La Commissione europea ha annunciato un rinvio di un anno per l’entrata in vigore del regolamento Ue sulla deforestazione. Questa decisione, motivata dal “riscontro ricevuto dai partner internazionali sullo stato dei preparativi”, mira a concedere più tempo alle aziende per adeguarsi.
Se approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio, la legge entrerà in vigore il 30 dicembre 2025 per le grandi imprese e entro il 30 giugno 2026 per le micro e piccole imprese. Secondo l’esecutivo Ue, tutti gli strumenti di attuazione sono già tecnicamente pronti, e i 12 mesi aggiuntivi fungeranno da “periodo di introduzione graduale” per garantire un’applicazione corretta ed efficace. Ma sul tema è già polemica.
Ritorno alle preoccupazioni ambientali
La legge, considerata tra le più ambiziose al mondo per combattere la deforestazione, prevede il divieto di vendita nell’Ue di materie prime legate alla deforestazione, come cacao e olio di palma.
Il rinvio al regolamento ha suscitato, perciò, diverse polemiche. Virginijus Sinkevičius, ex commissario all’ambiente, ha espresso forti critiche, affermando al Guardian che questa decisione rappresenta un “passo indietro nella lotta contro il cambiamento climatico”.
L’ex commissario lituano ha sottolineato che il rinvio metterebbe a rischio 80.000 acri di foresta ogni giorno e contribuirebbe al 15% delle emissioni globali di carbonio.
Lobbying e pressioni internazionali
La richiesta di rinvio è stata in gran parte influenzata da quella che è stata considerata “un’intensa attività di lobbying” da parte dei privati, ma anche di alcuni governi nazionali. Paesi come Brasile, Australia, Indonesia e Costa d’Avorio hanno sostenuto che la legge avrebbe potuto danneggiare le esportazioni e penalizzare i piccoli agricoltori.
La Commissione ha giustificato il rinvio dichiarando che i partner globali hanno sollevato preoccupazioni sul loro stato di preparazione, evidenziando che le discussioni si erano intensificate durante l’assemblea generale delle Nazioni Unite a New York.
L’impatto del rinvio del regolamento sull’ambiente
Secondo un rapporto del World Resources Institute (Wri), il rinvio della legislazione potrebbe aggravare l’inflazione globale e influenzare una vasta gamma di produzioni, come quelle relative al cacao e all’olio di palma, a causa degli effetti sostitutivi nei mercati. Il Wri ha avvertito che la continua deforestazione per produrre beni di consumo non solo compromette gli ecosistemi, ma crea anche instabilità nei mercati internazionali.
Così come uno studio della Food and Agriculture Organization (Fao) ha evidenziato che i ritardi nell’implementazione di politiche ambientali possono portare a inefficienze economiche, poiché i produttori continuano a operare in un contesto di crescente domanda globale senza le necessarie salvaguardie. Questo può portare a una spirale di aumento dei prezzi e a un impatto negativo sulle piccole imprese agricole, già vulnerabili alle fluttuazioni del mercato.
Disponibilità della Commissione a fornire aggiornamenti
La Commissione europea ha manifestato la volontà di rimanere in contatto con i vari attori coinvolti, promettendo di fornire aggiornamenti regolari sul progresso della normativa e sulla sua attuazione. Ha dichiarato che il rinvio non mette in discussione gli obiettivi fondamentali della legge, ma serve a garantire che tutti gli attori, inclusi quelli nei paesi in via di sviluppo, siano adeguatamente preparati a rispettare le nuove normative.
Reazioni dal settore agroalimentare
Organizzazioni come Coldiretti e Filiera Italia hanno accolto positivamente il rinvio, evidenziando che esso offre un’opportunità per tutelare le imprese italiane nel settore agroalimentare. Francesco Lollobrigida, ministro dell’Agricoltura, ha affermato che il rinvio di un anno rappresenta una vittoria per le aziende, sottolineando che l’applicazione della legge senza un adeguato periodo di transizione avrebbe potuto generare un mercato illegale e danneggiare l’intero sistema produttivo.
In conclusione, mentre il rinvio del regolamento sulla deforestazione è stato accolto da alcuni come un’opportunità di preparazione, resta da vedere come questo influirà sulla credibilità dell’Ue in materia di clima e sostenibilità. Il dialogo con i partner globali e l’attenzione alle esigenze delle piccole imprese rimangono cruciali per il futuro di questa legislazione.