I cittadini di Trento sono i più soddisfatti della propria città più di ogni altro europeo. È una conferma a livello nazionale, ma una sorpresa sul piano continentale quanto emerge dall’indagine “Quality of life in European cities”, condotta dalla Commissione Europea con il contributo dell’Istat in una selezione di città europee che valuta sia la soddisfazione di vivere nella propria città che lo stile di vita.
A livello europeo, la Sardegna spicca per qualità dell’aria percepita.
Sono state analizzate 59 città europee, di cui 26 italiane, dove la percentuale media dei soddisfatti di vivere nella propria città è
Trento, già al top per incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche, risulta prima in Ue proprio nei giorni in cui l’altoatesino Jannik Sinner regala all’Italia il primato persino mondiale nel tennis. Ma il capoluogo trentino non è un’eccezione: tra le città italiane considerate dall’indagine della Commissione europea, la quota di popolazione soddisfatta per la vita nella propria città nel 2023 è generalmente alta, pari al 79,5%, comunque inferiore di circa 10 punti rispetto a quella nelle altre città europee. Emergono però delle enormi differenze tra Nord e Sud Italia.
Se, infatti, a Trento sono soddisfatti della propria città il 95,4% dei cittadini, nella città di Taranto la percentuale crolla al 47,8%. Il report evidenzia, però, anche quote piuttosto basse di popolazione italiana convinte che la qualità della vita sia migliorata negli ultimi cinque anni. Uniche eccezioni Messina e Bari, quest’ultima risalita in molte graduatorie degli ultimi anni ed emersa come la incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche.
Molta soddisfazione in sei città italiane
In sei città italiane si osservano percentuali molto alte della popolazione soddisfatta di vivere nella propria città: Trento, Trieste, Cagliari, Bergamo, Brescia, Bolzano. Qui il tasso di soddisfazione dei cittadini è superiore al 90%, simile a quella di molte città dell’Europa settentrionale. Percentuali poco più basse di persone soddisfatte per la propria città (fra l’81,3% e l’87%) si sono registrate a Bologna, Perugia, Firenze, Milano, Genova, Pescara, Torino e Bari. Valori simili si riscontrano a Barcellona, Berlino, Budapest e Bruxelles, mentre percentuali inferiori all’81,3% caratterizzano Venezia, Sassari, Roma, Messina, Napoli, Palermo, Catania, Reggio di Calabria e Taranto.
In diverse città italiane, più della metà dei cittadini di ritiene che la qualità della vita nella propria città sia peggiorata. Lo pensano la maggior parte dei cittadini di Firenze, Sassari, Bolzano, Catania, Parma, Roma, Venezia e Reggio Calabria.
Dà speranza il capoluogo pugliese, dato che a Bari oltre la metà della popolazione ritiene che la qualità della vita negli ultimi cinque anni sia migliorata: si tratta di uno dei migliori risultati a livello europeo, anche se bisognerà capire che impatto avrà sulla città pugliese l’addio da primo cittadino di Antonio Decaro dopo due mandati consecutivi.
Un caso a parte è rappresentato da Trento. Dai dati dell’indagine emerge una relazione positiva che colloca la città al primo posto in Ue in base a due parametri che si sostengono a vicenda: la qualità della vita nella propria città e la soddisfazione per la vita che si conduce.
Nel rapporto si legge: “A livello europeo un ampio gruppo di città mostra percentuali elevate (superiori alla media dell’Ue) per entrambe le variabili. In questo gruppo sono concentrate le città dell’Europa settentrionale (come Stoccolma e Copenaghen), le città dell’Europa occidentale (tra cui Amsterdam, Bruxelles, Monaco, Vienna), alcune importanti città dell’Europa dell’Est come Varsavia, Cracovia e Bratislava e una parte delle città italiane”. Tra queste ultime Ancona, Parma, Bolzano/Bozen, Brescia, Bergamo, Trieste e in particolare Trento, con oltre il 90% di persone soddisfatte sia di vivere nella propria città che della vita che conducono. Firenze e Perugia presentano invece valori attorno alla media della Ue. L’assenza di città del Sud Italia dal novero delle migliori città europee evidenzia ancora il grande incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche presente nella penisola.
Trasporto pubblico: tante croci e poche delizie
Tornando alla classifica generale diverse voci compongono il giudizio dei cittadini. In Italia, le quote più alte di cittadini soddisfatti per i trasporti pubblici si registrano a Milano, Trieste e Bolzano, mentre le percentuali più basse sono rilevate in alcune città dell’Italia meridionale, oltre che a Roma e a Perugia.
E se il trasporto pubblico è deficitario, aumenta l’uso dei veicoli privati. Non a caso, l’Italia ha una scarsa distribuzione del trasporto pubblico rispetto agli altri principali Stati europei ed è quello con incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche.
L’indagine “Quality of life in European cities” non fa che confermare questi trend: sono quasi tutte italiane le 20 città Ue in cui l’automobile è indicata come mezzo di trasporto usato, con una prevalenza delle città del Centro e del Mezzogiorno ma anche alcune città del Nord.
In occasione della Giornata mondiale dell’ambiente che ricorre oggi, vale la pena fare qualche riflessione in più sul tema. Trasporto pubblico e disincentivo all’uso dei mezzi di trasporto privati sono due pilastri della decarbonizzazione, cruciali anche in ottica degli obiettivi incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche dall’Unione europea.
