Avranno un indirizzo di riferimento, ma solo per andare a votare. “Non una casa, non un diritto”: questa era la regola. Ma l’Irlanda ha deciso di sovvertire questo meccanismo fornendo agli oltre 15mila senzatetto un punto di riferimento da identificare come la propria residenza per consentirgli il voto. Punto di riferimento, però, che non trova soluzione a un problema che non coinvolge solo l’Irlanda, ma l’Europa intera.
“Il fatto che ci sia una crisi dei senzatetto non è nemmeno nei notiziari. Non è di ‘tendenza’. È per questo che non si sente cosa fanno i politici”, ha detto James Flanagan, un ingegnere elettrico di 20 anni, che fa volontariato per Focus Ireland, la ONG che organizza la campagna, riporta Politico.eu. Ma perché la questione dei senzatetto potrebbe diventare una priorità per l’Unione europea? Scopriamolo insieme.
Senzatetto in Irlanda: è crisi abitativa
Il Paese che fino a qualche anno fa possedeva il più alto numero di nuclei familiari con case di proprietà ha visto nell’ultimo quinquennio un’impennata dei senzatetto e dei millennials costretti a vivere con i genitori per i costi troppo alti delle cose. Gli affitti e i prezzi degli immobili sono raddoppiati dal 2013, costringendo molti in strada. Rory Hearne, docente di Politica sociale all’Università di Maynooth aveva dichiarato che questa crisi “potrebbe avere un impatto demografico sul Paese”. E così è stato. A pochi mesi dalle elezioni europee, si torna a parlare di una crisi che coinvolge, non solo cittadini irlandesi, ma provenienti da tutti gli Stati membri.
La senatrice Mary Fitzpatrick, portavoce per l’edilizia abitativa del partito centrista al governo irlandese Fianna Fáil ha affermato di aver “messo in atto un piano decennale: Housing for All. Il piano è quello di realizzare 300.000 case entro il 2030, per eliminare i senzatetto entro il 2030. È sostenuto nel mandato di questo governo con 20 miliardi di euro di finanziamenti statali. Quindi è enorme: è il più grande cambiamento nella politica abitativa degli ultimi decenni e non conosco nessun altro paese europeo che abbia adottato un’iniziativa così significativa”.
I prezzi medi delle case a Dublino ammontano a 430 mila euro, mentre gli appartamenti in affitto hanno una media di 1.513 euro al mese. Ciò ha reso la capitale irlandese la terza città europea più cara in affitto lo scorso anno, dietro solo a Ginevra e Londra, secondo un indice compilato da The Economist. Secondo gli ultimi dati Ipsos, l’edilizia abitativa è il problema principale identificato dai 5 milioni di abitanti della Repubblica d’Irlanda, superando di gran lunga la migrazione, il costo della vita e l’assistenza sanitaria.
Senzatetto e voto Ue
Ma i senzatetto possono votare alle elezioni europee di giugno? Intanto è necessaria una delucidazione: ai fini anagrafici è senza fissa dimora chi non dimori abitualmente e prevalentemente in nessun Comune, per qualsiasi ragione tenuto a spostarsi in maniera continua sul territorio nazionale. É invece senza tetto, chi, essendo privo di una propria abitazione, si sposta con frequenza all’interno del territorio di un determinato Comune. Poiché in tali situazioni la persona dimora abitualmente e prevalentemente nello stesso Comune, la stessa dovrà essere iscritta nell’anagrafe della popolazione residente. Non disporre di un’abitazione, quindi, non dovrebbe impedire di avere una residenza. In Italia, ad esempio, è indispensabile per esercitare il diritto di voto possedere una residenza.
Secondo una relazione congiunta redatta dalla Federazione europea delle organizzazioni nazionali che lavorano con i senzatetto (FEANTSA) e dalla Fondazione Abbé-Pierre, negli Stati membri vi sono circa 700mila senzatetto e quasi 9 milioni di famiglie costrette a vivere in alloggi “inadeguati”. A garantire il diritto di voto può essere anche indicare come residenza i centri di accoglienza nei quali molti di questi cittadini soggiornano, ad esempio. Mentre a Dublino, i senzatetto sono circa 15mila, solo nella città di Roma superano i 20mila e in Italia sono pari a oltre 100mila.
Nel 2020, l’eurodeputata lituana Vilija Blinkevičiūtė aveva presentato una interrogazione parlamentare al PE per comprendere se, all’interno dei Paesi europei, il diritto al voto è rispettato anche quando l’elettore è un senzatetto. Nel 2021, la risposta è stata: “spetta agli Stati membri, nel pieno rispetto dei valori fondamentali del diritto dell’Unione e del diritto comunitario, determinare le modalità amministrative per l’organizzazione delle elezioni e alle autorità amministrative e giudiziarie nazionali competenti garantire il rispetto delle pertinenti norme internazionali”. Quindi ai singoli Stati è data l’”opportunità” di gestire questa problematica, sia in termini di ricerca di soluzioni, sia per quanto riguarda il diritto al voto.