Il governo italiano avrà la possibilità di richiedere una esenzione alla clausola di “no-backloading” prevista dal nuovo patto di stabilità, secondo quanto dichiarato da una portavoce della Commissione Europea all’Adnkronos. Questa esenzione potrebbe rappresentare una chiave fondamentale per realizzare gli investimenti previsti nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che sono finanziati attraverso prestiti, e che al contempo incidono sul deficit e sul debito pubblico italiano.
Il nuovo quadro normativo stabilito dalla Commissione Europea prevede che l’Italia adotti un aggiustamento fiscale graduale distribuito su sette anni, mirato a ridurre il deficit e il debito pubblico. Tuttavia, questo piano deve tenere conto anche degli investimenti previsti dal Pnrr, finanziati tramite prestiti a tassi agevolati, che non sono esclusi dal calcolo del deficit. La contraddizione tra la necessità di investire e il requisito di un aggiustamento fiscale rigoroso ha sollevato interrogativi su come l’Italia potrà rispettare entrambe le condizioni senza compromettere la propria stabilità economica.
Cos’è la clausola di “no-backloading”
La clausola di “no-backloading” è una normativa inserita nel contesto del patto di stabilità dell’Unione Europea, progettata per garantire che le misure di aggiustamento fiscale siano applicate in modo equo e tempestivo durante l’intero periodo di un piano pluriennale. Questa regola impedisce ai governi di posticipare in misura significativa le azioni necessarie per ridurre il deficit e il debito pubblico verso gli anni finali del piano, evitandone così l’accumulo nelle fasi più avanzate del periodo di programmazione.
In altre parole, la clausola vieta ai governi di concentrarsi principalmente sui miglioramenti fiscali nei periodi più vicini alla scadenza del piano, per evitare che i sacrifici e le misure necessarie ricadano pesantemente sui governi successivi. L’obiettivo principale è garantire una distribuzione equa e sostenibile degli aggiustamenti fiscali, prevenendo una dilatazione delle responsabilità verso la fine del ciclo di programmazione e promuovendo un approccio equilibrato e costante nel tempo.
Implicazioni dell’esenzione
Secondo la portavoce della Commissione Europea, esistono possibilità di richiesta di esenzione dalla clausola di “no-backloading”, che impedisce di posticipare gran parte dell’aggiustamento fiscale alla fase finale del piano pluriennale. La Commissione Europea prevede che nel 2025 e nel 2026, in presenza di investimenti elevati finanziati attraverso prestiti, gli Stati membri, inclusa l’Italia, possano richiedere un’eccezione.
L’opportunità di ottenere un’esenzione potrebbe permettere all’Italia di concentrare le risorse sui progetti previsti dal Pnrr senza compromettere eccessivamente il proprio piano di aggiustamento fiscale. I prestiti concessi dalla Recovery and Resilience Facility (RRF), che rappresenta il fulcro del programma Next Generation EU, potrebbero quindi essere utilizzati in maniera più flessibile per sostenere la ripresa economica e la crescita sostenibile del paese, senza violare i parametri fiscali imposti dal nuovo patto di stabilità.
La possibilità di un’esenzione dalla clausola di “no-backloading” offre al governo italiano uno strumento potenzialmente vantaggioso per navigare tra le sfide di bilancio e le ambizioni di sviluppo delineate nel Pnrr. Tuttavia, la richiesta e l’eventuale concessione di tale esenzione saranno cruciali per determinare l’effettiva capacità dell’Italia di rispettare gli impegni europei mantenendo al contempo la propria agenda di investimenti strategici.