“Se una nazione vuole la pace deve ancora lavorare sulle armi“. A dichiararlo è Volodymyr Zelensky, il presidente dell’Ucraina, nel suo discorso oggi all’Assemblea Generale dell’Onu, secondo il quale “non la legge internazionale, non la cooperazione ma le armi decidono chi sopravvive”.
Il presidente ha ribadito il suo messaggio ai Paesi alleati: “Solo forti alleanze, forti alleati e le nostri armi”, nient’altro potrebbe garantire la sicurezza di Kiev nel 21esimo secolo. Un discorso dai toni accusatori nei confronti della Russia “che rifiuta il cessate il fuoco”, a differenza degli ucraini, “persone pacifiche”. I russi, invece, per Zelensky “hanno rapito migliaia di bambini” e non resta che chiedersi “quanto tempo ci vorrà per riportarli a casa”.
Il messaggio all’Onu
Agli Stati membri delle Nazioni Unite, il presidente dell’Ucraina ha puntato anche il dito: “Sapete perfettamente che la legge internazionale non funziona a pieno a meno che non si abbiano amici potenti che sono veramente disposti a schierarsi a sua difesa e anche questo non funziona senza le armi. È terribile, ma senza questo le cose sarebbero ancora peggiori. Non ci sono garanzie di sicurezza – ha concluso – senza amici e armi”.
Il riferimento è rivolto al presidente statunitense Donald Trump e ai Paesi dell’Unione europea, dai quali, Zelensky si aspetta garanzie solide di sicurezza in caso di una trattativa di pace: “Non state in silenzio mentre la Russia continua a trascinarci in guerra, fate sentire la vostra voce e condannatela, unitevi a noi nel difendere la vita e il diritto internazionale. La gente aspetta che agiamo”.

Occhi sulla Moldova (e l’esempio della Georgia)
Un appello anche alla vicina Moldova, alla quale il presidente Ucraino ha rivolto un messaggio di solidarietà facendo appello all’Ue: “L’Europa non può permettersi di perdere anche la Moldova”, che “si sta difendendo dall’interferenza russa”, l’Ue “deve aiutarla adesso o il costo sarà più alto”. La Russia, secondo il presidente ucraino, tenta di fare alla “Moldova quello che l’Iran ha fatto al Libano e ancora una volta la risposta internazionale è insufficiente. Abbiamo già perso la Georgia in Europa. I diritti umani e la natura europea nel sistema statale stanno solo peggiorando e la Georgia dipende dalla Russia. Da molti anni anche la Bielorussia si sta muovendo verso la dipendenza dalla Russia”, ha aggiunto Zelensky.
Le violazioni russe nello spazio aereo Nato
Nel suo discorso all’Assemblea generale dell’Onu, Zelensky non ha perso occasione per ricordare che il suo Paese rappresenta solo una punta di un iceberg, ma che ad essere minacciati sono gli stessi confini della Nato, la cui risposta alle violazioni russe dello spazio aereo “non è stata abbastanza forte” e le istituzioni internazionali hanno dimostrato di essere “deboli”. “L’Ucraina è stata solo la prima, i droni russi stanno già volando per tutta l’Europa”, ha aggiunto e rispetto al presidente russo Vladimir Putin, egli “continuerà a portare avanti la guerra, ad allargarla, a renderla più profonda”. “Fermare ora Putin è meno costoso che cercare di proteggere ogni porto o ogni nave dai terroristi con droni marittimi”, ha concluso.

L’incontro con Donald Trump
Il discorso di Zelensky arriva dopo un incontro con il presidente statunitense Donald Trump, intervenuto ieri all’Assemblea Onu. Un incontro “molto significativo, molto positivo e, a mio avviso, il più orientato verso risultati e pieno di accordo”, ha affermato l’ambasciatore ucraino negli Usa, Olha Stefanishyna, a margine dell’incontro. Lo riporta Ukrinform: “Penso abbiamo trovato il formato di dialogo che sosterrà al meglio il progresso”, ha detto, sottolineando la presenza a New York di una “grande delegazione ucraina”.
“Ci saranno altri incontri – ha aggiunto – e diverse delegazioni dovrebbero recarsi a Washington nelle prossime settimane per continuare a lavorare su varie questioni. Ci stiamo anche coordinando con i partner europei. Non tutte le questioni relative alla fine della guerra implicano un dialogo diretto con l’aggressore. È per questo che resto con un cauto ottimismo”.
La risposta della Russia
Anche la Russia, in queste ore, guarda all’Ucraina, agli Stati Uniti, all’Unione europea e alla Nato intera. Le parole di Zelensky oggi e di Trump ieri non sono passate inosservate. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ”è stato influenzato” dal presidente ucraino Vladimir Zelensky quando ha definito la Russia una “tigre di carta”. A dichiararlo è stato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov in una conferenza stampa, affermando che “per quanto ne sappiamo, le dichiarazioni del presidente Trump sono state rilasciate dopo aver parlato con Zelensky e, a quanto pare, le opinioni di Zelensky lo hanno influenzato. Questa visione della situazione attuale è in netto contrasto con la nostra”.
Sulla possibilità di un incontro Mosca-Kiev, il portavoce è chiaro: il presidente russo è pronto, ma tocca che vengano fatti “i compiti a casa”, altrimenti il rischio è che si concluda il tutto come una “trovata pubblicitaria destinata al fallimento”, ha aggiunto in un’intervista alla Rbc, durante il quale Peskov ha ribadito che molte questioni devono essere risolte. “Non si tratta di una grigliata in giardino – ha detto -. Molte questioni devono essere discusse. E una buona parte di queste deve essere discussa non bilateralmente, ma con la partecipazione degli Stati Uniti, ad esempio, come le garanzie di sicurezza e la futura architettura di sicurezza. E poi con la partecipazione degli europei”.