Arriva un mandato di arresto per il candidato dell’opposizione alle presidenziali del 28 luglio, Edmundo Gonzalez, con le accuse di abuso di ufficio, incitamento alla sedizione, cospirazione e sabotaggio. Il mandato è stato emesso da un giudice competente per i casi di terrorismo su richiesta del procuratore Luis Ernesto Duenez.
Il procuratore generale Tarek William Saab aveva precedentemente annunciato indagini contro González e la leader dell’opposizione María Corina Machado con l’accusa di usurpazione di funzione e incitamento alla sedizione.
Continua così l’attività di repressione degli avversari politici che si ritrovano a contestare, insieme a gran parte del resto del mondo, il risultato delle elezioni.
Gli Stati Uniti e l’aereo di Maduro
E tra i Paesi che si sono immediatamente opposti ai risultati ci sono gli Stati Uniti che hanno sequestrato nella Repubblica Dominicana l’aereo del presidente venezuelano Maduro e lo hanno trasferito in Florida. A riferirlo sono stati due funzionari statunitensi alla Cnn, legando il provvedimento alla violazione delle sanzioni che gli Stati Uniti hanno imposto al regime di Maduro.
L’aereo è stato descritto dai funzionari come l’equivalente venezuelano dell’Air Force One. Si tratta di Dassault Falcon 900 del valore di circa 13 milioni di dollari (poco più di 11 milioni di euro).
Diverse agenzie federali sono state coinvolte nel sequestro, tra cui l’Homeland Security ed il Dipartimento di Giustizia. “Stiamo inviando un messaggio chiaro qui che nessuno è al di sopra della legge, nessuno è al di sopra della portata delle sanzioni statunitensi“, ha dichiarato uno dei funzionari.
La preoccupazione europea (e italiana)
Intanto, oggi alla Farnesina è stata convocata l’incaricata d’affari dell’ambasciata del Venezuela a Roma. Nell’incontro è stata confermata la forte preoccupazione con cui il ministro degli Esteri Antonio Tajani, il governo e le forze parlamentari italiane continuano a seguire la crisi scaturita dalle elezioni in Venezuela, reiterando la richiesta di pubblicazione degli atti elettorali e la loro immediata verifica indipendente. L’Italia, si legge in una nota della Farnesina, inoltre condanna con forza la notizia del mandato di arresto nei confronti di Edmundo Gonzalez Urrutia, candidato presidente dell’opposizione.
Ma non è la sola. L’Unione europea, tramite l’Alto rappresentante per gli affari esteri Josep Borrell, ha espresso altrettanto la propria preoccupazione nei giorni scorsi, sottolineando quanto il risultato non rispetti i parametri di conformità di controllo e sia manchevole nella pubblicazione.
Così come, anche Matt Mahmoudi, consulente di Amnesty International ha evidenziato quanto una app come VenApp sia pericolosa. La tecnologia messa a punto da Maduro è un pericolo per i diritti umani. L’app serve a segnalare i manifestanti che mettono in discussione la sua rielezione: “Il fatto che gli sviluppatori abbiano modificato l’app per aggiungere questa nuova funzione e che le piattaforme tecnologiche l’abbiano poi resa ampiamente disponibile solleva una domanda: queste aziende stanno rispettando le loro responsabilità in materia di diritti umani?”
E continua: “Amnesty International ha ripetutamente documentato come, spesso, le aziende tecnologiche adottino misure che hanno un impatto negativo sui diritti umani senza un’adeguata valutazione dei rischi. Queste aziende hanno la responsabilità di svolgere un’attenta valutazione dei rischi e limitare adeguatamente qualsiasi potenziale pericolo. In questo caso, i rischi avrebbero dovuto essere evidenti, data la lunga storia di repressione di ogni forma di dissenso da parte del governo venezuelano”.
Secondo i gruppi per i diritti umani, migliaia di persone sono state arrestate e più di una decina uccise nella repressione post-elettorale contro l’opposizione. Attualmente il Venezuela è oggetto di un’indagine da parte della Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità, compreso il crimine di persecuzione.