È ufficialmente entrato in vigore ieri, 12 ottobre 2025, il nuovo sistema informatico di ingresso e uscita nei 29 Paesi membri dell’Area Schengen, noto come Entry/Exit System, alias ‘Ees’. Il nuovo sistema registrerà gli ingresso e le uscite, i dati contenuti nel passaporto, le impronte digitali e le immagini biometriche dei cittadini extra-Ue che viaggiano per soggiorni brevi negli Stati membri d’Europa.
Il programma sarà implementato nei prossimi sei mesi, fino al 9 aprile 2026. I singoli Paesi membri potranno introdurre il nuovo sistema solo in alcuni punti di confine. “Questo nuovo sistema di gestione delle frontiere – ha spiegato il Consiglio dell’Unione europea – rafforzerà la sicurezza dello spazio Schengen e contribuirà a prevenire la migrazione irregolare”.
Ma qual è lo scopo, come funziona e cosa cambia per i cittadini europei?
Contrasto all’immigrazione irregolare
Lo scopo del nuovo sistema Ees è quello di prevenire l’immigrazione irregolare e possibili minacce di terrorismo. A spiegarlo è stato Rasmus Stoklund, ministro danese per la Migrazione, il quale ricopre la presidenza di turno del Consiglio dell’Unione europea e secondo il quale “dobbiamo fare tutto il possibile per impedire ai terroristi e ai migranti irregolari di entrare illegalmente nello spazio Schengen. È fondamentale mantenere un controllo efficace sui cittadini di Paesi terzi che entrano nello spazio Schengen, in modo da poter rafforzare la sicurezza alle frontiere esterne. Grazie a un sistema informatico a livello dell’Ue, sarà più facile monitorare chi attraversa le nostre frontiere”.
In altre parole, i destinatari del programma non sono i cittadini europei, ma coloro che sceglieranno di entrare, per periodi brevi, all’interno di uno degli Stati membri dell’Area Schengen.
Come funziona il nuovo sistema Ees
I cittadini di Paesi terzi che arrivano per la prima volta in un aeroporto, porto o al confine via terra in uno degli Stati membri dell’area Schengen, avranno l’obbligo di fornire i propri dati personali. La registrazione digitale delle informazioni contenute nel passaporto vedrà anche il coinvolgimento dei dati biometrici raccolti in tempo reale e la raccolta delle impronte digitali. I dati saranno raccolti in un file digitale che vedrà anche la data e il luogo di entrata e uscita e l’eventuale respingimento.
Ogni volta che un cittadino extra-Ue ritorna, gli addetti ai controlli dovranno solo verificare la congruità con i dati già raccolti. Coloro che posseggono un passaporto biometrico potranno attraversare le frontiere più rapidamente utilizzando il sistema self-service, quando disponibile.
I Paesi coinvolti
Il nuovo sistema Ees non riguarderà i cittadini dell’Unione europea e quelli dell’Islanda, Norvegia, Svizzera e Lichtenstein, ma coloro che provengano da altri Paesi e che entrano o escono dall’area Schengen per soggiorni di breve durata (fino a 90 giorni in un periodo di 180 giorni). I dati raccolti saranno conservati per tre anni.
Per l’Italia, è già in vigore a Milano Linate, Malpensa e Roma Fiumicino, per gli aeroporti, a Genova e Civitavecchia, per i porti. Ma coinvolgerà anche le infrastrutture di Austria, Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania; Slovacchia, Slovenia, Spagna, Svezia e Svizzera.
Il progetto ha un valore di 142 milioni di euro. L’appalto è stato vinto da un consorzio formato dalla Ibm, Leonardo e Atos.