Perché il leader dell’opposizione venezuelana si è rifugiato in Spagna

La leader dell'opposizione Maria Corina Machado: "Il 10 gennaio, il presidente eletto Edmundo González presterà giuramento come presidente costituzionale del Venezuela"
4 settimane fa
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Leader dell'opposizione venezuelana (Jonathan Lanza/NurPhoto/Shutterstock/IPA/Fotogramma)
Leader dell'opposizione venezuelana (Jonathan Lanza/NurPhoto/Shutterstock/IPA/Fotogramma)

Edmundo Gonzalez, candidato dell’opposizione alle presidenziali in Venezuela, si è rifugiato in Spagna. A renderlo noto è stato il ministro degli Esteri spagnolo Manuel Albares. Gonzalez ha lasciato il Paese, dopo che il regime di Nicolas Maduro aveva emesso un mandato di arresto nei suoi confronti.

Tra accuse di brogli e frodi, il candidato “perdente” alle elezioni è stato accolto a Madrid, in Spagna e, quindi, in Europa.

Fuga in Spagna: l’impegno europeo

“Edmundo Gonzalez è decollato da Caracas verso la Spagna con un aereo dell’Aeronautica militare spagnola. Il governo spagnolo ha fornito i mezzi diplomatici e materiali necessari per il suo trasferimento, effettuato su sua richiesta”, si legge in una nota del ministero spagnolo, nel quale si ribadisce l’impegno del governo di Madrid “per i diritti politici e l’integrità fisica di tutti” i cittadini venezuelani, con particolare attenzione ai leader politici.

“Oggi è un giorno triste per la democrazia in Venezuela”, ha dichiarato l’Alto Rappresentante dell’Ue per la politica estera, Josep Borrell commentando la notizia della partenza dal Venezuela di Edmundo Gonzalez. “Di fronte alla repressione, alla persecuzione politica e alle minacce dirette alla sua sicurezza e libertà, dopo aver ricevuto ospitalità nella residenza olandese di Caracas fino al 5 settembre, il leader politico e candidato alle presidenziali Edmundo González, ha dovuto chiedere asilo politico e avvalersi della protezione offertagli dalla Spagna”, ha aggiunto.

“Edmundo Gonzalez, secondo le copie dei verbali disponibili al pubblico, sarebbe il candidato alla presidenza vincitore delle elezioni con un’ampia maggioranza. In una democrazia, nessun leader politico dovrebbe essere costretto a chiedere asilo in un altro Paese“, ha sottolineato ancora.

“L’Ue invita le autorità venezuelane a porre fine alla repressione, agli arresti arbitrari e alle vessazioni contro i membri dell’opposizione e della società civile e a rilasciare tutti i prigionieri politici. L’UE continuerà a sostenere il popolo venezuelano nelle sue aspirazioni democratiche”, conclude.

La “Resistenza” venezuelana

Edmundo Gonzalez ha lasciato il Venezuela e si trova adesso in Spagna perché “la sua vita era in pericolo“, ma il golpe del regime “non avrà successo” e il 10 gennaio prossimo “giurerà come presidente” legittimo. L’ha scritto in un post su X la leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado, ricordando come “a partire dalla nostra storica vittoria del 28 luglio, il regime ha scatenato una brutale ondata di repressione contro tutti i cittadini, classificata come terrorismo di Stato”.

La vita di Gonzalez “era in pericolo, e le crescenti minacce, convocazioni, mandati di arresto e perfino i tentativi di ricatto e di coercizione a cui è stato sottoposto dimostrano che il regime non ha scrupoli né limiti nella sua ossessione di zittirlo e di cercare di sottometterlo”, accusa ancora Machado, secondo cui “di fronte a questa realtà brutale, è necessario preservare la sua libertà, la sua integrità e la sua vita”.

Ma, assicura la leader dell’opposizione, “il loro tentativo di colpo di stato contro la sovranità popolare non si concretizzerà: il 10 gennaio, il presidente eletto Edmundo González presterà giuramento come presidente costituzionale del Venezuela e comandante in capo delle forze armate nazionali”. “Edmundo combatterà da fuori a fianco della nostra diaspora e io continuerò a farlo qui, al vostro fianco – ha concluso Machado – Venezuelani, questa lotta durerà fino alla fine e la vittoria è nostra”.

Il supporto statunitense

“Gli Stati Uniti condannano fermamente la decisione di Maduro di usare la repressione e l’intimidazione per aggrapparsi al potere con la forza bruta piuttosto che riconoscere la sua sconfitta alle urne – si legge in una nota di Antony Blinken, Segretario di Stato degli Stati Uniti d’America -. Nelle ultime sei settimane, Maduro ha arrestato ingiustamente quasi duemila venezuelani, ha usato la censura e le minacce per mettere a tacere l’opposizione al suo governo e ha violato le leggi venezuelane per rimanere al potere contro la volontà del popolo venezuelano”.

E aggiunge: “Invitiamo Maduro a cessare la repressione e a rilasciare immediatamente tutti coloro che sono stati ingiustamente detenuti. Gli Stati Uniti continueranno a lavorare con i partner internazionali per difendere le libertà democratiche in Venezuela e garantire che Maduro e i suoi rappresentanti siano ritenuti responsabili delle loro azioni”.