“Non siamo più in balia dei gasdotti di Putin”, il nuovo report europeo sull’energia

La quota di gas russo nelle importazioni è scesa dal 45% nel 2021 al 18% nel giugno 2024, Ma “necessario garantire competitività”: ecco cos’è emerso
6 giorni fa
2 minuti di lettura
Kadri Simson, Commissaria per l'energia europea (EUC/ROPI/Fotogramma)
Kadri Simson, Commissaria per l'energia europea (EUC/ROPI/Fotogramma)

Non siamo più in balia dei gasdotti di Putin”. Così ha commentato Kadri Simson, Commissaria per l’energia europea, al margine della pubblicazione della Relazione sullo stato dell’Unione dell’energia 2024.

Dalla relazione è emerso che l’Unione europea è stata in grado di gestire le “sfide senza precedenti nel panorama della politica energetica durante il mandato di questa Commissione”. Nella nota si legge di quanto il quadro normativo europeo abbia consentito il prosieguo della transizione verso l’energia pulita e di quanto ciò abbia contribuito a gettare le basi “per una rinnovata crescita economica e competitività”.

Relazione sullo Stato dell’Unione sull’energia

Nel rapporto si legge che nei primi sei mesi del 2024, metà della generazione di elettricità dell’Ue proveniva da fonti rinnovabili. La quota di gas russo nelle importazioni è scesa dal 45% nel 2021 al 18% nel giugno 2024, mentre sono aumentate le importazioni da altri Paesi come Norvegia e Stati Uniti.

Tra agosto 2022 e maggio 2024 la domanda di gas è stata ridotta di 138 miliardi di metri cubi. In questo modo, l’Ue ha raggiunto il 19 agosto 2024 il suo obiettivo di stoccaggio invernale del gas del 90% ben prima della scadenza del primo novembre.

Ciò ha consentito di mantenere stabili i prezzi dell’energia che rimangono significativamente al di sotto dei livelli massimi della crisi energetica del 2022.Le emissioni di gas serra sono diminuite del 32,5% dal 1990 al 2022, mentre l’economia è cresciuta di circa il 67% nello stesso periodo.

Sul fronte delle rinnovabili, l’energia eolica ha superato il gas, diventando la seconda fonte di elettricità degli Stati membri, dopo il nucleare, e nella prima metà del 2024 le energie rinnovabili hanno generato il 50% dell’elettricità dell’Ue. Nel 2022 il consumo di energia primaria ha ripreso la sua tendenza al ribasso, con un calo del 4,1%.

Nuove ed emergenti sfide

Essere più ambiziosi sulle rinnovabili e ridurre la povertà energetica, così come una maggiore competitività nel settore nel panorama internazionale, richiederanno “una risposta politica decisa e un cambio di passo negli sforzi a livello di UE e Stati membri, attraverso un maggiore coordinamento, integrazione del mercato e azioni congiunte”.

L’Ue ha continuato a sostenere l’Ucraina contro gli attacchi russi al sistema energetico, sincronizzando le reti ucraine e moldave con quella europea, permettendo scambi elettrici fino a 1,7 GW e importazioni di emergenza. Entro luglio 2024, oltre il 40% delle donazioni degli Stati membri è stato destinato all’energia, con il Meccanismo di Protezione Civile dell’Ue che ha contribuito con 900 milioni di euro e l’Ukraine Energy Support Fund ha raccolto 500 milioni. Inoltre, l’Ukraine Facility fornirà 50 miliardi di euro per la ripresa fino al 2027.

L’Ue affronta anche le sfide legate alla competitività e alle tecnologie net-zero, con iniziative come il Net-Zero Industry Act, l’Innovation Fund e il Social Climate Fund per sostenere l’efficienza energetica e proteggere i consumatori vulnerabili.

“Garantire competitività sarà fondamentale per il futuro dell’Ue”

“Mentre continuiamo a vivere in tempi turbolenti – ha affermato Maroš Šefčovič, Vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo e le relazioni interistituzionali – e abbiamo sfide da affrontare, il rapporto odierno mostra i progressi senza precedenti che abbiamo fatto in questo mandato per rafforzare la nostra Unione energetica. Le emissioni stanno diminuendo e le energie rinnovabili svolgono un ruolo di primo piano nel nostro sistema energetico odierno”. E ha aggiunto: “Dovremmo implementare rapidamente la nuova politica e il nuovo quadro normativo per affrontare i prezzi elevati dell’energia e accelerare lo sviluppo delle infrastrutture. Porteremo con noi anche la lezione appresa sulla dipendenza eccessiva da un fornitore e continueremo con il nostro progetto di acquisto congiunto esteso a nuove materie prime, poiché garantire la competitività industriale sarà fondamentale per il futuro successo economico dell’Ue”.

“Il rapporto di quest’anno dimostra che non siamo più in balia dei gasdotti di Putin – ha detto con forza Kadri Simson, Commissaria per l’energia – e continuiamo a sostenere i nostri partner ucraini mentre l’inverno si avvicina. Il rapporto evidenzia i progressi che abbiamo compiuto sotto questo mandato verso un settore energetico sicuro, competitivo e conveniente nell’Ue. L’Ue è ben equipaggiata per affrontare i profondi cambiamenti e le sfide che ci attendono e rispettare i suoi impegni nei confronti del pianeta e dei suoi cittadini. La nostra Unione energetica è più forte e più verde che mai”.