Trump modifica dazi sulle auto importate: esenzioni per assemblaggio negli Usa

Esenzioni temporanee per componenti auto assemblate negli USA e nuove tariffe per le case automobilistiche straniere: cosa cambia
7 ore fa
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Donald Trump al comizio dei 100 giorni di presidenza (Photo by Andrew Roth/Sipa USA)
Donald Trump al comizio dei 100 giorni di presidenza (Photo by Andrew Roth/Sipa USA)

Il presidente americano Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per ammorbidire i dazi su auto e componenti di auto importate negli Stati Uniti. La notizia era arrivata ieri, quando, il tycoon, prima di imbarcarsi per un volo diretto nel Michigan per festeggiare i primi 100 giorni del suo mandato, ha detto: “È un aiutino, una piccola transizione”.

Ma in cosa consiste? Resta in vigore la tariffa del 25% sulle auto importate. La Casa Bianca cambia le tariffe in modo che non si accumulino con altri dazi, come per esempio con quelli su acciaio e alluminio usati normalmente per le automobili. Le aziende che completano l’assemblaggio delle auto negli Stati Uniti potranno beneficiare di alcune esenzioni sui dazi sull’importazione di componenti di auto per due anni.

Dazi e auto: la mossa di Trump

A spiegare la manovra è stato il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnick: le case automobilistiche statunitensi che assembleranno i loro veicoli negli Stati Uniti, con componenti all’85% statunitensi, non pagheranno i dazi sulle auto.

Il ministro ha specificato che i dazi si applicheranno invece alle case automobilistiche straniere che assemblano le auto negli Stati Uniti. In sintesi? “Finite le vostre auto in America e il gioco è fatto”.

L’esenzione durerà tre anni, così da permettere ai costruttori di produrre tutte le componenti in patria. Al momento, le case automobilistiche statunitensi dipendono necessariamente da un 15% di componenti importate.

I 100 giorni di Trump e delle borse Usa

“Io non sono entrato in carica fino al gennaio 2025”, ha scritto in un post Donald Trump. “I dazi entreranno presto in vigore e le aziende stanno iniziando a trasferirsi negli Stati Uniti in gran numero. Il nostro Paese prospererà, ma dobbiamo liberarci dell’eccedenza Biden”.

Il presidente statunitense non ha perso occasione per puntare ancora il dito contro il suo predecessore Joe Biden, imputandogli le difficoltà economiche che attraversa il paese, subito dopo la divulgazione di nuovi dati che confermano la contrazione dell’economia nei primi tre mesi del 2025.

Deprime le Borse Usa – e fa girare in negativo quelle europee – il dato sul Pil degli Usa che nel primo trimestre ha registrato una contrazione inaspettata dello 0,3%, secondo i dati preliminari pubblicati mercoledì dal Dipartimento del Commercio. Il dato si confronta con il + 2,4% registrato nel quarto trimestre e segna il primo calo del Pil Usa dal 2022.

La prima rilevazione del prodotto interno lordo durante il secondo mandato del presidente Donald Trump era molto attesa, soprattutto alla luce dei dazi varati nelle scorse settimane. La maggior parte degli economisti non si aspettava una contrazione della più grande economia mondiale nei primi mesi del 2025, nonostante diversi indicatori suggerissero un rallentamento della crescita.

Alle 16 a Wall Street l’S&P 500 è in calo a -1,88%, male anche il Dow Jones a -1,56% mentre il Nasdaq perde l’1,71%. In Europa male il Dax a -0,68%, il FTSE 100 si attesta a -0,36%, mentre il Cac40 registra un -0,30%.

Il dato odierno segue la stima del Fondo monetario internazionale che la scorsa settimana nel World Economic Outlook aveva previsto per il Pil degli Stati Uniti un aumento dell’1,8% quest’anno, in calo rispetto alla stima di gennaio pari a +2,7%.

La reazione del mercato automobilistico

Stellantis, in un comunicato, ha dichiarato di “apprezzare le misure di sgravio tariffario decise dal Presidente Trump”, aggiungendo che “valuterà ulteriormente l’impatto delle politiche tariffarie” e si augura di collaborare con i funzionari statunitensi per “stimolare le esportazioni”.

Ford accoglie con favore e apprezza queste decisioni del Presidente Trump, che contribuiranno a mitigare l’impatto dei dazi sulle case automobilistiche, sui fornitori e sui consumatori. Continueremo a lavorare a stretto contatto con l’amministrazione a sostegno della visione del presidente per un’industria automobilistica sana e in crescita in America”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Ford Jim Farley in un comunicato.

Mary Barra, amministratore delegato di General Motors, ha affermato di credere “che la leadership del presidente stia aiutando a livellare il campo di gioco per aziende come GM e ci permetta di investire ancora di più nell’economia statunitense”.