Sono 363.900 i laureati dell’Unione Europea che hanno trascorso almeno tre mesi all’estero durante il proprio percorso di studi (la cosiddetta “credit mobility”). Lo rileva un’analisi sui dati Eurostat del 2022 realizzata in occasione della Giornata Internazionale dello Studente, celebrata ogni anno il 17 novembre. Si tratta dell’8,9% dei laureati totali nell’Ue, una percentuale significativa considerando i 4,1 milioni di laureati totali nel 2022. L’analisi evidenzia l’importanza e la portata della mobilità studentesca europea per i laureati che scelgono di arricchire la propria formazione con un’esperienza internazionale.
Da dove vengono e dove vanno
La Francia si distingue come il principale paese di provenienza degli studenti in mobilità, con quasi la metà (49,5%) dei laureati europei che hanno studiato all’estero. Questo si traduce in 179.997 studenti francesi, un dato che conferma il forte investimento del sistema educativo francese nei programmi di mobilità internazionale. La Germania segue con 51.100 studenti in mobilità (14,0% del totale), mentre l’Italia si posiziona al terzo posto con 47.815 laureati in mobilità (13,1%).
Guardando ai paesi di destinazione, la Spagna si conferma la principale scelta per i laureati europei in mobilità, attirando l’11,1% dei flussi complessivi. Seguono due destinazioni extra-Ue: il Regno Unito, con una quota del 9,7%, e gli Stati Uniti, che accolgono il 7,2% degli studenti europei in mobilità.
La mobilità studentesca europea mostra anche specifiche tendenze regionali. Alcuni paesi attraggono una quota considerevole di studenti da specifici stati membri dell’Ue. Ad esempio, la Grecia è una meta privilegiata per gli studenti ciprioti, con un sorprendente 54,3% degli studenti di Cipro che optano per il paese ellenico. Analogamente, l’Italia riceve il 51,1% dei laureati maltesi in mobilità, mentre la Germania ospita il 27,1% dei laureati provenienti dal Lussemburgo.