Giovani e fiducia nell’Unione europea: per il 51% “è una buona idea, attuata molto male”

Il sondaggio condotto da YouGov rivela inoltre che solo il 6% dei giovani è soddisfatto del sistema politico del proprio Paese
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Un’Europa che affascina, ma non convince del tutto. È questo il ritratto che emerge dal nono studio “Young Europe” della Fondazione Tui, condotto da YouGov tra aprile e maggio 2025 su un campione rappresentativo di oltre 6.700 giovani tra i 16 e i 26 anni in sette Paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Italia, Grecia, Polonia e Regno Unito).

I dati parlano chiaro: solo il 6% dei giovani ritiene che il sistema politico del proprio Paese funzioni bene; il 57% preferisce la democrazia a qualsiasi altra forma di governo, ma 1 su 5 accetterebbe un regime autoritario in certe circostanze; il 66% valuta positivamente l’appartenenza all’Unione europea, ma il 51% afferma che “è una buona idea, attuata molto male” e appena il 15% si sente rappresentato dal Parlamento europeo, in calo rispetto al 21% del 2019.

Tra fiducia nei valori democratici e crescente disillusione verso le istituzioni, i giovani europei chiedono riforme profonde, maggiore rappresentanza e un’Europa più vicina ai problemi reali.

Fiducia nella democrazia, ma non nei sistemi politici

Il sondaggio ha evidenziato una fiducia nel sistema “democrazia”, ma non rappresentato dai governi attuali. Solo il 6% dei giovani europei ritiene che il sistema politico del proprio Paese funzioni bene e non necessiti di cambiamenti. Mentre il 48% teme che la democrazia nel proprio Paese sia a rischio, con picchi del 61% in Germania. A questi, si aggiunge un 57% che preferisce incondizionatamente la democrazia ad altre forme di governo, ma il 21% è disposto ad accettare un governo autoritario in certe circostanze. In Grecia, per il 34% dei giovani il sistema politico nazionale “non funziona affatto bene” e va completamente riformato.

“Se solo il sei per cento afferma che il sistema politico del proprio Paese funziona bene, questo ci invita a riflettere su un messaggio serio – afferma Elke Hlawatschek, Direttrice Generale della Fondazione Tui -. E il progetto europeo, che ci ha portato pace, libertà di movimento e progresso economico per decenni, è anche percepito come macchinoso e non sufficientemente democratico. Proprio per questo è necessaria una maggiore educazione politica per rendere comprensibili i legami europei e consentire una reale partecipazione”.

“La democrazia non può essere data per scontata: ha bisogno di democratici – afferma il professore Thorsten Faas della Freie Universitat Berlin, che ha fornito il supporto scientifico allo studio -. Se il 57% dei giovani europei afferma di preferire la democrazia a qualsiasi altra forma di governo, significa anche che molti di loro non la sostengono al 100%. In paesi come Polonia, Spagna o Francia, questa percentuale si attesta intorno al 50%. E tra i giovani che si posizionano politicamente di centro-destra e si sentono economicamente svantaggiati, il sostegno alla democrazia scende a solo un terzo. Questi dati dimostrano che la democrazia è sotto pressione, sia dall’esterno che dall’interno”.

L’Unione europea: apprezzata ma percepita come distante

Un’Unione europea che piace, ma che spesso è percepita come distante e poco incisiva nelle questioni importanti:

• Il 66% dei giovani ha valutato positivamente l’appartenenza del proprio Paese all’Ue.
• Tuttavia, il 39% ritiene che l’Ue non funzioni in modo democratico.

Il 53% critica l’Unione per occuparsi troppo di “questioni futili” invece di affrontare problemi essenziali come:

Secondo il 51% dei giovani europei, l’Unione è “una buona idea, ma realizzata molto male”: un giudizio che riflette una richiesta di riforme più incisive.

“I giovani in Europa hanno un’opinione chiara sull’Ue – ha spiegato Thomas Ellerbeck, presidente della Fondazione Tui -: è troppo concentrata su questioni banali piuttosto che su sfide veramente importanti. Manca la visione d’insieme; troppo spesso si concentra solo sul piccolo. Economia, difesa e clima sono le questioni che l’Ue dovrebbe dare priorità, secondo i giovani europei tra i 16 e i 26 anni. La “svolta” sembra aver raggiunto anche loro. In Germania, il 30% dei giovani afferma che è importante difendere meglio l’Europa e l’Ue dalle minacce esterne”.

L’Ue perde terreno come attore globale

E nel contesto internazionale, l’83% dei giovani afferma che gli Stati Uniti sono uno dei tre paesi più potenti (seguiti dalla Cina con il 75% e dalla Russia con il 57%). L’Ue raggiunge solo il 42% in questa classifica, e l’India il 10%. I giovani britannici citano più frequentemente l’Ue come uno dei tre attori più importanti nella politica globale (50%).

Il 51% crede che possa diventare competitiva a livello globale solo se cambia radicalmente. Le priorità per rafforzare il ruolo geopolitico dell’Ue includono:

  • crescita economica (35%)
  • maggiore coesione tra gli Stati membri (34%)
  • più investimenti nella difesa (20%)
  • riduzione della burocrazia (13%)

Identità europea e desiderio di cooperazione

Nonostante la percezione sia quella di un’Europa distante e poco competitiva, i due terzi degli intervistati si identifica con essa e sostengono l’importanza di farne parte. Il 42%, infatti, auspica una cooperazione più stretta tra i Paesi membri, con punte del 53% in Germania e Italia. Tuttavia, solo il 27% crede che questa cooperazione aumenterà nei prossimi cinque anni.

Infine, la rappresentanza percepita nel Parlamento europeo è in calo: dal 21% nel 2019 al 15% nel 2025.

Più centro-destra, meno entusiasmo per l’immigrazione

Dal sondaggio si evince una crescita nell’identificazione con partiti di centro-destra (dal 14% nel 2021 al 19% nel 2025). Cavallo di battaglia di questi partiti in quasi tutta l’Europa è l’immigrazione e il 38% dei giovani ritiene che debba essere più limitata (era il 26% nel 2021).

Ma le tematiche a cuore ai giovani riguardano anche la lotta al cambiamento climatico che resta una priorità per il 32%, anche a scapito della crescita economica. E il 38% ritiene che la parità di genere non sia ancora stata raggiunta, mentre il 20% pensa che le misure siano “già eccessive”.

In sintesi, i giovani europei del 2025 credono nella democrazia e nell’Unione europea, ma chiedono riforme profonde, maggiore rappresentanza e un’Europa più incisiva sul piano globale. La sfida per le istituzioni è chiara: ascoltare, comprendere, semplificare e agire.

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