Il dato, clamoroso, per cui i nuovi incentivi destinati all’acquisto di auto elettriche o poco inquinanti si sono esauriti in un solo giorno indica quanta “fame” di mobilità sostenibile ci sia in Italia. I crescenti limiti alla circolazione dei mezzi più inquinanti in diverse città italiane hanno stimolato l’acquisto di auto green, anche se l’aspetto volitivo dei cittadini è stato spesso decisivo. Non c’è dubbio sul fatto che i nuovi incentivi siano andati a ruba, tanto che il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti non ha escluso l’immissione di nuovi fondi.
(Poca) soddisfazione per le infrastrutture
Con riferimento alle infrastrutture culturali (teatri, musei, biblioteche) le città italiane con i maggiori livelli di soddisfazione sono Milano, Trento, Bergamo, Parma, Brescia, Trieste, Bolzano/Bozen e Firenze.
Altro cruccio atavico del Belpaese è la pulizia delle strade: in circa tre quarti delle città italiane, meno della metà degli abitanti si ritiene soddisfatta della pulizia della città. Di questo gruppo fanno parte tutte le città meridionali analizzate dalla Commissione e dall’Istat, ma anche le città più grandi dove la gestione dei rifiuti risulta particolarmente difficile.
Anche nella sanità si riflette il gap Nord-Sud. Le città settentrionali presentano percentuali di cittadini soddisfatti per la sanità che superano in quasi tutti i casi il 60% (spiccano Bologna, Verona e Trieste) mentre nelle città del Mezzogiorno il livello di soddisfazione è sempre inferiore al 50%. Intanto il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha appena annunciato un provvedimento per abbattere la durata delle liste d’attesa, il cui impatto va capito nell’immediato futuro.
Alloggi troppo cari e città insicure
Nei Paesi europei più sviluppati i canoni di affitto delle case sono alti in termini assoluti, ma spesso sostenibili in base alle entrate. Discorso a parte per l’acquisto dell’immobile che è una chimera per molti europei, mentre resta una caratteristica tipica degli italiani. Sullo sfondo anche la diversa inclinazione al rischio e il diverso approccio agli investimenti.
Tuttavia, l’indagine riaccende i riflettori sul problema del caro-case, con percentuali relativamente basse di persone ritengono facile trovare un buon alloggio a un prezzo ragionevole in molte città italiane. Il problema è fortemente accentuato a Firenze, Bolzano/Bozen (dove meno del 5% dei residenti ritiene la ricerca di un alloggio un’operazione semplice) e Milano che ha provato a correre ai ripari con una misura ad hoc, approvata lo scorso anno e con durata triennale.
In tutte le città esaminate la maggior parte degli abitanti concorda nel ritenere la propria città un buon posto per vivere per le persone in generale, ma meno per la popolazione immigrata. Le percentuali più basse di chi ritiene la città un posto accogliente per gli immigrati si osservano in alcune città del Mezzogiorno ma anche a Trieste e Genova, mentre quella più alta si rileva a Bologna, dove si registrano valori simili a quelli di Madrid ed Helsinki.
Anche la sicurezza emerge come punto debole delle città italiane. I valori più alti sono rilevati nelle città del Nord Italia che presentano un grado di soddisfazione simile a quello di molte città tedesche, francesi, spagnole e dell’Europa orientale.
Tolte queste eccezioni, però, nelle città italiane si osservano le percentuali più basse di persone che si sentono sicure a camminare da sole di notte nella propria città in tutta l’Unione europea. Le quote più ridotte (inferiori al 30%) si rilevano a Catania, Milano, Taranto, Genova, Venezia, Parma e Bari. Roma è, tra quelle europee, la capitale con la percentuale più bassa (36,8%) di chi si sente sicuro a camminare da solo la notte.
Collegato a questo, c’è il tema dell’efficienza percepita dell’Amministrazione pubblica locale che risulta molto bassa in quasi tutte le città dell’Italia meridionale e in grandi città come Roma, Firenze, Perugia, Genova, Milano, Torino, Venezia.
La percezione che nella propria Amministrazione locale sia presente la corruzione è più accentuata nelle città baltiche, greche, portoghesi nonché in quelle dell’Europa dell’Est e in alcune città italiane come Roma, Palermo e Napoli.
Soddisfazione per la qualità dell’aria
Se Trento spicca come qualità della vita, la Sardegna ottiene il primato europeo per la soddisfazione sulla qualità dell’aria con le città di Cagliari e Sassari. Giova ricordare che il capoluogo sardo è anche tra le prime sei città italiane per qualità della vita percepita.
Il 90,9% dei cagliaritani e l’89,5% dei sassaresi sono soddisfatti della qualità dell’aria, mentre risultano invece meno soddisfatti gli abitanti di città densamente abitate come Firenze, Catania, Verona, Bologna, Palermo, Venezia, Napoli, Roma, Torino e Milano e di città più industrializzate, tra le quali Bergamo, Parma e Brescia. Il valore più basso in assoluto però è quello rilevato a Taranto, con appena il 6% dei cittadini soddisfatti soprattutto a causa della famigerata questione Ilva.