Joe Biden si è ufficialmente ritirato dalla corsa alle elezioni presidenziali degli Stati Uniti. L’annuncio è arrivato nel weekend dopo settimane di crescenti pressioni. Dal disastroso dibattito televisivo durante il quale si è scontrato con il suo (ormai ex) avversario politico Donald Trump, sino alla notizia del Covid-19.
Ecco cosa accadrà adesso e qual è stata la reazione dei leader europei e mondiali alla notizia del suo ritiro.
Cosa succede dopo il ritiro di Joe Biden
Dal 9 al 22 agosto, a Chicago, in Illinois si terrà la Convention di Partito Democratico. Sarà quella l’occasione per delineare la persona che prenderà il ufficialmente il suo posto alla corsa presidenziale. Kamala Harris è il volto scelto da Joe Biden, il quale ha dato il suo endorsement alla vice su X, insieme alla notizia del proprio ritiro.
Durante la Convention si riuniranno i delegati e superdelegati, cioè le figure di spicco del Partito, che dovranno selezionare ufficialmente il sostituto di Biden e votare per l’assegnazione della nomination. Non è così scontato, quindi, che sia proprio Kamala Harris, anche se al momento occupa il primo posto sul podio.
“Questi non sono tempi normali e queste non saranno elezioni normali – ha spiegato Harris -. Ma questa è la nostra America. E io ho bisogno di voi in questa battaglia”. Sono così volate le donazioni per i democratici, raccogliendo, in poche ore, oltre 46 milioni di dollari. I nomi in pole position, oltre Harris, sono Josh Shapiro (Pennsylvania), J.B. Pritzker (Illinois), Tony Evers (Wisconsin) e Andy Beshear (Kentucky).
A questi si aggiunge il senatore indipendente della West Virginia Joe Manchin che pare stia valutando di correre per la presidenza come democratico. E, invece, fuori dal partito, Robert F. Kennedy Jr si proporrà come indipendente, ma “aperto” ad ascoltare i leader del partito democratico qualora lo contattassero per sfidare Kamala Harris per la candidatura.
Donald Trump ha già ampiamente commentato la situazione: “Il peggior presidente della storia del nostro Paese” è il modo in cui ha definito Biden, mentre Kamala Harris si è guadagnata l’appellativo di “Pazza” insieme all’ex speaker della Camera Nancy Pelosi. E per chi sostiene che debba anche dimettersi dal suo attuale incarico, la Casa Bianca ha già fatto sapere che Biden “non vede l’ora di concludere il suo mandato” da presidente. L’ha assicurato alla Cnn il portavoce Andrew Bates, dopo che i repubblicani, all’annuncio del suo ritiro dalla corsa, gli hanno chiesto di dimettersi.
La reazione europea
“So che il presidente Joe Biden ha annunciato il suo ritiro. Auguro il meglio al candidato democratico che prenderà il suo posto”. Così l’Alto Rappresentante Ue per gli affari esteri Josep Borrell ha commentato il ritiro di Joe Biden. “Di sicuro – ha aggiunto – farà la differenza, per i rapporti con l’Europa, chi sarà il vincitore, ma decidere spetta ai cittadini americani. Non è il mio ruolo interferire”.
“Abbiamo lavorato molto bene con il presidente Biden – ha poi concluso – con una relazione positiva, ma se decide di ritirarsi”, lasciando il posto ad “un altro candidato democratico che pensa possa avere più forza” nella competizione con i Repubblicani, “noi rispettiamo la sua decisione”.
La reazione è arrivata anche da alcuni leader europei, tra i quali il primo ministro polacco Donald Tusk che ha detto: “Avete preso molte decisioni difficili, grazie alle quali la Polonia, l’America e il mondo sono più sicuri e la democrazia più forte. So che eri spinto dalle stesse motivazioni quando hai annunciato la tua decisione finale. Probabilmente la più difficile della tua vita”.
Anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha reso omaggio all’eredità di Biden. “Il mio amico Joe Biden ha ottenuto molto: per il suo Paese, per l’Europa, per il mondo – ha scritto su X -. La sua decisione di non ricandidarsi merita rispetto”.
“Le cose non cambieranno – ha dichiarato il ministro degli Esteri francese, Stèphane Sèjournè, al suo arrivo al Consiglio Esteri -. L’Europa difenderà i suoi interessi, indipendentemente da quale sarà l’amministrazione americana. Penso che sia negli interessi europei e per la stabilità del mondo”.
