Shein e Temu nel mirino, l’Europa alza la guardia contro i colossi del fast fashion

Verso una stretta su dazi e sicurezza
20 ore fa
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L’Unione Europea si prepara a una stretta storica sul commercio digitale cinese. Dopo lo stop delle dogane statunitensi, Bruxelles ha deciso di eliminare l’esenzione dalle tariffe doganali per i pacchi di valore inferiore a 150 euro, una misura che coinvolgerà milioni di spedizioni provenienti principalmente dalla Cina. Questa decisione si inserisce in un contesto più ampio di controlli doganali più rigorosi e indagini approfondite sulle principali piattaforme di e-commerce come Shein e Temu. Una rivoluzione che mira a tutelare la salute dei consumatori, l’ambiente e la competitività delle aziende europee.

La “tassa di gestione”

Ogni giorno, circa 12 milioni di pacchi di piccolo valore entrano nell’Unione Europea, per un totale di oltre 4,6 miliardi di spedizioni all’anno, il doppio e il triplo rispetto al 2023 e 2022. Tra le principali piattaforme protagoniste di questo boom ci sono Shein e Temu, che hanno registrato una rapida espansione e un numero sempre maggiore di utenti nel territorio europeo. La maggior parte di questi pacchi proviene dalla Cina, un paese che rappresenta il 91% delle spedizioni sotto i 150 euro dirette nell’Unione Europea. Tuttavia, questa esplosione di importazioni ha sollevato numerose preoccupazioni. Le autorità doganali europee hanno rilevato che fino al 96% dei prodotti non è conforme agli standard di sicurezza comunitari, mettendo a rischio la salute dei consumatori e l’ambiente. La pressione sulle autorità doganali è diventata insostenibile, spingendo Bruxelles a una riforma radicale.

Per finanziare i controlli doganali sempre più onerosi, la Commissione Europea ha proposto l’introduzione di una “tassa di gestione” sui pacchi provenienti da piattaforme online esterne all’Ue. Questo contributo servirà a coprire i costi crescenti delle ispezioni, garantendo un monitoraggio più efficace dei prodotti illegali e non conformi.

L’importanza di questi controlli è evidente: molti prodotti importati dalla Cina si sono rivelati pericolosi o non conformi alle norme europee. Inoltre, la concorrenza sleale generata da questi beni low-cost penalizza le pmi europee, che rispettano standard rigidi sia dal punto di vista della sicurezza che della sostenibilità ambientale. Henna Virkkunen, vicepresidente esecutiva per la Sovranità tecnologica e la sicurezza, ha sottolineato come l’ondata di importazioni stia mettendo sotto pressione le autorità degli Stati membri, rendendo indispensabile un rafforzamento dei controlli e un sistema di tassazione per far fronte ai costi crescenti.

Shein e Temu sotto indagine

Parallelamente alla proposta di riforma doganale, la Commissione Europea ha inviato una richiesta formale di informazioni alla piattaforma cinese di e-commerce Shein, il colosso del fast fashion online, facendo uso dei poteri previsti dal Digital Services Act (DSA), una normativa europea che impone obblighi più stringenti alle grandi piattaforme digitali. L’iniziativa della Commissione mira a ottenere dettagli sui rischi legati alla presenza di contenuti e prodotti illegali sulla piattaforma, sulla trasparenza dei sistemi di raccomandazione e sull’accesso ai dati da parte di ricercatori qualificati.

In particolare, Shein è chiamata a fornire informazioni riguardo alle misure adottate per tutelare i consumatori, la salute pubblica, il benessere degli utenti e la protezione dei dati personali. La piattaforma dovrà rispondere entro il 27 febbraio, dopodiché la Commissione valuterà i prossimi passi, che potrebbero includere l’avvio di un procedimento formale, con sanzioni che potrebbero arrivare fino al 6% del fatturato annuo globale.

Non solo Shein: anche Temu è oggetto di verifiche da parte della Commissione Europea. A ottobre, l’esecutivo aveva già avviato un’indagine per verificare se la piattaforma avesse adottato misure adeguate per contrastare la vendita di prodotti non conformi.

Il peso delle importazioni low-cost

Oltre ai rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori, l’esplosione delle importazioni di prodotti low-cost ha un impatto significativo sull’ambiente. Molti di questi prodotti non rispettano gli standard europei di sostenibilità e generano una grande quantità di rifiuti. La Commissione Europea ha sottolineato la necessità di adottare misure più stringenti per ridurre l’impatto ambientale delle importazioni. Tra le proposte, vi è l’implementazione di strumenti digitali innovativi, come il Passaporto digitale del prodotto, e l’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale per rilevare prodotti non conformi.

Bruxelles ha sollecitato gli europarlamentari ad adottare rapidamente il pacchetto di riforma dell’Unione doganale, proposto a maggio 2023. La riforma prevede l’eliminazione dell’esenzione dai dazi per i pacchi di valore inferiore a 150 euro e il rafforzamento delle capacità di controllo tramite una migliore condivisione dei dati e una valutazione dei rischi potenziata. Queste misure sono state accolte positivamente dalle aziende europee, che vedono nella riforma un passo fondamentale per garantire una concorrenza più equa e una maggiore protezione per i consumatori. Tuttavia, la strada è ancora lunga: i negoziati tra il Parlamento europeo e il Consiglio Ue devono ancora iniziare, e le nuove tasse di gestione devono essere discusse e approvate.

L’annuncio della riforma arriva in un contesto di tensioni commerciali globali. Anche gli Stati Uniti hanno adottato misure simili: sabato scorso, con un ordine esecutivo, il presidente Donald Trump non solo ha imposto dazi del 10% sui prodotti cinesi, ma ha anche limitato l’ambito delle cosiddette esenzioni “de minimis” dai dazi per i pacchi a basso valore, una misura di fatto parallela a quella suggerita dall’esecutivo Ue.