È previsto dopo le 22:00 dell’11 giugno l’arrivo di diciassette pazienti palestinesi all’aeroporto di Milano Linate. Ci sarà Antonio Tajani, titolare della Farnesina, ad accoglierli. L’operazione umanitaria, progettata per evacuare e fornire assistenza medica ai pazienti più bisognosi, è il risultato di una cooperazione tra organi della Protezione civile e dei ministeri degli Esteri, dell’Interno e della Difesa. Il tutto si svolge nell’ambito del Meccanismo di protezione civile dell’Unione europea, che finora ha permesso lo svolgimento di altre diciannove operazioni simili.
Tutto è partito il 24 aprile 2024, quando il Meccanismo è stato attivato su richiesta dell’Organizzazione mondiale della sanità per organizzare l’evacuazione medica di pazienti palestinesi da Gaza all’Europa. La richiesta inizialmente prevedeva un numero limitato di persone, principalmente bambini, ed è stata poi ampliata per includere anche dei pazienti palestinesi ospedalizzati in Egitto.
Sono gli Stati membri a occuparsi dell’accoglienza e del trattamento degli evacuati; la regia è affidata al Centro di coordinamento per la risposta all’emergenza dell’Ue, il cuore operativo del Meccanismo, che dagli uffici della Commissione europea a Bruxelles opera 24 ore su 24, allineando autorità nazionali e istituzioni Ue e gestendo comunicazioni e offerte di aiuto tramite una piattaforma dedicata.
Anche i finanziamenti arrivano principalmente dal bilancio dell’Ue, integrato dagli altri Stati, tra cui Albania, Islanda, Norvegia e Turchia, che partecipano al Meccanismo. Le decisioni delle autorità europee sullo smistamento dei pazienti sono prese anche sulla base delle capacità nazionali e dei tipi di cure mediche necessarie, a seconda del tipo di cure che gli Stati partecipanti possono offrire.
Nel caso della crisi umanitaria a Gaza, il Centro coopera strettamente con Oms, autorità locali ed altri partner per facilitare il processo di evacuazione. Al 21 maggio 2025 l’ente aveva coordinato con successo 19 operazioni di evacuazione medica, per un totale di 206 pazienti e 450 accompagnatori evacuati da 11 Stati Membri (Belgio, Germania, Grecia, Spagna, Francia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Romania, Slovacchia) e 3 Stati Partecipanti (Albania, Norvegia, Turchia).
L’Italia si era già resa protagonista di altre quattro operazioni di evacuazione medica, l’8 agosto 2024 (16 pazienti pediatrici e 37 familiari), il 13 febbraio 2025 (14 pazienti e 30 accompagnatori), il 20 marzo 2025 (8 pazienti e 12 accompagnatori) e il 14 maggio 2025 (26 pazienti e 54 accompagnatori spartiti tra Italia, Romania e Turchia).
L’intero progetto si regge sull’apertura dei corridoi di evacuazione medica, specialmente i passaggi di Rafah e Karem Shalom verso l’Egitto, l’aeroporto Ramon vicino alla cittadina israeliana di Eilat (da cui arriverà l’ultimo gruppo diretto in Italia). Secondo il diritto internazionale umanitario tutti i feriti e i malati, indipendentemente dall’affiliazione nel conflitto, hanno diritto a ricevere le cure mediche necessarie senza alcuna discriminazione; le parti coinvolte sono tenute a garantire il passaggio sicuro dei trasporti medici e sostenere le evacuazioni sanitarie quanto più possibile.