Povertà alimentare in Italia e in Europa: cosa dicono i numeri?

Analisi dei dati Eurostat
2 mesi fa
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Pane e acqua

Nel 2023, l’Europa ha registrato un aumento preoccupante della povertà alimentare, con il 9,5% della popolazione dell’UE incapace di permettersi un pasto contenente carne, pesce o un equivalente vegetariano ogni due giorni, come rilevano dati Eurostat. Questo dato segna un aumento di 1,2 punti percentuali rispetto al 2022, evidenziando una tendenza in crescita che riflette le sfide economiche e sociali diffuse nel continente.

Particolarmente significativo è il dato relativo alle persone a rischio di povertà: nel 2023, il 22,3% della popolazione europea si trovava in questa condizione, con un incremento di 2,6 punti percentuali rispetto all’anno precedente (19,7%). Questo indicatore cruciale del Pilastro Europeo dei Diritti Sociali – Scoreboard Sociale mette in luce una situazione critica che richiede urgenti interventi politici e sociali per migliorare la sicurezza alimentare e il benessere delle persone vulnerabili.

L’Italia e la crescita della povertà alimentare

In Italia, la situazione della povertà alimentare nel 2023 ha registrato un significativo aumento, con il 19,2% della popolazione nazionale incapace di garantirsi un pasto con carne, pesce o equivalente vegetariano ogni due giorni. Questo dato rappresenta un aumento di 2,6 punti percentuali rispetto al 2022, riflettendo una tendenza simile a quella osservata a livello europeo.

Sebbene l’Italia si posizioni al di sotto della media europea, la crescita della povertà alimentare evidenzia una sfida crescente per il paese. A livello nazionale, come sottolineato dal Pilastro Europeo dei Diritti Sociali, la disuguaglianza nella capacità di accedere a pasti adeguati è un indicatore critico della salute economica e sociale della nazione.

Confronto con altri Paesi europei

A livello europeo, la Slovacchia registra la percentuale più alta di persone a rischio di povertà che non possono permettersi un pasto adeguato, con il 45,7%. Seguono l’Ungheria (44,9%) e la Bulgaria (40,2%). Dall’altro lato dello spettro, l’Irlanda presenta la percentuale più bassa con solo il 4,2%, seguita da Cipro (5,0%) e Portogallo (5,9%).

La differenza tra la popolazione totale e quella a rischio di povertà in termini di incapacità di permettersi un pasto adeguato è un indicatore chiave delle disparità economiche all’interno dei paesi. Nell’UE, questa differenza è di 12,8 pp. In Italia, il divario di 23,2 pp è superiore alla media europea, posizionandosi al di sopra di paesi come la Grecia (27,3 pp) ma al di sotto di Ungheria (30,2 pp) e Slovacchia (27,9 pp).

La capacità di permettersi un pasto adeguato è uno degli indicatori principali del pilastro europeo dei diritti sociali e del Quadro di valutazione sociale degli indicatori. Questo indicatore riflette la grave deprivazione materiale e sociale, ed è fondamentale per comprendere il livello di benessere delle famiglie europee.

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