“Paga o acconsenti”, Meta di nuovo nel mirino della Commissione Ue

Il modello “Pay or consent” di Facebook e Instagram non è conforme al Digital Markets Act: ecco perché
3 giorni fa
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Pay or consent”, alias “paga o acconsenti”, “non è conforme al Digital Markets Act (Dma)”. Lo ha stabilito la Commissione in una visione preliminare che coinvolge ancora una volta il colosso tech Meta. I social network, in altre parole, raccoglierebbero una mole di dati personali che non forniscono loro una versione meno personalizzata delle piattaforme e che sia priva di pubblicità. Ma perché non è conforme al Dma?

La Commissione contro Meta

Le piattaforme online spesso raccolgono dati personali attraverso i propri servizi e quelli di terze parti per fornire servizi pubblicitari online. “Grazie alla loro posizione significativa nei mercati digitali – si legge nella nota della Commissione -, i gatekeeper sono stati in grado di imporre termini di servizio alla loro ampia base di utenti, consentendo loro di raccogliere grandi quantità di dati personali. Ciò gli ha dato potenziali vantaggi rispetto ai concorrenti che non hanno accesso a una così vasta quantità di dati, innalzando elevate barriere alla fornitura di servizi pubblicitari online e servizi di social network alternativi”.

Ai sensi dell’articolo 5 del Dma, i gatekeeper devono chiedere “il consenso degli utenti per combinare i loro dati personali tra i servizi di piattaforma designati e, se un utente rifiuta tale consenso, dovrebbe avere accesso a un’alternativa meno personalizzata ma equivalente. I gatekeeper non possono subordinare l’uso del servizio o di determinate funzionalità al consenso degli utenti”.

In sintesi, Meta ha introdotto nel novembre 2023 un’offerta che prevedere due alternative:

  1. Pagare un abbonamento mensile a una versione senza pubblicità di questi social network.
  2. Ricevere un accesso gratuito e mantenere gli annunci personalizzati.

La Commissione ha ritenuto in via preliminare che il modello pubblicitario “pay or consent” di Meta non sia conforme al Dma in quanto non soddisfa i requisiti necessari stabiliti dall’articolo 5.

In particolare, il modello di Meta:

  • Non consente agli utenti di optare per un servizio che utilizza una quantità minore di dati personali ma che è comunque equivalente al servizio basato su “annunci personalizzati”.
  • Non consente agli utenti di esercitare il loro diritto di acconsentire liberamente alla combinazione dei propri dati personali.

“Per garantire la conformità al Dma – ha spiegato la Commissione -, gli utenti che non prestano il loro consenso dovrebbero comunque avere accesso a un servizio equivalente che utilizzi una quantità minore dei loro dati personali, in questo caso per la personalizzazione della pubblicità. Nel corso della sua indagine, la Commissione si è coordinata con le autorità competenti in materia di protezione dei dati”.

L’Art.5 del Dma

L’articolo 5 del Digital Marketing Act prevede che il gatekeeper non tratti, ai fini della fornitura di servizi pubblicitari online, i dati personali degli utenti finali che utilizzano servizi di terzi che si avvalgono di servizi di piattaforma di base del gatekeeper.

Cosa accadrà adesso

La Commissione concluderà la sua indagine entro 12 mesi dall’avvio del procedimento il 25 marzo 2024. Se le opinioni preliminari della Commissione dovessero essere confermate, la Commissione adotterebbe una decisione in cui dichiara che il modello Meta non è conforme al Dma: “In caso di inadempienza, la Commissione può imporre multe fino al 10% del fatturato mondiale totale del gatekeeper. Tali multe possono arrivare fino al 20% in caso di violazione ripetuta. Inoltre, in caso di inadempienza sistematica, la Commissione è anche autorizzata ad adottare ulteriori rimedi, come l’obbligo per un gatekeeper di vendere un’attività o parti di essa o il divieto per il gatekeeper di acquisire servizi aggiuntivi correlati all’inadempienza sistemica”.

“La nostra indagine – ha spiegato Margrethe Vestager, vicepresidente Executive responsabile delle politiche relative alla competitività – mira a garantire la contestabilità nei mercati in cui i gatekeeper come Meta hanno accumulato dati personali di milioni di cittadini dell’UE per molti anni. La nostra opinione preliminare è che il modello pubblicitario di Meta non sia conforme al Digital Markets Act. E vogliamo dare ai cittadini gli strumenti per assumere il controllo dei propri dati e scegliere un’esperienza pubblicitaria meno personalizzata”.

“Oggi – ha aggiunto Thierry Breton, Commissario per il Mercato interno – compiamo un altro passo importante per garantire la piena conformità al DMA da parte di Meta. La nostra opinione preliminare è che il modello di business “Pay or Consent” di Meta violi il Dma. Il Dma è lì per restituire agli utenti il potere di decidere come vengono utilizzati i loro dati e garantire che le aziende innovative possano competere ad armi pari con i giganti della tecnologia sull’accesso ai dati”.