L’Italia resterà un “interlocutore privilegiato” degli Stati Uniti d’America chiunque sia il suo prossimo presidente. L’ha detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a Bruxelles a margine del Consiglio Affari Esteri. Il ritiro di Joe Biden dalla corsa per la presidenza nel prossimo mandato osserva, “era nell’aria già da qualche giorno. Anche il fatto di aver avuto un altro attacco di Covid ha accelerato probabilmente i tempi. Noi abbiamo lavorato bene con l’amministrazione Biden. Ora rispettiamo tutte le scelte che faranno gli americani. Le relazioni transatlantiche per noi rappresentano una priorità della politica estera e, chiunque sarà il presidente degli Stati Uniti, sarà il nostro interlocutore. Non tocca a noi interferire nella campagna elettorale degli Stati Uniti. Seguiamo con grande attenzione, ma con grande rispetto, convinti che chiunque sarà il presidente degli Stati Uniti, l’Italia rimarrà un interlocutore privilegiato della più grande democrazia del mondo”, conclude.
Non solo Europa
A commentare l’abbandono di Biden alla corsa alle presidenziali, però, non è solo l’Europa. Nel Regno Unito, il primo ministro britannico Keir Starmer ha dichiarato di rispettare la decisione di Biden, aggiungendo: “Non vedo l’ora di lavorare insieme per il resto della sua presidenza. So che, come ha fatto nel corso della sua straordinaria carriera, avrà preso la sua decisione basandosi su ciò che ritiene sia meglio per il popolo americano”, ha scritto su X.
Così come il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ringrazierà il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, durante il loro incontro a Washington, e affermerà che ”Israele e Stati Uniti saranno alleati oggi, domani e sempre”, chiunque guidi la Casa Bianca. Lo ha annunciato Netanyahu prima di salire per la prima volta sul Wing of Zion, il suo jet ufficiale che lo porterà negli Stati Uniti. Qui, oltre a Biden, incontrerà la vicepresidente e papabile candita alle presidenziali di novembre Kamala Harris. “In questo periodo di guerra e incertezza, è importante che i nemici di Israele sappiano che America e Israele sono uniti, oggi, domani e sempre”, ha sottolineato, affermando che Israele resterà il più forte alleato degli Stati Uniti in Medioriente chiunque sarà a novembre il futuro presidente americano.
“Vedrò il presidente Biden, che conosco da oltre quarant’anni – ha detto Netanyahu -. Sarà un’opportunità per ringraziarlo per le cose che ha fatto per Israele durante la guerra e durante la sua lunga e illustre carriera nel servizio pubblico, come senatore, vicepresidente e presidente”. L’incontro ”sarà anche un’opportunità per discutere con lui su come portare avanti nei mesi critici a venire gli obiettivi che sono importanti per entrambi i nostri Paesi: ottenere il rilascio di tutti i nostri ostaggi, sconfiggere Hamas, affrontare l’asse terroristico dell’Iran e garantire che tutti i cittadini di Israele possano tornare sani e salvi alle loro case nel nord e nel sud”, ha affermato Netanyahu.
Ucraina-Russia
E, ancora, Volodymyr Zelensky ha reso omaggio a Joe Biden, per “l’incrollabile sostegno” dato a Kiev nei quasi due anni di guerra contro la Russia. In un post su X dopo l’annuncio del ritiro della corsa del presidente americano, il presidente ucraino ha scritto: Kiev “è grata al presidente Biden per il suo incrollabile sostegno alla lotta per la libertà dell’Ucraina che, insieme al forte sostegno bipartisan negli Stati Uniti, è stato e continua ad essere fondamentale”.
“Negli ultimi anni sono state prese molte decisioni forti che saranno ricordate come passi coraggiosi compiuti dal presidente Biden in risposta a tempi difficili. E noi rispettiamo la decisione di oggi, difficile ma forte – ha continuato Zelensky – Saremo sempre grati alla leadership del presidente Biden. Ha sostenuto il nostro Paese durante il momento più drammatico della storia, ci ha aiutato a impedire a Putin di occupare il nostro Paese e ha continuato a sostenerci durante questa terribile guerra”.
Il presidente ucraino sottolinea quindi che “l’attuale situazione in Ucraina e in tutta Europa non è meno impegnativa e speriamo sinceramente che la continua e forte leadership americana impedisca al male russo di avere successo o di far fruttare la sua aggressione”.
Il Cremlino, invece, ha affermato che sta monitorando gli sviluppi. A parlare è stato il portavoce Dmitry Peskov al notiziario Life.ru: “Mancano ancora quattro mesi alle elezioni. E si tratta di un periodo lungo, durante il quale molte cose possono cambiare. Dobbiamo prestare attenzione, seguire cosa accadrà e occuparci dei nostri affari”.