Le Olimpiadi di Parigi tengono incollate allo schermo milioni di persone da tutto il mondo. I più fortunati, invece, se le godono sugli spalti pagando fiori di quattrini. La categoria più invidiata è costituita da chi assiste alla gare olimpiche sugli spalti senza neanche dover pagare il biglietto.
La Commissione Ue e il divieto di accettare biglietti gratis
Questa consuetudine, tipica di tanti grandi eventi anche nelle comunità locali, non piace alla Commissione europea che ha adottato misure rigorose per proteggere la propria reputazione: i funzionari dell’UE non potranno accettare biglietti gratuiti per eventi di grande portata.
Pur trattandosi di tradizioni consolidate, da sempre i cittadini non vedono di buon occhio queste liberalità offerte a persone già benestanti, quando non ricche, che per di più guadagnano “soldi pubblici”.
Oltre a questo, un altro motivo che ha spinto la Commissione Ue a prendere questa decisione sono i recenti scandali legati all’ospitalità.
In un’e-mail inviata al personale, visionata da POLITICO, l’esecutivo europeo ha chiarito che accettare omaggi può sollevare interrogativi riguardo al comportamento etico richiesto ai membri e allo staff della Commissione. Si sottolinea che tali pratiche possono comportare rischi reputazionali sia per l’istituzione che per le persone coinvolte. Questo avviso si inserisce in un contesto in cui il pubblico fatica a ottenere biglietti per eventi molto attesi. Insomma, il rischio di apparire privilegiati è elevato.
Regole specifiche per i funzionari
Ai membri dello staff è stato espressamente vietato di accettare biglietti omaggio anche per altri eventi importanti come l’Eurovision Song Contest. Pur potendo accettare regali fino a un valore di 150 euro, i commissari vengono incoraggiati a rifiutare biglietti al di sotto di questa soglia. Per il personale, il limite scende a 50 euro.
Tuttavia, l’e-mail specifica che i commissari sportivi possono, in via eccezionale, accettare biglietti se rappresentano ufficialmente la Commissione a un evento o se il biglietto è considerato di “uso diplomatico e di cortesia”, come nel caso di inviti da parte di governi di Paesi UE.
Per i funzionari che non ricoprono il ruolo di commissari, le opportunità di partecipazione a questi eventi sono limitate. La presenza di membri del gabinetto dei commissari o di altri membri dello staff a eventi sportivi di alto profilo “solitamente non è giustificata”, sottolinea l’esecutivo quasi invitando a non dissimulare la realtà. Le restrizioni si applicano rigidamente a tutti i livelli dell’organizzazione.
I precedenti scandali
Questa iniziativa della Commissione Europea si propone non solo di salvaguardare la propria immagine, ma anche di garantire che la trasparenza e l’integrità rimangano principi fondamentali nel funzionamento delle istituzioni europee.
Il rispetto di queste norme è cruciale, soprattutto considerando i precedenti di scandali legati all’ospitalità. Recentemente, la Commissione ha affrontato gravi critiche per comportamenti discutibili da parte di alcuni dei suoi funzionari. Un caso emblematico è stato quello di Henrik Hololei, ex capo del dipartimento trasporti della Commissione, che, sommerso dalla critiche, si è dimesso dopo che è emerso che aveva accettato voli gratuiti da Qatar Airways mentre il suo team era impegnato in negoziati per un accordo sul trasporto aereo con il Qatar.
Nel corso dello stesso anno, anche importanti figure dell’Unione Europea, tra cui Josep Borrell, Commissario per le relazioni esterne, e Frans Timmermans, Vicepresidente esecutivo, sono stati accusati di aver accettato sistemazioni alberghiere gratuite durante missioni di lavoro in Paesi come Qatar, Marocco, Israele e Giordania. Gli uffici dei commissari hanno sostenuto che queste offerte erano conformi al codice di condotta della Commissione, ma qualcuno ha continuato a sollevare interrogativi sulla trasparenza e sull’integrità delle pratiche adottate.
Sarebbe opportuno, però, tenere ben distinte le liberalità dalle spese che vengono sostenute per motivi di lavoro, come quelle per l’alloggio all’estero.
Il silenzio della Commissione dopo la comunicazione
Dopo la pubblicazione, la Commissione Europea non ha fornito commenti ufficiali in merito all’e-mail che impone restrizioni al personale. Secondo alcuni questo silenzio potrebbe contribuire a un clima di incertezza e sfiducia, sia all’interno che all’esterno dell’istituzione.