Gas serra e crescita economica: l’Ue dimostra che sviluppo e sostenibilità possono coesistere

Calano in Europa le emissioni nette di gas serra ma occorre ancora impegnarsi, anche per migliorare la resilienza di fronte ai cambiamenti climatici
3 giorni fa
2 minuti di lettura
Gas Serra

Calano in Europa le emissioni nette di gas serra. Secondo la Relazione 2024 sui progressi compiuti nell’azione per il clima, pubblicata dalla Commissione europea, nel 2023 la diminuzione è stata dell’8,3% rispetto ai livelli del 2022. Un risultato importante, il più consistente su base annuale da decenni, con l’eccezione del 2020 quando la pandemia da Covid 19 e le restrizioni connesse avevano portato a una riduzione del 9,8%. Per avere un’idea dell’importanza della cosa, l’Unione rappresenta attualmente il 6% delle emissioni globali.

La Relazione delinea i progressi compiuti dai Ventisette verso gli obiettivi di riduzione delle emissioni, tenendo in conto quelle effettive (storiche) e quelle future previste per ciascuno Stato membro, e considerando le politiche e le misure dell’Ue, oltre ai finanziamenti per il clima e sull’adattamento. Il documento tratta anche i recenti sviluppi nella lotta contro i cambiamenti climatici.

Record per gli impianti elettrici e industriali nel sistema ETS

Andando a vedere come si è ottenuto questo risultato, la Relazione evidenzia che il record del calo delle emissioni spetta agli impianti elettrici e industriali coperti dal sistema di scambio di quote di emissione dell’Ue, che hanno registrato un -16,5 % nel 2023.

Le emissioni del settore ETS sono ora inferiori di circa il 47,6% rispetto ai livelli del 2005, posizionandosi sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del -62 % fissato per il 2030.

Nell’ambito dell’EU ETS, le emissioni derivanti dalla produzione di energia elettrica e dal riscaldamento sono diminuite del 24% rispetto al 2022, grazie alla crescita delle fonti energetiche rinnovabili. Tuttavia le emissioni del trasporto aereo sono cresciute del 9,5%, continuando la tendenza post-pandemia.

Gli edifici, l’agricoltura, i trasporti domestici, la piccola industria e le emissioni di rifiuti sono diminuiti di circa il 2% nel 2023, soprattutto per merito del settore edilizio, in calo di circa il 5,5%. Le emissioni agricole invece sono diminuite del 2% e quelle dei trasporti di meno dell’1%.

Infine, mentre da una parte si riduce, dall’altra il pozzo naturale di assorbimento del carbonio dell’Ue è aumentato dell’8,5% nel 2023, invertendo la tendenza al ribasso dell’ultimo decennio nel settore dell’uso del suolo, del cambiamento di uso del suolo e della silvicoltura.

Si può avere sviluppo senza inquinare

Al di là del risultato, un punto fondamentale messo in luce dalla Commissione è che si può avere sviluppo senza inquinare o almeno inquinando meno: emissioni e crescita economica non per forza vanno di pari passo. Dal 1990 infatti le emissioni nette di gas a effetto serra sono scese del 37%, mentre il Pil è cresciuto del 68%, fa sapere l’esecutivo europeo.

Europa impreparata, deve aumentare la resilienza

Un altro punto che la commissione sottolinea è che, se il risultato del 2023 rende ottimisti sul raggiungimento da parte dell’Unione dell’obiettivo di -55% emissioni entro il 2030, dall’altra il blocco deve anche fronteggiare sempre più spesso eventi catastrofici che comportano danni e morti.

Una situazione dovuta al cambiamento climatico – secondo gli studi, il Vecchio Continente è l’area che si riscalda di più al mondo – e che deve tenere bene in conto che le emissioni globali non hanno ancora raggiunto il picco.

Questo implica da una parte che l’Unione debba continuare il proprio impegno verso gli obiettivi fissati al 2030 e ancora al 2050 (azzeramento delle emissioni nette) e dall’altra che prosegua i propri sforzi a livello internazionale, a partire dalla COP29.

E implica anche che gli Stati membri migliorino l’adattamento ai cambiamenti climatici e sviluppando la resilienza. Come conferma anche il Rapporto Niinstro presentato la scorsa settimana, i Ventisette sono impreparati alle future crisi, tra cui quelle legate al cambiamento climatico. Dagli incendi alle alluvioni, dall’aumento della temperatura del Mediterraneo alla siccità, le sfide in questo campo sono veramente a 360 gradi e come tali vanno trattate: non a caso la Commissione sulla gestione dei rischi climatici e la valutazione europea dei rischi climatici hanno sottolineato che l’esposizione ai cambiamenti climatici deve essere presa in considerazione a tutti i livelli di governance nella definizione delle priorità politiche e in tutte le politiche settoriali.

“Mentre ci dirigiamo presto verso la COP29, dimostriamo ancora una volta ai nostri partner internazionali che è possibile intraprendere azioni per il clima e investire nella crescita della nostra economia allo stesso tempo. Purtroppo, la relazione mostra anche che il nostro lavoro deve continuare, in patria e all’estero, poiché stiamo vedendo i danni che il cambiamento climatico sta causando ai nostri cittadini”, ha commentato Wopke Hoekstra, commissario per l’Azione per il clima.