come la principale piattaforma europea di confronto, aggiornamento e mobilitazione per attori pubblici, imprese, società civile e cittadini. Un’opportunità per misurare lo stato dell’arte delle politiche energetiche e per valorizzare le esperienze più avanzate e inclusive. Tra queste, spiccano i vincitori dei prestigiosi European Sustainable Energy Awards 2025, premiati durante la cerimonia inaugurale del 10 giugno.
European Sustainable Energy Awards 2025
Gli European Sustainable Energy Awards sintetizzano bene l’approccio: tre vincitori che mettono insieme ricerca d’avanguardia, inclusione sociale ed empowerment. L’obiettivo non è solo raccontare successi, ma dare forma visibile a ciò che significa — oggi — una transizione energetica credibile e radicata nei territori.
L’azione concreta nei territori
Se le decisioni europee tracciano la rotta, è a livello locale che si misura la sostenibilità reale delle politiche energetiche. In questo senso, il progetto Community Energy for Social Housing, premiato nella categoria Local Energy Action degli Eusew Awards, rappresenta un benchmark di valore. Nell’area popolare di Otterbeek, a Mechelen (Belgio), l’energia solare non è solo un’opzione tecnica, ma uno strumento di inclusione sociale: 200 alloggi sociali sono stati dotati di pannelli fotovoltaici, con una fornitura di elettricità a prezzi inferiori al mercato.
L’iniziativa si distingue non solo per l’efficienza dell’intervento, ma per il suo modello di governance: finanziato da un investimento da 1 milione di euro raccolto attraverso contributi dei cittadini, sostenuto dal progetto europeo Tandems, il progetto ha saputo unire cittadinanza attiva, istituzioni locali e soggetti tecnici. Una sinergia replicabile, che oggi punta a espandersi in altre città belghe ed europee.
Otterbeek dimostra che la transizione può essere un motore di equità. Non si tratta solo di ridurre emissioni, ma di farlo in modo che i benefici ricadano su chi più spesso è escluso dalle opportunità dell’innovazione. Una lezione importante in un’Europa dove la povertà energetica colpisce ancora milioni di cittadini, e dove la neutralità climatica rischia di restare un obiettivo lontano se non è anche un processo sociale condiviso.
Innovare oltre le materie prime
La rivoluzione verde ha un tallone d’Achille: l’accumulo dell’energia. Mentre solare ed eolico crescono rapidamente, la capacità di immagazzinare energia in modo efficiente e sostenibile resta una delle sfide tecnologiche più critiche. È qui che si inserisce Aquabattery, startup olandese vincitrice dell’Innovation Award Eusew 2025. Il suo sistema di accumulo a lunga durata, basato su acqua e sale da cucina, rappresenta un’alternativa radicale alle batterie tradizionali.
La tecnologia proposta non solo è basata su materiali abbondanti e non tossici, ma promette anche costi ridotti e un ciclo di vita più lungo. In un momento in cui l’Ue cerca di ridurre la dipendenza da materie prime critiche — spesso importate da paesi instabili o inquinanti — soluzioni come quella di Aquabattery sono strategiche. Non solo per la sicurezza energetica, ma per il posizionamento industriale europeo.
Il progetto pilota è operativo a Delft e punta alla scalabilità industriale nel medio termine. Se dovesse mantenere le promesse, potrebbe diventare una componente fondamentale per la stabilità delle reti elettriche europee, sempre più caratterizzate da fonti intermittenti. La capacità di integrare queste tecnologie nella pianificazione infrastrutturale dei Paesi membri sarà decisiva nei prossimi anni, specialmente alla luce del nuovo Affordable Energy Action Plan presentato dalla Commissione, che stima risparmi fino a 45 miliardi di euro nel solo 2025.
Leadership, equità e competenze
La transizione energetica europea non è fatta solo di tecnologie e regolamenti. Ha bisogno di leadership credibile, fondata su conoscenza scientifica, impegno civile e visione politica. In questo senso, l’attribuzione del premio Woman in Energy a Stella Tsani, economista e docente dell’Università di Atene, assume un significato che va oltre il riconoscimento individuale.
Il lavoro della professoressa Tsani si colloca all’intersezione tra analisi economica e politiche ambientali. Le sue ricerche hanno fornito base scientifica a diverse raccomandazioni di policy nei paesi mediterranei, contribuendo a definire sistemi energetici compatibili con gli obiettivi climatici europei. Ma ciò che distingue il suo profilo è l’impegno a rendere la transizione una questione anche di genere e generazionale: Stella ha formato decine di giovani ricercatori, con un’attenzione particolare alle donne, colmando un divario strutturale ancora presente nel settore energetico.
La sua figura rappresenta un richiamo esplicito: non basta innovare o normare, serve anche investire nel capitale umano. Un’energia davvero sostenibile non può fare a meno delle competenze, dell’inclusione, della pluralità di prospettive. La Commissione Europea ha riconosciuto questo elemento anche attraverso l’iniziativa Clean Industrial Deal, che punta sì alla decarbonizzazione e alla competitività, ma anche alla formazione di una forza lavoro capace di guidare il cambiamento nei prossimi decenni.