Gli Stati Uniti sono una nuova minaccia per l’Unione europea? Sicuramente per la Danimarca. Il servizio di intelligence della Difesa danese ha pubblicato il suo rapporto annuale (Udsyn 2025), avvertendo che il Paese deve affrontare “minacce e sfide in materia di sicurezza più numerose e gravi” rispetto al passato. Nulla di nuovo, visto il contesto geopolitico attuale. Ma l’analisi di Copenaghen non solo conferma la gravità delle minacce provenienti da est, ma mette apertamente in discussione il ruolo tradizionale degli Stati Uniti come garante incondizionato della sicurezza europea.
Il documento evidenzia che le grandi potenze, incluse Cina e Russia, stanno sempre più “prioritizzando i propri interessi e usando la forza per raggiungere i loro obiettivi”. E anche se gli Stati Uniti e la Cina rimarranno concorrenti strategici a lungo termine, la crescente “assertività di Washington” è motivo di preoccupazione per gli alleati europei.
L’incertezza come sfida europea
L’intelligence danese ha rilevato che gli Usa usano la propria forza economica e tecnologica come strumento di potere, anche nei confronti di alleati e partner. Questa pressione si manifesta, ad esempio, con la minaccia di dazi elevati, per imporre la propria volontà. Inoltre, il rapporto sottolinea che gli Stati Uniti non escludono più l’uso della forza militare anche contro gli alleati. Questo utilizzo della forza da parte delle superpotenze ha, in generale, creato una maggiore sfiducia tra gli Stati, inclusi partner tradizionali, come l’Ue.
Il riequilibrio delle priorità strategiche statunitensi impone direttamente un onere maggiore sull’Europa. Le priorità principali degli Stati Uniti sono ora la competizione con la Cina e la sicurezza nel proprio vicinato. Questo focus marcato e crescente sul Pacifico e sull’Asia genera una significativa incertezza riguardo al ruolo degli Usa come principale garante della sicurezza in Europa, specialmente in relazione alla persistente minaccia proveniente dalla Russia. Da qui deriva la necessita, secondo l’intelligence danese, del riarmo e di una più stretta cooperazione tra i Paesi europei per rafforzare la deterrenza contro Mosca.
L’asse Russia-Cina e la guerra ibrida
Se l’arretramento degli Stati Uniti, apertamente dichiarato nelle scorse settimane, rispetto al proprio impegno nella Nato, pone nuove sfide all’Ue, la minaccia rappresentata dall’asse Russia-Cina ne intensifica la portata. Mosca e Pechino costituiscono il nucleo di un gruppo di Paesi che cerca di ridurre l’influenza dell’Occidente e in particolare degli Stati Uniti nel mondo. La Russia continua la sua invasione dell’Ucraina e conduce una guerra ibrida contro la Nato e l’Occidente, utilizzando strumenti come il sabotaggio e i cyberattacchi distruttivi. L’incertezza sulla volontà americana di sostenere gli alleati europei aumenterà la disponibilità della Russia a intensificare i suoi attacchi ibridi contro la Nato, secondo il documento. Inoltre, l’industria militare russa produrrà più dell’Europa nei prossimi anni.
La Cina, d’altro canto, usa la sua forza economica e militare per fare pressione sugli altri Stati e fornisce un sostegno cruciale alla Russia per permetterle di continuare la guerra in Ucraina. Pechino, che mira a una riunificazione forzata con Taiwan, si sta armando e si prepara a un potenziale conflitto anche con l’Occidente, teme l’intelligence danese.
In un mondo dove le grandi potenze, inclusi gli alleati, mettono al primo posto i propri interessi in modo sempre più aggressivo e unilaterale, e dove la sfiducia internazionale è in aumento, la Danimarca (e l’Unione europea) “è chiamata a investire massicciamente nella propria capacità di difesa per proteggersi da minacce che non possono più essere contenute solo dalle garanzie transatlantiche”, concludono i relatori.
