La Slovacchia vieterà l’uso di lingue che non siano lo slovacco nei luoghi pubblici. Nella prima metà di ottobre, il ministero slovacco della Cultura, guidato da Martina Šimkovičová, ha inasprito la legge statale sulle minoranze linguistiche. Lo scopo della modifica, secondo il ministero, era quello di “rendere applicabili le disposizioni della legge sulla lingua di Stato modificando la formulazione del testo della legge, che causa ambiguità nella pratica applicativa, e di creare condizioni giuridiche che garantiscano controllo statale efficace”.
Successivamente Šimkovičová ha sottolineato che i cambiamenti previsti non sono diretti contro le minoranze: “Le minoranze non hanno motivo di preoccuparsi”. Eppure, la notizia sembra aver creato frizioni tra Bratislava e Budapest. Scopriamo perché.
“Vietate lingue minoritarie”
L’agenzia di stampa locale Napunk ha ottenuto dal ministero il testo dell’emendamento alla legge, che non è ancora reso pubblico. La proposta di emendamento non confermerebbe le rassicurazioni del ministero, in quanto sembra contenere “modifiche che renderebbero chiaramente più difficile l’uso della lingua ungherese in Slovacchia, e in alcuni casi la proibirebbero del tutto”.
La parte più “grave della bozza è che il ministero potrebbe imporre sanzioni per qualsiasi violazione della legge e, a differenza di prima, anche gli imprenditori privati potrebbero essere ampiamente puniti. E il limite inferiore delle multe verrebbe aumentato drasticamente, fino a venti volte il livello attuale”.
L’emendamento proposto alla legge linguistica già vigente in Slovacchia stabilisce che il testo in slovacco deve apparire sempre per primo sui cartelli statali e sulle insegne pubbliche e che le lingue minoritarie saranno proibite sui trasporti pubblici e in luoghi come gli uffici postali. Le persone che violano la legislazione saranno soggette a multe fino a 15.000 euro. L’emendamento alla legge è stato già presentato in formato simile nel 2009, quando la Slovacchia rese obbligatoria la lingua maggioritaria per i soli dipendenti pubblici.
Bratislava vs Budapest?
Nonostante questa proposta di modifica, i rapporti tra le due Capitali europee sembrano essere ancora sani. I due leader, Robert Fico per la Slovacchia e Viktor Orban per l’Ungheria, condividono posizioni filo-russe e anti-statunitensi, anche se con l’elezione di Donald Trump, la visione atlantica dell’Ungheria nello specifico sembra essersi ammorbidita.
Inoltre, la posizione di Fico sull’invasione russa dell’Ucraina nel 2022 è allineata a quella dell’ungherese Orbán: chiedono che non venga sovvenzionata la guerra con gli aiuti militari all’Ucraina. Così come, entrambi hanno chiesto maggiori finanziamenti dall’Ue per contrastare l’immigrazione illegale.
Ma allora perché la Slovacchia vuole limitare la lingua minoritaria nel Paese? “L’emendamento alla legge sulla lingua elaborato dal Ministero della cultura slovacco è assurdo, è diretto contro la minoranza ungherese e riporta la Slovacchia agli anni Novanta“, ha affermato René Parák, deputato del partito Libertà e Solidarietà (Sas). “Questa legge, intrisa di nazionalismo, ha spesso limitato e continua a limitare i diritti della popolazione del Paese di diffondere e ricevere liberamente informazioni nella propria lingua madre, e limita anche la libertà di iniziativa imprenditoriale”, ha concluso.
Il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó sostiene di essere stato rassicurato dal presidente del Parlamento slovacco Peter Žiga sul fatto che qualsiasi modifica alla legge sulla lingua slovacca non avrebbe influito sui diritti della minoranza ungherese nel Paese. Gli ungheresi, però, rappresentano circa l’8% dei 5 milioni di abitanti della Slovacchia, il che li rende la minoranza più numerosa della Nazione.
Uno dei motivi principali sembra riguardare la volontà di rispettare gli aspetti più tradizionalisti della Slovacchia. L’Ungheria ha governato il Paese sotto l’egemonia dell’impero austro-ungarico fino alla sua disgregazione dopo la Prima guerra mondiale. Ragioni storiche, quindi, potrebbero essere alla base dell’emendamento che vorrebbe dimostrare la definitiva autodeterminazione della Slovacchia.