Una nuova stretta al contante e controlli sempre più stringenti sul denaro in entrata e in uscita dai confini dell’Ue per importi pari o superiori a 10mila euro. L’Italia sta introducendo un’importante revisione normativa per allinearsi al regolamento UE 2018/1672.
Lo schema di decreto legislativo attualmente all’esame del Consiglio dei ministri amplia la definizione di denaro contante, includendo anche strumenti come le carte prepagate non nominative.
Una nuova definizione di denaro contante
Il testo del decreto punta a ridefinire il concetto di denaro contante, superando il tradizionale riferimento a banconote e monete. La nuova normativa, infatti, considera denaro anche una serie di strumenti che possono essere facilmente utilizzati per trasferire valore in forma anonima, come assegni turistici, vaglia cambiari e, in particolare, carte prepagate non nominative.
Questi titoli, spesso utilizzati per piccole transazioni quotidiane, diventano un obiettivo delle autorità di controllo in quanto possono essere sfruttate per aggirare i limiti sui trasferimenti di denaro oltre frontiera.
La definizione ampliata, inoltre, fa riferimento anche a strumenti negoziabili al portatore, che consentono al detentore di ricevere pagamenti senza dover identificarsi. L’obiettivo è chiaro e in linea con il dettato comunitario: evitare che questi strumenti vengano usati per mascherare operazioni finanziarie illegali.
L’impatto sulle carte prepagate non nominative
Uno degli aspetti più rilevanti del decreto riguarda l’equiparazione delle carte prepagate non nominative al contante. In passato, queste carte erano considerate uno strumento di pagamento anonimo e sicuro per importi limitati. Tuttavia, con la diffusione di carte che possono contenere somme elevate e non essere collegate a un conto corrente, è cresciuta la preoccupazione che vengano utilizzate per trasferimenti transfrontalieri illeciti.
Il decreto prevede che chiunque porti con sé, all’interno o fuori dai confini dell’Unione europea, somme superiori a 10mila euro in carte prepagate dovrà dichiararlo alle autorità doganali. Questa stretta regolamentare mira a chiudere le falle che finora hanno consentito l’uso non monitorato di questi strumenti di pagamento.
Regolamento UE 2018/1672 e impatto sulle leggi italiane
Il regolamento UE 2018/1672 ha dettato la linea per i controlli valutari nell’Unione, ma ogni Stato membro ha il compito di implementarlo con normative specifiche. In Italia, il decreto legislativo in questione cerca di andare oltre la semplice attuazione delle norme comunitarie, introducendo misure più severe per colpire il trasferimento di denaro contante illecito.
Il regolamento comunitario, infatti, si concentra soprattutto sulla necessità di dichiarare somme pari o superiori a 10mila euro al passaggio delle frontiere. Tuttavia, l’Italia intende estendere questi controlli anche ai trasferimenti non accompagnati di denaro, come quelli via plico postale o tramite corrieri. In questi casi, se viene scoperto denaro non dichiarato, le autorità italiane avranno il potere di trattenerlo fino a quando non verrà presentata la necessaria documentazione.
Nuove regole sui trasferimenti non accompagnati
Il decreto introdurrebbe regole stringenti sui trasferimenti di denaro “non accompagnato”, ovvero fondi inviati senza una persona fisica che li porti materialmente con sé. In caso di importi pari o superiori a 10mila euro, il mittente o il destinatario avrà l’obbligo di fornire una dichiarazione formale entro trenta giorni dal rilevamento del denaro. In mancanza di questa dichiarazione, le autorità potranno bloccare le somme, soprattutto in presenza di indizi che colleghino il trasferimento ad attività criminali.
Questa misura si propone di evitare che i flussi di denaro illegali possano aggirare i controlli doganali sfruttando metodi di spedizione alternativi. La collaborazione tra agenzia delle Dogane e Guardia di Finanza sarà fondamentale per assicurare che le nuove regole vengano applicate in modo rigoroso.
Contanti, evasione e la posizione dell’Italia
L’Italia si trova nella necessità di adottare un decreto che attui il regolamento europeo 2018/1672 per allinearsi agli standard comunitari, principalmente in funzione del contrasto a fenomeni come il riciclaggio di denaro e l’evasione fiscale che è ancora tra le più alte d’Europa nonostante i passi avanti degli ultimi anni. Trattandosi di un regolamento e di una direttiva, la norma comunitaria è direttamente applicabile: gli Stati membri possono solo rendere le maglie più strette, ma non possono allentare i livelli minimi stabiliti dall’Ue.
Il decreto legislativo al vaglio del Consiglio dei ministri va in questa direzione e può essere uno strumento chiave per garantire una maggiore trasparenza sui flussi di contante in entrata e in uscita dal Paese, implementando controlli più rigorosi non solo sulle somme di denaro dichiarate, ma anche sui beni considerati riserve di valore liquido, come le carte prepagate.