Temu ha violato il Digital Services Act (Dsa). Come? “Non valutando adeguatamente i rischi di diffusione di prodotti illegali sul suo mercato”. Ad affermarlo con fermezza è la Commissione europea che ieri, 28 luglio 2025, ha avviato un’indagine ufficiale nei confronti del colosso cinese.
Secondo l’analisi preliminare della Commissione, i consumatori europei corrono rischi elevati nell’imbattersi nei prodotti venduti dalla piattaforma. In particolare, l’analisi di un’attività di mistery shopping condotta dalla Commissione ha rilevato che i consumatori acquistano su Temu prodotti che non sono conformi alle leggi del blocco. Dai giocattoli per bambini a piccoli dispositivi elettronici, passando per vari ed eventuali accessori, i prodotti non rispettano la salvaguardia e il benessere del consumatore. Cosa rischia adesso Temu?
Bruxelles contro Temu
Il 31 ottobre 2024, la Commissione ha avviato un procedimento nei confronti di Temu. Un procedimento che procede parallelamente a un’indagine separata condotta dalla rete di cooperazione per la tutela dei consumatori (Cpc) e alla prima indagine a tappeto sulla sicurezza dei prodotti, garantendo un approccio globale e coordinato per affrontare le preoccupazioni relative alle pratiche di Temu.
Secondo l’analisi della Commissione, la valutazione del rischio di Temu – svolta a ottobre 2024 – era imprecisa e si basava su informazioni generali del settore piuttosto che su dettagli specifici relativi al proprio mercato. Ciò potrebbe quindi aver portato a misure di mitigazione inadeguate contro la diffusione di prodotti illegali.
La Commissione ha quindi dichiarato che proseguirà le indagini in relazione ad altre presunte violazioni avviate nell’ottobre 2024, tra cui l’efficacia delle sue misure di mitigazione del rischio, l’uso di funzionalità di progettazione che creano dipendenza, la trasparenza dei suoi sistemi di raccomandazione e l’accesso ai dati da parte dei ricercatori.
Prossimi passi
Le conclusioni preliminari trasmesse dalla Commissione non pregiudicano “l’esito finale dell’indagine, poiché Temu – spiega Bruxelles – ha ora la possibilità di esercitare i propri diritti di difesa esaminando il fascicolo istruttorio della Commissione e rispondendo per iscritto alle conclusioni preliminari della Commissione. Parallelamente, verrà consultato il Comitato europeo per i servizi digitali”.
Se le conclusioni preliminari della Commissione dovessero essere confermate, la Commissione adotterebbe una decisione di non conformità, accertando che Temu ha violato l’articolo 34 del Dsa (quello che nello specifico regola appunto la valutazione del rischio per il consumatore).
Cosa rischia Temu?
La decisione della Commissione europea potrebbe portare Temu a subire sanzioni fino al 6% del fatturato annuo mondiale totale e ordinare al fornitore di adottare misure per porre rimedio alla violazione. Una decisione di non conformità potrebbe anche comportare un periodo di vigilanza rafforzato per garantire il rispetto delle misure che il fornitore intende adottare per porre rimedio alla violazione.
“Acquistiamo online perché crediamo che i prodotti venduti nel nostro Mercato Unico siano sicuri e conformi alle nostre norme – ha affermato Henna Virkkunen, vicepresidente esecutivo per la Sovranità tecnologica, la Sicurezza e la Democrazia -. A nostro avviso preliminare, Temu è ben lungi dal valutare i rischi per i suoi utenti secondo gli standard richiesti dal Digital Services Act. La sicurezza dei consumatori online non è negoziabile nell’Ue: le nostre leggi, incluso il Digital Services Act, costituiscono il fondamento per una migliore protezione online e un Mercato Unico digitale più sicuro ed equo per tutti gli europei.
Cosa prevede il Digital Services Act?
In questa circostanza, il Digital Services Act si basa su obblighi di contrato ai contenuti ritenuti illegali online. Richiede alle piattaforme di implementare meccanismi di facile utilizzo per il consumatore, che consentano agli utenti di segnalare tale contenuti illegali e di appellarsi alle decisioni di moderzione. Il Dsa, inoltre, include norme specifiche dedicate ai marketplace, come la tracciabilità dei commercianti per garantire la capacità di individuare la provenienza dei propri prodotti. Il Dsa vieta, infine, i dark pattern e specifica norme sulla pubblicità e obblighi di trasparenza dettagliati, tra cui le modalità di raccomandazione dei prodotti ai consumatori.
Il costante aumento del volume di prodotti venduti online nell’Ue è accompagnato da un aumento di prodotti non sicuri, contraffatti o non conformi, che potrebbero essere dannosi per la salute e la sicurezza dei consumatori, per l’ambiente e per la concorrenza leale nel mercato unico digitale.