La recente impennata dell’incertezza economica e politica sta mettendo a dura prova la stabilità finanziaria dell’Europa. A sostenerlo è l’ultimo Financial Stability Review della Banca centrale europea (Bce) che ha evidenziato un quadro più incerto nell’Eurozona, con una revisione al ribasso delle prospettive di crescita. La causa? Il contesto geopolitico internazionale e il peso dei dazi sui mercati.
Il tutto graverà su famiglie e imprese: “L’improvviso cambio di rotta nella politica tariffaria statunitense rientra in un più ampio mutamento dell’ambiente geopolitico, con impatti economici e finanziari che potrebbero mettere alla prova la stabilità dell’area euro”, ha dichiarato il vicepresidente della Bce Luis de Guindos nella prefazione del report Bce. “L’incertezza riguarda molti ambiti della politica economica, dalla regolamentazione alla sicurezza nazionale”, ha sottolineato, evidenziando quanto sia complicato effettuare previsioni di lungo termine.
Mercati finanziari sotto pressione
Le tensioni commerciali e le incertezze geopolitiche hanno alimentato la volatilità nei mercati finanziari. Il report della Bce conferma che i movimenti nei prezzi degli asset rischiosi sono stati accentuati dall’annuncio dei nuovi dazi statunitensi, con una correzione particolarmente pronunciata nel comparto obbligazionario. L’elevato livello di incertezza ha ridotto la liquidità disponibile nel settore finanziario non bancario, aumentando il rischio di choc di mercato. Tuttavia, i mercati obbligazionari europei hanno registrato afflussi di capitale, sebbene la riduzione della liquidità nei fondi di investimento possa amplificare le fluttuazioni dei prezzi.
“Manca chiarezza su diversi importanti ambiti della politica economica, tra cui le politiche commerciali, normative e fiscali, nonché sul livello di impegno della nuova amministrazione statunitense nei confronti della cooperazione internazionale”, avverte il report.
Settore bancario: solido, ma con rischi in aumento
La redditività bancaria resta solida, con un patrimonio netto medio del 9,5% nel 2024. Tuttavia, la riduzione dei tassi di interesse potrebbe comprimere i margini operativi delle banche, costringendole a rivedere le loro strategie di accantonamento. Secondo le previsioni della Bce, il costo del rischio aumenterà di circa 8 punti base nei prossimi sei mesi, con un impatto più marcato sulle istituzioni maggiormente esposte ai settori manifatturiero e tecnologico. Anche l’afflusso di capitale nei mercati obbligazionari europei potrebbe modificare le dinamiche di finanziamento, con effetti sulle condizioni di credito.
“Le sorprese negative, tra cui un forte deterioramento delle prospettive di crescita economica, improvvisi cambiamenti nelle aspettative di politica monetaria o un’escalation delle tensioni commerciali, potrebbero portare a ulteriori bruschi cambiamenti nel sentiment degli investitori, con conseguenti ricadute su diverse classi di attività e alimentando al contempo l’interesse degli investitori per classi di attività alternative come l’oro”, sostiene la Bce.
Imprese e famiglie: vulnerabilità crescente
L’incertezza commerciale e la possibile riduzione della domanda esterna potrebbero incidere negativamente su alcuni settori strategici. “Nel complesso, i bilanci delle imprese e delle famiglie dell’area dell’euro sono migliorati notevolmente negli ultimi anni, con l’indebitamento sceso al di sotto dei livelli osservati prima della crisi finanziaria globale – scrive la Bce -. Detto questo, i costi degli interessi più elevati continuano a pesare sulla redditività delle aziende, anche se i nuovi tassi sui prestiti diminuiscono, mentre le insolvenze sono aumentate in tutti i settori e nei paesi alla luce delle prospettive aziendali ancora deboli e incerte” Il comparto manifatturiero e quello automobilistico, inoltre, rischiano di registrare un calo nei ricavi, mentre il rallentamento economico potrebbe mettere sotto pressione il servizio del debito delle famiglie. La Bce prevede che il rapporto debito/Pil rimanga critico per alcuni Paesi con alti livelli di indebitamento, specialmente quelli con costi di finanziamento in aumento.
Sfide per la sostenibilità del debito pubblico
L’invecchiamento della popolazione e l’aumento della spesa per la difesa accentuano la pressione sui conti pubblici. Il report Bce evidenzia in tal senso che il debito sovrano dell’Eurozona potrebbe subire ulteriori stress, con implicazioni per la stabilità finanziaria.
“Le aspettative del mercato di un maggiore fabbisogno di finanziamenti pubblici e di possibili effetti positivi sulla crescita hanno contribuito a un aumento dei rendimenti dei titoli di Stato decennali dell’area dell’euro. L’aumento è stato tuttavia in parte invertito a seguito dei flussi di titoli di Stato verso la sicurezza nei mercati obbligazionari sovrani dell’area dell’euro in seguito agli annunci di tariffe doganali da parte degli Stati Uniti – conclude il report -. Una maggiore spesa per la difesa e un incremento del costo del servizio del debito potrebbero mettere ulteriormente a dura prova le posizioni fiscali, soprattutto nei paesi che hanno elevate esigenze di rifinanziamento a breve termine e sono già gravati da elevati livelli di debito”.
La Bce ha quindi evidenziato la necessità di politiche coordinate per garantire la stabilità finanziaria dell’Eurozona. Sono indispensabili misure proattive per mitigare l’impatto delle tensioni commerciali e proteggere la crescita economica. Il rafforzamento del settore bancario e finanziario attraverso strategie mirate di consolidamento e gestione del rischio sarà fondamentale per affrontare le sfide globali.