Nel 2024, le classifiche globali dei Paesi più ricchi hanno subito cambiamenti significativi, come evidenziato da un recente report del settimanale inglese The Economist. Lo studio offre uno spaccato aggiornato sulla distribuzione della ricchezza a livello mondiale, rivelando nuovi leader e tendenze emergenti.
Se da un lato gli Stati Uniti e la Cina sono le due super potenze, non è detto che occupino i primi posti della classifica. Perché, infatti, l’eccellenza mondiale sarebbe in Europa.
Per avere un quadro più completo, i Paesi vengono classificati in base a tre principali parametri per determinare la loro ricchezza:
- Reddito in dollari Pro Capite: questo parametro rappresenta il Prodotto Interno Lordo (PIL) di un Paese diviso per la sua popolazione, fornendo un’indicazione del reddito medio per persona.
- Reddito aggiustato per i prezzi locali (Parità del Potere d’Acquisto – PPP): questo aggiustamento tiene conto delle differenze di prezzo tra gli Stati, permettendo un confronto più equo del potere d’acquisto reale dei cittadini.
- Reddito per ora lavorata: questo parametro misura la produttività, calcolando il reddito generato per ogni ora di lavoro, evidenziando così quanto valore economico viene prodotto per unità di tempo lavorato.
La preminenza degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti continuano a mantenere la posizione di leader nella classifica globale per Pil pro capite, confermando la loro posizione di preminenza economica. Tuttavia, la crescita economica statunitense ha mostrato segni di rallentamento rispetto ai tassi degli anni precedenti, influenzata da fattori quali le tensioni commerciali internazionali e l’inflazione interna.
Un recente report sul lavoro negli Usa del Federal Reserve ha dimostrato, inoltre, che la disoccupazione ha raggiunto vette elevate. Ciò ha generato, per un giorno, un picco al ribasso alla borsa di Wall Street che è sembrato un primo segnale di recessione. Recessione che gli esperti sostengono non essere preoccupante per l’economia salda degli Usa.
Non è l’America, quindi, il Paese più ricco al mondo?
Il Lussemburgo in vetta
Sulla base dei parametri combinati, emerge che il Pil degli Usa è stato il più alto ai tassi di cambio di mercato per oltre un secolo. Ma in termini di reddito pro-capite scende al sesto posto, dietro Lussemburgo, che occupa il primo piazzamento, e Svizzera, che si trova al secondo. Analizzando il reddito aggiustato per prezzi locali, l’America scende al nono posto e, tenendo conto delle sue lunghe giornate lavorative e delle poche festività, finisce al decimo.
I risultati per la Cina, la seconda economia più grande al mondo in termini nominali, sono ancora più netti: scende al 69esimo posto per Pil pro capite, al 75esimo per prezzi locali e al 97esimo dopo aver tenuto conto delle ore lavorate.
Singapore e Brunei mostrano alcune delle maggiori differenze tra le tre misure, e Macao, una regione amministrativa speciale della Cina, ha avuto il maggiore aumento del Pil pro capite rispetto all’anno scorso, scalando la classifica. Classifica che si chiude con il Pil pro capite del Burundi, pari a 200 dollari all’anno: il più basso di tutti i Paesi in classifica. E rimane all’ultimo posto anche dopo aver corretto i suoi prezzi bassi e le ore di lavoro inferiori alla media (quasi metà della sua popolazione ha meno di 14 anni). A chiudere la classifica, insieme al Burundi, ci sono Sierra Leone o Repubblica Centrafricana.
Nello studio, specificano gli autori, mancano dati su fattori come i tassi di risparmio, gli stipendi guadagnati all’estero e i beni personali, il che potrebbe distorcere i risultati del reddito personale. A parte le avvertenze, l’indice è comunque progettato per fornire una valutazione più completa dei Paesi più ricchi del mondo rispetto a un focus su una singola misura.
Tendenze future
Le tendenze per i prossimi anni suggeriscono che la ricchezza globale sarà sempre più influenzata da fattori come sostenibilità ambientale, politiche di inclusione sociale e progressi tecnologici. I Paesi che riusciranno a integrare questi elementi nelle loro strategie economiche avranno maggiori probabilità di emergere come nuovi leader nel panorama globale.
Il 2024 segna un anno di continuità per alcune economie e di cambiamento per altre, con un panorama economico in evoluzione. Le nuove dinamiche di crescita e le sfide dei mercati emergenti contribuiscono a un quadro sempre più complesso, dove le economie devono adattarsi rapidamente per rimanere competitive.